La denuncia della Fiom: alla Iab di Campi Bisenzio la proprietà licenzia tre dipendenti e mette i delegati in cassa integrazione. Non hanno accettato di spalmarla sulle altre mensilità. Il sindacato: "Atteggiamento discriminatorio e inaccettabile"
Non hanno accettato la volontà del titolare di spalmarsi la quattordicesima mensilità sulle altre, togliendola ad eventuali nuovi lavoratori assunti, e in risposta sono arrivate alcune lettere di licenziamento e la collocazione in cassa integrazione a zero ore di alcuni lavoratori, tra cui i tre delegati sindacali. È la denuncia che arriva oggi (2 gennaio) dalla Fiom Cgil di Firenze.
La Iab Srl di Campi Bisenzio, azienda che occupa 45 dipendenti nella produzione degli accessori metallici per rinomate griffes della moda, da tempo soffre di un calo di ordinativi di mercato. “Per questa ragione – spiega Andrea Vignozzi della Fiom – nel mese Maggio il titolare ha aperto una cassa integrazione ordinaria dove ha collocato una parte dei dipendenti, nonostante la nostra contrarietà; come Fiom infatti assieme alla Rsu, proponemmo di re-internalizzare alcune produzioni oggi realizzate fuori”.
Oltre all'ammortizzatore la richiesta che il sindacato non ha firmato, di spalmare una mensilità sulle altre, cancellando la quattordicesima per gli eventuali nuovi assunti e bloccando gli aumenti per i lavoratori ad oggi in servizio, riducendo così gli stipendi.
Pochi giorni fa la sorpresa: “Sono arrivate tre lettere di licenziamento, ad oggi, e sono stati posti in cassa integrazione alcuni lavoratori sinora rimasti fuori. Un comportamento inaccettabile dell'azienda. Riteniamo inoltre discriminatorio aver posto in cassa integrazione i delegati, quindi i rappresentanti dei lavoratori, solo perché contrari alle volontà del titolare ma comunque disposti a trovare soluzioni meno traumatiche”. Per questo, avverte Vignozzi, “adotteremo tutto ciò che è in nostro potere contro queste decisioni aziendali profondamente ingiuste. Non si fanno i profitti, né si media, sulla pelle dei lavoratori”.
Ha aggiunto Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil: “Se fosse confermato l'atteggiamento dell'azienda, si ritornerebbe ai padroni delle ferriere, al 1917, e non al 2017. Attiveremo tutti i percorsi possibili, partendo da chi ha la responsabilità di governo del territorio, quindi il comune di Campi Bisenzio”.