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Data: 11/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Alitalia cambia governance, nel cda l'uomo dell'emiro

ROMA Etihad vuole cambiare passo ad Alitalia, rafforzando la governance con i soci italiani e provando ad imprimere una svolta al piano industriale dopo l'impasse di questi mesi e l'irritazione del governo. La prima mossa, dopo il vertice di lunedì in cui l'esecutivo ha chiesto un piano condiviso con gli azionisti, sarà quella di impegnarsi direttamente nella compagnia inserendo nel cda un componente del governo di Abu Dhabi, Ahmed Ali Al Sayegh, ceo del gruppo Dolphin Energy Limited, per un confronto più stretto e costruttivo con gli azionisti, Intesa e Unicredit in testa. Un passo che testimonia come il rapporto con James Hogan e probabilmente con lo stesso Cramer Ball, rispettivamente vicepresidente e ad di Alitalia, sia arrivato alle battute finali. Del resto, i soci italiani hanno fatto capire di voler avere una interlocuzione non con i manager, che non hanno brillato per risultati, ma direttamente con l'azionista di Etihad, a quel che risulta anch'esso decisamente insoddisfatto dell'andamento del vettore (le perdite 2016, come noto, sono a quota 400 milioni di euro). Proprio per questo la seconda mossa di Etihad, anche questa concordata con le banche e caldeggiata dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, sarà di sottoporre nelle prossime ore il piano messo a punto da Ball all'attenzione di un advisor industriale, che dovrà verificarne la sostenibilità economica. Poi spetterà ai soci, nel giro di un paio di settimane, condividere le scelte strategiche e scriverle nero su bianco nel nuovo business plan. Di certo gli azionisti hanno ben fermi alcuni punti che confluiranno nel piano. Il primo è la revisione della governance, con un rapporto tra i soci che dovrà essere costante, in netta discontinuità con il passato. Il secondo riguarda il nodo delle alleanze, considerato che quella con Air France e Delta blocca lo sviluppo delle rotte verso il Nord America, le più profittevoli, e va dunque rimessa in discussione, Il terzo punto prevede la ricerca, in tempi brevi, di una alleanza sul medio raggio, per trovare una struttura dei costi equilibrata. Insomma, si cerca un socio industriale, Lufthansa o altri, in grado di sostituire nella compagine azionaria le banche, il cui mestiere non è proprio quello di far volare gli aerei. Ma Etihad e soci cercano anche una sponda importante dal governo che, proprio per dare una mano alla ex compagnia di bandiera, potrebbe muoversi sia sul fronte della liberalizzazione degli slot di Linate sia su quello delle rotte verso gli Stati Uniti. Per non parlare degli impegni, presi all'epoca del salvataggio, ad incrementare il turismo verso l'Italia. Impegni rimasti sostanzialmente sulla carta.
Infine c'è il nodo degli esuberi che non supererebbero, almeno nell'ultima versione del piano, quota 1.500. In attesa che i soci mettano a punto la strategia complessiva, è slittato l'incontro con i sindacati previsto per oggi. E proprio l'incertezza sulle prospettive - il piano industriale è in gestazione da giugno - starebbe per spingere Cgil, Cisl e Uil a proclamare per febbraio uno sciopero. Oggi riunione delle organizzazioni sindacali per decidere cosa fare.

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