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Pescara, 25/07/2024
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Data: 31/12/2016
Testata giornalistica: Il Centro
L'anno che verrà - D’Alfonso: «Sarà un 2017 decisivo per le grandi infrastrutture». Al primo posto la Fondavalle Sangro, la diga di Chiauci e il completamento della Teramo-mare. Il Masterplan è una delle realizzazioni del 2016. Dicevano che non si sarebbero state le risorse. Renzi ha concepito il Masterplan all’Aquila tra i contestatori

PESCARA Opere pubbliche, porti e aeroporto d’Abruzzo, sanità, legge elettorale regionale. E’ già fitta di appuntamenti e scadenze l’agenda 2017 del presidente della regione Luciano D’Alfonso. A cominciare dal completamento della storica incompiuta Fondovalle Sangro, la cui prima pietra fu messa in posa 40 anni fa. Ieri, presidente, è arrivato finalmente il bando dell’Anas per l’ultimo tratto. «Non ci credeva nessuno». Dopo 4 decenni... «Tre motivi giocavano contro: la complessità e la lunghezza del lavoro, la signoria dell'indifferenza e della paura che c’è sul tema delle grandi infrastrutture, il livello di difficoltà in termini finanziari e di progetto in un territorio animato da ogni sorta di frane e dalla presenza di contrarianti che sanno dire no a tutto». E come è riuscito a superare queste difficoltà? «Appena insediato ho convocato la giunta e con delibera, partorita in 30 giorni di confronti, ho stabilito come priorità numero uno il completamento della Fondovalle Sangro. La seconda priorità è il completamento del quarto lotto della Teramo-mare e poi la Amatrice-L'Aquila-Pescara. Su tutto questo ho cominciato a lavorare riversando in atti e documenti il patrimonio di relazioni cumulato da 20 anni a questa parte». In Italia manca sempre una firma per completare le cose. Lei è proprio certo che i cantieri apriranno nei tempi previsti? «Lo dico con certezza. Andrò a parlare, come ho già fatto per avere tutti i pareri, dalla Picchioni del ministero dei Beni ambientali e artistici al primo e all'ultimo comune, fino agli sminatori dell’esercito. Quando a fine gennaio si apriranno le buste farò in modo che si evitino contenziosi. Ma mi permette anche di dire che un altro capolavoro è stato l’aeroporto?» Lì avete rischiato davvero di chiuderlo. «Lo davano per spacciato. Mi ricordo ostacoli di un pezzo della classe dirigente, con denunce alla Procura e all’Europa. Noi abbiamo spiegato all’Italia e all’Europa che gli aeroporti minori svolgono un ruolo fondamentale nella connettività aerea. Abbiamo raccolto dati e dimostrato che avevamo ragione. L’11 febbraio sarò a Napoli a relazionare il tutto alla commissaria europea. Gli aeroporti minori oggi portano anche la firma delle nostre battaglie per l’aeroporto d’Abruzzo». Concretamente che cosa avete ottenuto? «L’Abruzzo e gli altri aeroporti minori avranno nuove produzioni normative e nuove coperture finanziarie. In Parlamento c’è un amplissimo fronte per portare fino a 1 milione di passeggeri l’esclusione degli aeroporti minori dalle procedure comunitarie». Il Masterplan è l’altro dossier chiave del 2017. «Dicevano che non si sarebbero state risorse. Renzi ha concepito il Masterplan all’Aquila tra i sampietrini». Con i contestatori anti-triv in strada. Ora però bisogna correre con i progetti. «Settantasette interventi con zero euro alle società di assistenza tecnica». Cioè? «Pago il personale interno alla Regione per le procedure realizzatorie. E il nostro numerosissimo personale impara anche la complessità amministrativa. Con le società di assistenza tecnica li avevano ridotti al livello del personale di un cotonificio». Anche i sindaci dovranno darsi una mossa, ma molti di loro non hanno uffici tecnici all’altezza. «Porteremo anche i Comuni a condurre attività di artigianato amministrativo». Nel Masterplan c’è qualcosa anche per le ferrovie. In questo settore siamo un po’ in ritardo. «Nell’ottobre del 2015 il Parlamento europeo ha accettato l’ingresso dell’Abruzzo, del Molise e del nord della Puglia nella copertura delle reti Ten-t. Adesso dobbiamo lavorare con Rfi per la progettazione esecutiva, affinché la commissione e il governo italiano finanzino, nel rapporto 20 a 80, il potenziamento delle ferrovie, per ridurre i tempi di percorrenza sulla linea adriatica. Inoltre nel contratto di servizio con Rfi e Mit compaiono 1 