TERAMO Si parla da anni della necessità, per Teramo, di avere più chilometri a disposizione per il trasporto pubblico locale. Tutte le ultime amministrazioni comunali hanno ripetuto la richiesta alla Regione, motivandola doviziosamente. Sono rimaste parole, soltanto parole. Perché la Regione all’inizio di quest’anno ha tagliato del 5 per cento i soldi destinati al Tpl. «Un taglio per tutti, orizzontale», dice il sindaco Maurizio Brucchi, «che per Teramo significa 100mila euro in meno e che non reputo giusto. Noi tra i capoluoghi abbiamo il territorio comunale più vasto d’Abruzzo e da molto tempo abbiamo meno chilometri a disposizione. Perché succede questo? Il problema, parliamoci chiaro, è di natura politica. Per dare più chilometri a noi dovrebbero toglierne a Pescara, L’Aquila e Chieti. Figuriamoci. Ora cosa succede? Dobbiamo decidere se Baltour farà meno chilometri oppure se quei 100mila euro ce li mettiamo noi. È davvero sconfortante prendere atto di questo quando dalle nostre frazioni, di pomeriggio, non si può venire in città con il bus perché ci sono solo due corse». Sempre alla Regione va attribuito l’aumento tariffario di circa il 15 per cento che ha colpito, ovviamente, anche le linee urbane di Teramo. Vincenzo Tassoni, responsabile territoriale provinciale dell’Udicon, l’unione per la difesa dei consumatori, parla di «un aumento irragionevole dei costi del servizio di trasporto pubblico urbano della città di Teramo. Infatti il relativo abbonamento annuale è passato da 286 euro per il 2016 a 329 euro per il 2017. L’aumento del 15% si pone in nettissimo contrasto con l'intento di incentivare l'utilizzo dei trasporti pubblici da parte dei residenti e sembra non considerare affatto il peso della crisi economico-finanziaria che attanaglia il tessuto sociale». L’Udicon segnala anche con preoccupazione lo stato di degrado dei viadotti dell’A24 a ridosso del traforo, chiedendo al governatore D’Alfonso di intervenire