Agli sportelli delle Poste, in banca, con un bonifico online, con il Pos mobile del controllore, nelle oltre 700 rivendite autorizzate: le multe dell'Atac si possono pagare in mille modi. Il problema è che non le paga nessuno. O quasi. Soltanto il 10% dei portoghesi pizzicati dai verificatori infatti salda il suo conto con la municipalizzata dei trasporti. Tutti gli altri se ne infischiano. Anche per questo la partecipata del Campidoglio ora bussa alla porta degli esattori privati. Poco prima di capodanno è stato bandito un avviso pubblico per ingaggiare «imprese in grado di offrire il servizio di pagamento e riscossione dei verbali di accertamento e delle ordinanze ingiuntive». Il bando dà tempo alle ditte esterne di formulare una manifestazione d'interesse entro il prossimo 31 gennaio.
IL FLOP
Fino a oggi Atac si è occupata in prima persona (e si è visto con quali risultati...) di riscuotere le multe contro i passeggeri senza biglietto, ma anche di incassare i verbali notificati dagli ausiliari del traffico agli automobilisti indisciplinati che parcheggiano sulle corsie preferenziali o che non pagano il ticket sulle strisce blu. «Il pagamento delle sanzioni e la relativa riscossione - si legge nell'avviso dell'azienda dei trasporti - sono da sempre gestiti attraverso i canali tradizionali a disposizione di Atac: bollettini postali e sito dell'azienda».
Una gestione colabrodo, considerato che gli introiti legati alle multe sui mezzi pubblici negli ultimi sei anni si sono dimezzati, passando dagli oltre 2 milioni di euro incassati da Atac nel 2010 al milione registrato nel 2015. Un bottino miserrimo, considerato che almeno il 25% dei viaggiatori, secondo le prudenti stime dell'azienda, sale a bordo di bus e metro senza sganciare un euro. E infatti anche i biglietti venduti sono in picchiata. Si passa dai 105,7 milioni di ticket staccati nel 2010 agli 89 milioni riportati nell'ultimo rapporto di gestione. Per combattere l'evasione record il vecchio diggì dell'azienda, Marco Rettighieri, aveva pensato di arruolare dei controllori privati. Ma quel piano è rimasto bloccato nei corridoi di via Prenestina.
Ora è il nuovo amministratore unico Manuel Fantasia, nominato a settembre dal M5S, a cercare soluzioni all'esterno per migliorare i numeri disastrosi della riscossione. «Atac ha deciso di rivolgersi al mercato per individuare i soggetti che possano assicurare l'estensione dei servizi di pagamento nel modo più capillare possibile», si legge nel bando. L'obiettivo è ingaggiare un'azienda che possa assicurare «una rete di punti di pagamento strutturata su tutto il territorio nazionale, compreso in particolare il territorio di Roma Capitale» e che si occupi direttamente della riscossione, comprese le ordinanze ingiuntive.
LE COMMISSIONI
L'appalto non dovrebbe costare un euro alle casse (malandate) della partecipata dei trasporti, dal momento che le ditte che verranno reclutate lavoreranno a percentuale sulle multe incassate. I privati, si legge ancora nell'avviso di Atac, «riscuoteranno dall'utente una commissione per il servizio reso». La logica è chiara: più multe intaschi, più guadagni.