miliardo 566 milioni per la direttrice Pescara-Roma». Una partita ancora aperta è quella dei porti. Avete chiesto il passaggio sotto Civitavecchia. Il ministro Delrio vi ha risposto? «Ho ottenuto dal ministro Delrio ad avere una connessione funzionale con Civitavecchia rimanendo nel quadro del sistema portuale di Ancona». Niente trasferimento? «Non sono interessato all’una o all’altra affiliazione. A me interessa l’ingrandimento dell’autonomia gestionale dei porti di Pescara, Ortona e Vasto, senza che le pratiche debbano essere definite ad Ancora o Civitavecchia. Io mi apparento con chi mi dà più autonomia». A proposito di autonomia,finalmente l’Abruzzo è uscito dal commissariamento della sanità... «Quello è stato un lavoro esclusivo dell’assessore Silvio Paolucci. Lì dovrà aprirsi una nuova stagione della responsabilità per evitare i safari». Intende le campagne a difesa di questo o quell’ospedale? «Dovremo produrre un patto costituente dentro il Consiglio regionale per evitare l’assalto della diligenza». Fa parte di questo patto il documento sottoscritto due giorni fa da lei e dagli assessori Di Matteo e Gerosolimo e Olivieri? «Riconosco le esigenze che pongono gli eletti nel quadro della programmazione regionale...». Presidente, sia meno dalfonsiano... «Se mi chiedono che vogliono lavorare di più li incoraggio» . Con quell’accordo riconosce però l’esistenza di una corrente all’interno della maggioranza... «Sono arrivato al governo della regione con numerose liste civiche in uno dei momenti di maggior trapasso della vita regionale. C’era un punto interrogativo sulla qualità e quantità dei numeri dei 5 stelle e non sapevo quale era la profondità dell’insediamento del centrodestra. Ho messo in campo una specie di partito regione». Che oggi si rivela un po’ scomodo. «Va precisato il quadro delle priorità. Serve un vero e proprio patto di coalizione, sapendo che ci sono molte cose da fare e molta responsabilità da declinare. Non sono meravigliato che un assessore mi chieda di lavorare. Quello di cui non mi devo meravigliare è che questo lavoro non vada a disfacimento della programmazione». Per questo vuole anche una nuova legge elettorale? «Nel 2017 presenterò una proposta di riforma sia della legge elettorale che del collegio elettorale e delle modalità per portare più Abruzzo nella Regione e dare un colpo definitivo alle pressioni cantonali». I vecchi campanili... «Quelli che hanno prodotto l’incompiuta di Bisenti e l’incompiuta di Chiauci. Nel 2017 sarà completata la diga di Chiauci e saranno restituite le terre ai cittadini di Bisenti. E confezioneremo, spero, almeno 100 ettari di terreno industriale da potere consegnare chiavi in mano agli imprenditori di dentro e fuori Abruzzo, che vogliono investire. L’unica condizione che porremo è la ricaduta occupazionale». Dove sono le aree? «Le aree sono già nella disponibilità dell’Arap (l’agenzia che ha sostituito i vecchi nuclei industriali, ndr.)». Vantaggi per le imprese? «Procedura zero. Ti insedi e 180 giorni dopo vengo a controllare se fai industria o altro». Probabilmente nel 2017 il Paese tornerà al voto per eleggere il nuovo Parlamento. Lei che cosa farà? «Se si vota nel 2017 mi dedicherò alla campagna elettorale per i candidati della mia parte politica e resterò legato potentemente al mio ruolo regionale. Se si voterà nel 2018 sosterrò i candidati delle politiche e creerò le condizioni perché un abruzzese entri nella prima fila del governo del Paese». Che cosa è cambiato per lei con il passaggio dal governo Renzi a quello Gentiloni? «Assolutamente nulla. Oggi (ieri per chi legge, ndr.) Gentiloni è stato a Sulmona a casa dei genitori di Fabrizia Di Lorenzo. Dopo mi ha chiamato per dirmi della bella iniziativa sulle politiche attive per i giovani nel nome di Fabrizia. E mi ha assicurato una nuova visita in Abruzzo per mettere a fuoco alcune priorità. Quanto ai ministri, ho un rapporto di amicizia personale con almeno cinque di loro: ai primi posti pongo Graziano Delrio con Claudio De Vincenti (che il 10 gennaio sarà qui per il Masterplan) e Luca Lotti, poi Roberta Pinotti e Marco Minniti. Ho anche un rapporto di risulta da combattimento impegnativo con Maria Elena Boschi e frequento quotidianamente viceministri e sottosegretari. Ormai mi immaginano un inquilino abusivo».

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