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Pescara, 25/07/2024
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Data: 11/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Maltempo in Abruzzo - La Regione: «Stato di calamità». Ma l’emergenza non è finita. La Giunta pronta a varare la richiesta. Gli enti locali dovranno stilare la lista (anche se provvisoria) delle necessità

L'AQUILA E’ stato di emergenza per i territori colpiti dal maltempo degli ultimi sei giorni. Confermato ieri l’orientamento della Regione che domani deciderà nel merito. Per l’iter verrà seguita la stessa strada scelta per l'alluvione che colpì la Marsica e la Valle Roveto nell'ottobre del 2015, quando l'acqua flagellò e isolò (diverse anche le vittime) decine di piccoli Comuni provocando danni sia pubblici che privati. All'epoca si scelse la via dello stato di emergenza regionale, votata dal Consiglio regionale. E risale soltanto a poche settimane fa lo sblocco dei fondi destinati ai Comuni che attestarono di avere subìto dei danni. Si tratta comunque di una procedura più veloce rispetto alla richiesta nazionale di stato di calamità. La procedura per l'attuale ondata di maltempo sarà la stessa, ma si passerà direttamente attraverso la giunta regionale entro la settimana prossima. Il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile Mario Mazzocca, tuttavia, mette in guardia: l'emergenza non è ancora finita, entro il weekend, secondo le previsioni del sistema “Allarmeteo'” della Sala operativa della Protezione civile, la neve arriverà sul versante abruzzese sinora risparmiato dal maltempo, quello aquilano. Ed è probabile che durerà per tutto il mese. «Fra oggi e domani si prevede un innalzamento delle temperature, ma da venerdì e poi sabato e domenica una perturbazione atlantica colpirà tutto il versante abruzzese risparmiato sinora: Valle Roveto, Marsica, L'Aquila. Si tratta», spiega Mazzocca, «di una previsione abbastanza certa». Nonostante l’emergenza sia ancora in corso, la Protezione civile regionale ha già cominciato a predisporre tutte le attività necessarie per il riconoscimento di una compartecipazione alle spese sostenute e rendicontabili per gli interventi effettuati dai Comuni per fronteggiare l'emergenza, secondo il principio della sussidiarietà: e cioé, la prima risposta dev'essere a livello locale; poi, quando un Comune non riesce a fronteggiare una situazione critica con i propri mezzi il sindaco mobilita i livelli superiori (la Provincia, la Regione, lo Stato). Mazzocca ricorda anche che «a dicembre il Consiglio regionale ha stanziato 400mila euro per fronteggiare l'emergenza neve sulla viabilità provinciale» e che «è stato per tempo attivato un contributo specifico e straordinario per i 14 Comuni terremotati». Un appello alla Regione per lo stato di calamità era stato lanciato da Confartigianato: «E’ stato un vero e proprio colpo di grazia al commercio abruzzese», ha dichiarato il delegato Commercio di Confartigianato Abruzzo, Massimiliano Pisani «un settore già logorato dalla crisi e da tutti gli eventi che hanno portato il 2016 a essere un anno maledetto. Pescara, Montesilvano e Chieti sono state le città più colpite della regione. Allerta meteo diffusa da giorni e Piani neve programmati e pagati con soldi pubblici che, però, purtroppo, non hanno dato alcun esito. Una regione in ginocchio, e questo è davanti agli occhi di tutti. Un danno enorme e non solo per i cittadini, ma anche per le nostre tante piccole aziende danneggiate oltre che dalla neve anche dalle strade rimaste chiuse per 48 ore». Per Confartigianato «gli unici beneficiari di questa situazione, come al solito e come sempre sono i centri commerciali che si sono organizzati privatamente e in tempo». Per Pisani occorre «un immediato stanziamento di fondi che tuteli non solo i cittadini ma anche le imprese di prossimità e le piccole aziende. Chiediamo inoltre alla Regione di avviare accertamenti per individuare gli eventuali responsabili di questo sfacelo, affinché possano assumersi le proprie responsabilità». Stessa richiesta arriva dagli operatori turistici che parlano di Caporetto del turismo montano per la paralisi dei collegamenti che hanno obbligato molti esercizi a una chiusura forzata. E ieri stesso si è mossa la Copagri, la confederazione dei produttori agricoli che ha inviato a tutte sedi periferiche, ai tecnici, e alle imprese agricole associate., la richiesta di fornire «elementi utili per documentare e certificare i danni che questa eccezionale nevicata ha già fatto e farà nei prossimi giorni». «Diamo per scontato il riconoscimento della dichiarazione di stato di calamità naturale», dice Copagri, «e non intendiamo offrire alibi per lungaggini burocratiche che sono solite nelle necessarie verifiche le quali, talvolta, sono poi risultate nel passato anche discrezionali».

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