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Data: 08/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, via alla svolta ma non per tutti. Gli interventi: Ape, Opzione donna, Precoci e Usuranti

ROMA Molte novità, solo in parte operative da subito, e alcuni nodi che il governo dovrà sciogliere nelle prossime settimane: per la previdenza la legge di bilancio entrata in vigore all'inizio dell'anno rappresenta con tutta probabilità la più significativa revisione delle regole dopo la riforma Fornero. Se è vero che l'impianto di quel provvedimento non viene smantellato dalle nuove norme, è anche evidente che le deroghe inserite sono particolarmente significative sia per il loro numero sia per il fatto che non guardano più solo al passato per correggere effetti eccessivi della legge del 2011 ma puntano a costruire forme di flessibilità strutturali, pur se limitate, per una serie di categorie.

GLI STRUMENTI Lo strumento di cui si è più parlato è naturalmente proprio l'Ape, l'anticipo pensionistico che dovrebbe debuttare da maggio nella sua duplice veste di prestito per coloro che desiderano anticipare il momento dell'uscita del lavoro e di indennità (fino a un massimo di 1.500 euro mensili) per particolari categorie (disoccupati senza più diritto ad ammortizzatori, disabili con invalidità pari ad almeno il 74 per cento, lavoratori che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave). L'impianto di massima dei nuovi strumenti, a cui si aggiunge poi anche uno specifico Ape da attuare in caso di accordi aziendali, è stato definito nella legge di bilancio sulla base degli accordi raggiunti con i sindacati ma molti aspetti critici, dall'importo minimo e massimo dell'Ape volontaria alla definizione definitiva delle platee coinvolte in quella sociale devono essere definite con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) che dovrebbe vedere la luce entro il prossimo 2 marzo. Subito dopo dovranno essere conclusi gli accordi-quadro con il settore bancario e assicurativo, interessati in quanto rispettivamente per l'erogazione del presto e la sottoscrizione della polizza che scatterà nel caso in cui il pensionato muoia prima di aver restituito, in 20 anni, il prestito: tassi di interesse e premi assicurativi sono aspetti altrettanto delicati. Gli interessati all'Ape dunque dovranno attendere un altro po', ma nelle prossime settimane dovrebbero partire le prime iniziative informative.
Coincide con la platea dell'Ape sociale quella degli interessati ad un'altra novità, la riduzione a 41 anni di anzianità del requisito per l'uscita anticipata a vantaggio di chi ha iniziato a lavorare presto (precoci): anche in questo caso occorrerà attendere maggio per l'operatività.
Devono invece presentare la propria domanda tassativamente entro il prossimo primo marzo (l'Inps ha già aggiornato le proprie procedure) i potenziali coinvolti nell'ottava salvaguardia dei cosiddetti esodati, coloro che hanno dovuto rinviare la pensione per effetto della riforma Fornero: il nuovo (e almeno nelle intenzioni ultimo) lasciapassare per uscire con le regole ante-2012 riguarderà un massimo di 27 mila persone, in larga parte lavoratori collocati in mobilità o che hanno scelto di versare contributi volontari dopo l'interruzione del rapporto di lavoro.
Potranno presentare la propria domanda di pensione anche le lavoratrici dipendenti ed autonome ripescate per l'uscita con il contributivo pieno: sono essenzialmente quelle nate tra ottobre e dicembre del 1958 (o del 1957 se autonome) che hanno maturato entro fine 2015 i 35 anni di anzianità: per loro però la pensione scatterà effettivamente tra giugno e agosto (dipendenti) e tra dicembre e febbraio 2018 (autonome) per effetto del vecchio regime delle finestre.

