PESCARA Sul podio più alto ci va lui, Leandro Bracco, consigliere regionale di Sinistra italiana (ex M5S), che con 60 proposte di legge presentate come primo firmatario, si guadagna la medaglia della maggiore produttività tra i colleghi dell'Emiciclo. Al giro di boa della legislatura (due anni e mezzo esatti) la situazione è questa. Ammesso che quello del numero dei provvedimenti presentati in aula e nelle commissioni, possa essere utilizzato come indicatore assoluto di produttività. Sorprende, infatti, che agli ultimi posti della classifica figurano personaggi come lo stakanovista Luciano D'Alfonso, il governatore che macina ogni giorno centinaia di chilometri a bordo della sua auto blu (appena tre proposte di legge presentate), o l'assessore al Bilancio e alla Sanità Silvio Paolucci, addirittura fermo a zero, ma con il suo bel da fare all'interno dell'esecutivo. Volendo stare al gioco, però, le curiosità non mancano. Bracco deve avere consumato una foresta, quintali di carta nei primi due anni e mezzo della consiliatura, con ben 60 provvedimenti al suo attivo, che vanno dal contrasto alla ludopatia, all'istituzione del garante per l'infanzia, all'istituzione della bicicletta solidale, solo per citarne alcuni.
IL DISTACCO Alle sue spalle, ma con un lungo distacco sul podio, figurano l'assessore alle Politiche sociali, Marinella Sclocco (Pd), che ha proposto, tra l'altro, l'Istituzione del Garante regionale dell'infanzia, la Città abruzzese della Cultura, la separazione tra banche commerciali e banche d'affari. A quota 20 c'è anche il consigliere di maggioranza Lorenzo Beradinetti (Regione Facile), con l'istituzione dell'autorità garante dei diritti alla persona, la valorizzazione delle aree interne, la disciplina del commercio su aree pubbliche e tanto altro. Seguono, a una incollatura, Sandro Mariani e Pierpaolo Pietrucci, del Pd, a quota 19 e il coordinatore di maggioranza Camillo D'Alessandro, con 18 provvedimenti di legge presentati, tra cui quella per il riordino del Trasporto pubblico locale che ha portato alla nascita di Tua. Tra gli esponenti di maggioranza si distinguono anche il presidente della commissione Sanità, Mario Olivieri (Abruzzo civico), con 12 proposte di legge presentate; Maurizio Di Nicola (Centro democratico), anche lui a quota 12; il sottosegretario della Giunta D'Alfonso Mario Mazzocca, esponente di Si (11), seguito dall'assessore ai Lavori pubblici, Donato Di Matteo (Pd) e dal presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, entrambi a quota 10.
MINORANZA Tra i consiglieri di minoranza spicca invece il nome del capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, con 11 proposte di legge presentate, tra cui interventi per la valorizzazione delle aree industriali dismesse, seguito dal presidente della commissione di Vigilanza, Mauro Febbo (8) e da Giorgio D'Ignazio (Ncd) a quota 7. Seguono Sara Marcozzi e Domenico Pettinari, del M5S, anche loro con 7 proposte di legge all'attivo. Tra queste, l'istituzione di un fondo sociale a sostegno delle famiglie e il riordino degli enti di edilizia residenziale pubblica, mentre a quota 6 figurano il consigliere di maggioranza Lucrezio Paolini (Idv), Alessio Monaco (Regione Facile) e Pietro Smargiassi (M5S), seguito dal collega Riccardo Mercante (M5S) e dal consigliere di Forza Italia Paolo Gatti (5). A quota 4 c'è invece il consigliere di Abruzzo Futuro Mauro Di Dalmazio.
LA CODA In coda, con 3 proposte di legge presentate, troviamo il presidente Luciano D'Alfonso (tra i provvedimenti adottati L'Aquila capoluogo e l'istituzione della Nuova Pescara); Luciano Monticelli e Dino Pepe, entrambi del Pd, seguiti da Alberto Balducci (Pd) ed Emilio Iampieri (Fi), con 2. A zero, assieme all'ex governatore Gianni Chiodi (oggi sui banchi di Forza Italia) e a Paolucci, è fermo anche Gianluca Ranieri, del M5S. Naturalmente, essere il primo firmatario di una proposta di legge o di modifica di una norma già esistente, non significa che gli altri esponenti del proprio gruppo non abbiano avuto alcun ruolo nei lavori dell'aula e delle commissioni. Anzi, spesso avviene il contrario. E, più piccolo è il partito, la lista civica o il movimento di provenienza, più è facile ritagliarsi un ruolo di assoluto protagonista sotto i riflettori dell'Emiciclo.