ORTONA Il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, organo del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, boccia il Piano Regolatore del porto di Ortona evidenziando «macroscopiche inadempienze della Regione Abruzzo sull’iter procedurale approvativo ela mancanza di approvazione all'interno di un contesto di "Sistema Portuale"». La notizia è stata diffusa dal consigliere comunale di Fora Italia Tommaso Cieri. «Nel documento si ribadisce che l'Autorità Portuale, a cui necessariamente deve essere sottoposto il detto piano di programmazione urbanistica portuale è l'Autorità Portuale di Ancona» spiega Cieri «in presenza di tale grave carenza appare necessario reiniziare l'iter procedurale praticamente daccapo, e ciò anche al fine, di evitare, dati anche i grandi interessi in ballo, delle potenziali esposizioni ad azioni giudiziarie di annullamento. Tale scellerata conduzione delle politiche portuali segna un nuovo ed ulteriore grave danno alla città di Ortona e alle sue economie, si torna, inoltre, al piano approvato nel 1969 con criteri e concetti di un'altra epoca. tutto il lavoro fatto, le interminabili discussioni sui pennelli, moli e quntaltro sono stati dunque del tutto inutili». Cieri spara a zero sull’eswecutivo targato D’Ottavio. «Questa amministrazione locale, in negativa sintonia con la Regione Abruzzo, è riuscita a combinare l'ennesimo pasticcio che si inserisce in una lunga serie di eventi negativi, a partire dalla disgraziata vicenda dell'escavazione del porto ancora sub judice, o alla insistenza di voler condurre il porto di Ortona all'interno dell'Autorità Portuale di Civitavecchia e ciò in aperto contrasto sia con la normativa vigente che ci riconduce all'interno dell'Autorità Portuale di Ancona che con i principi che hanno ispirato la creazione delle “nuove" autorità portuali e cioè il contesto di sistema, che guarda caso è stato anche il principio, il cui mancato rispetto, ha determinato l'annullamento del Piano regolatore del Porto di Ortona». Poi la proposta di Cieri per limitare i danni. «In tale situazione sarebbe auspicabile che in una riformulazione attualizzata del Piano Regolatore del Porto di Ortona, venissero calate le “nuove e sopravvenute" esigenze del territorio, esigenza peraltro già manifestate dalla città e cioè una totale negazione del deposito di Gpl e l'eliminazione della cementificazione della "ritorna". Solo in questo modo un errore potrebbe costituire una risorsa».