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Data: 13/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensionamenti ancora in calo: alla fine del 2016 meno 126 mila

ROMA La stretta sui requisiti anagrafici per andare in pensione sta producendo risultati significativi. Le nuove pensioni liquidate dall'Inps nel 2016 sono scese sotto il mezzo milione, attestandosi a 443.477 per la precisione, ovvero ben 126.000 in meno rispetto a quelle liquidate nel 2015 pari a 570.002 (-22,2%). Il dato comprende tutte le gestioni (dipendenti, autonomi, parasubordinati, sociali) e tutte le tipologie (vecchiaia, anzianità/anticipata, invalidità e superstiti).

IL TAPPO Centoventiseimila persone che vanno in pensione più tardi è un risultato importante per i conti dell'Inps (è previsto un rosso di oltre sei miliardi nel 2017), che incassa più contributi ed eroga meno assegni. Ma non è detto che sia positivo dal punto di vista sociale. Non lo è in un periodo di mancanza di creazione di nuovi posti: questi centoventiseimila pensionati in meno sono un tappo per i giovani alla ricerca di un impiego. Basti pensare che, secondo gli ultimissimi dati Istat, lo stock complessivo di occupati nel 2016 rispetto al 2015 è aumentato di 201.000 persone: ora abbiamo la certezza che oltre la metà - 126.000 appunto - sono i pensionandi bloccati al loro posto dall'aumento dei requisiti. C'è poco da meravigliarsi quindi se il tasso di disoccupazione giovanile è schizzato verso l'alto, avvicinandosi paurosamente alla soglia del 40%.

LA STRETTA A determinare il calo dei nuovi pensionati - spiega l'Inps - è l'aumento di 4 mesi dei requisiti di età come adeguamento all'incremento della speranza di vita. Una stretta che per le donne si aggiunge all'aumento dell'età di vecchiaia scattato nel 2014 (18 mesi in più per le lavoratrici dipendenti e 1 anno per le autonome). Il combinato disposto ha così portato un calo del 30% (da 162.815 nuovi assegni nel 2015 a 113.500 nel 2016) per le pensioni di vecchiaia; del 28,5% (da 157.522 a 112.529) per quelle di anzianità. L'età media di uscita è arrivata a 65,5 anni per la vecchiaia, e a 60,5 anni per l'anzianità. Calano anche tutte le altre pensioni: -16% l'invalidità, - 29% gli assegni sociali , -12% superstiti. Non cambia invece l'importo medio mensile della pensione, pari a 987 euro: le più ricche (oltre duemila euro) restano quelle di anzianità dei dipendenti; le più povere (192 euro) quelle dei parasubordinati.

LA CASELLA Dopo le polemiche arrivano segnali di distensione tra il ministro del Lavoro e il presidente Inps. Ieri Poletti, confermando le indicazioni di Boeri, ha firmato il decreto di nomina del nuovo direttore generale dell'Inps: è una donna, Gabriella Di Michele, 57 anni, attuale direttore centrale entrate dell'istituto. La casella era vuota (occupata solo dal «facente funzioni», il vice direttore Vincenzo Damato) dal 22 novembre scorso, quando Massimo Cioffi si dimise per «contrasti insanabili» con il presidente Tito Boeri.

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