LA RIDUZIONE IRPEF È immediatamente utilizzabile - anche se sul tema è atteso un decreto ministeriale - una delle novità a favore dei soggetti impegnati in lavori usuranti così come definiti dal decreto legislativo 67 del 2011 (notturni, addetti alla catena, conducenti di veicoli pesanti, categorie comunque diverse da quelle delineate per l'Ape sociale): queste persone, che maturano la pensione con le regole ante-Fornero (quota 97) non dovranno più attendere proprio le finestre, che comportavano un'attesa di dodici mesi.
Sono operative anche le novità della legge di bilancio che riguardano coloro che già sono in pensione: dalla riduzione dell'Irpef per chi ha meno di 75 anni, all'incremento della quattordicesima, che però verrà pagata a luglio.

Ape. Anticipo sociale con limiti di spesa
La complessa normativa dell'Ape (anticipo pensionistico) si rivolge sia a coloro che a partire dai 63 anni di età desiderano volontariamente anticipare l'uscita (ai quali sarà riconosciuto un trattamento anticipato sotto forma di prestito la cui restituzione andrà poi a ridurre la pensione definitiva) sia coloro che si trovano in una situazione di bisogno, che percepiranno invece come Ape sociale - per lo stesso periodo provvisorio - un'indennità fino ad un massimo di 1.500 euro mensili. In questo secondo caso però l'erogazione è prevista nei limiti di determinati importi di spesa annuale: di conseguenza le domande saranno monitorate e in caso di necessità il beneficio sarà riconosciuto con criteri di priorità, dunque non a tutti.

Opzione donna. Uscita per le nate alla fine del 1958
La cosiddetta opzione donna consiste nella possibilità per le lavoratrici di accedere alla vecchia pensione di anzianità con 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 se autonome). Si tratta in realtà di una sperimentazione che avrebbe dovuto concludersi con le pensioni maturate nel 2015: la norma inserita nella legge di bilancio ripesca le lavoratrici che conseguivano il requisito di età nell'ultimo trimestre di quell'anno, dunque le nate nell'ultimo trimestre del 1958 (o 1957). Per loro però il diritto si perfeziona a 57 (o 58) anni e sette mesi, quindi retroattivamente a partire da maggio 2016. Per l'uscita effettiva però le interessate dovranno comunque attendere altri dodici mesi se dipendenti o 18 se autonome. In cambio del significativo anticipo i relativi trattamenti saranno più bassi in quanto calcolati per intero con il sistema contributivo.

Precoci. Sconto di 1-2 anni, stop penalizzazioni
Con la legge di bilancio il governo ha voluto attenuare la severità della riforma Fornero anche nei confronti di una particolare categoria quella dei precoci, coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto. Per disoccupati senza ammortizzatori, disabili o soggetti impegnati in lavori gravosi (la stessa platea dell'Ape social) il requisito contributivo per la pensione anticipata scende a 41 anni dagli attuali 42 e 10 mesi (uno in meno per le donne): lo sconto dunque si avvicina a uno-due anni. Inoltre è definitivamente abolita la penalizzazione che sarebbe scattata dal 2018 sull'importo della pensione di chi matura la pensione anticipata senza aver compiuto 62 anni di età: un taglio che avrebbe tipicamente colpito coloro che hanno iniziato a versare contributi in giovane età.

Usuranti. Per i lavori pesanti niente più “finestre”
La nozione di “lavori usuranti” era stata definita nel 2011, ancora prima della legge Fornero: la riforma ha poi stabilito che gli interessati (essenzialmente quelli impegnati in attività comeminiere e fonderie, lavoratori notturni, addetti alla “linea catena” e autisti di mezzi pesanti) possano andare in pensione con le regole precedenti ed in particolare “quota 97”. Ora la legge di bilancio 2017 cancella per questi lavoratori il regime delle finestre, che comprendeva un’ulteriore attesa di dodici mesi, e a beneficio degli stessi soggetti azzera in via sperimentale a partire dal 2019 l’adeguamento all’aspettativa di vita (e dunque l’allungamento) dei requisiti di età e di contribuzione. Inoltre viene attenuato il requisito temporale richiesto, ovvero il periodo nel quale devono essere state esercitate le attività usuranti.

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