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Pescara, 25/07/2024
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Data: 13/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Economia in Abruzzo a due velocità. E a rimetterci sono le Pmi»

PESCARA I dati elaborati dall'Aps "M. Ciancaglini" dell'ufficio studi della Cisl Abruzzo - Molise, in base agli ultimi aggiornamenti degli enti di ricerca, dicono che se nel 2014 le assunzioni a tempo indeterminato in regione sono state 31.183, nel 2016 si è invece passati a 23.688. Con un calo, se si paragona il 2016 col 2015 – per quanto riguarda il totale di assunzioni a tempo indeterminato, assunzioni a termine, assunzioni in apprendistato e assunzioni stagionali – dell’11.6%. Ancora più marcato, sempre per lo stesso periodo, il calo per quanto riguarda le attivazioni di contratti a tempo indeterminato: meno 39%. Una crisi che dipende, almeno per Cisl e Uil, che concordano sull’analisi, dalla morìa delle piccole e piccolissime imprese, che fanno da contraltare ai risultati delle grandi aziende, per le quali è in atto una ripresa. «Si va a due velocità», spiega Maurizio Spina, segretario generale di Cisl Abruzzo e Molise, «con le piccole imprese da un lato e le grandi da un altro, in cui però le prime sono rappresentabili come una gamba malata, che rischia di diventare una palla di ferro. La situazione occupazionale», prosegue Spina, «vede che le grandi aziende stanno rispondendo tramite l’export, riuscendo quindi a stare sul mercato, mentre le piccolissime sono in difficoltà anche per il poco potere di acquisto da parte delle famiglie. Bisogna incentivare l’industria 4.0 e la tecnologia», sottolinea Spina, il quale ricorda che «dal 2008 ad oggi si sono persi, in Abruzzo, 27 mila posti di lavoro. Per questo abbiamo chiesto alla Regione se i progetti previsti dall’ente, come il Masterplan, siano in via di pubblicazione per rilanciare gli investimenti». Per Roberto Campo, segretario regionale della Uil, l’analisi è analoga. «Dall’inizio della crisi, quindi dal 2007-2008», fa notare, «ad oggi, in Abruzzo ci si muove strutturalmente con 20-25 mila occupati in meno. I lavoratori erano 500 mila e ora ne sono 475-mila-480 mila. L’altro aspetto da considerare», aggiunge, «è che, come sta avvenendo in tutta Italia, in seguito alla legge di Stabilità i contratti a tempo determinato stanno superando numericamente i contratti a tempo indeterminato. Inoltre», osserva Campo, «come terzo punto faccio notare che quel po’ di assunzioni che ci sono state, esse riguardano prevalentemente gli ultra cinquantenni, costretti a tornare al lavoro dalla legge Fornero sulle pensioni. Il quarto punto è che in Abruzzo la disoccupazione giovanile è al 40%. Ora è chiaro», rimarca Campo, «che le risposte a queste problematiche devono essere di livello nazionale, ma per quanto riguarda l’Abruzzo, continua a peggiorare l’economia delle piccole imprese, mentre per le grandi va meglio». Proprio nelle settimane scorse, infatti, Cgil Cisl e Uil, insieme con la Cna, hanno presentato una sorta di decalogo che incentivi le attività artigianali abruzzesi. La Cgil, con Rita Innocenzi, della segreteria regionale, punta il dito sulla sentenza della Corte Costituzionale dell’altro ieri, che ha escluso il ricorso al referendum, proposto dal sindacato, sulla reintroduzione articolo 18 dello statuto dei lavoratori, e sui voucher, per i quali, invece, si voterà. E sui voucher, si sofferma Innocenzi: «Del loro utilizzo è stato fatto un abuso e si pensi che in Abruzzo i numeri dicono che dal 2014 al 2016 è stato un crescendo: da 1.092.145, siamo passati a 2.006.173 nel 2015, fino ai 2.592.274 del gennaio-ottobre dello scorso anno. In Abruzzo si terranno nelle prossime settimane iniziative di rilievo», annuncia Innocenzi per la campagna referendaria.

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