Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/07/2024
Visitatore n. 738.563



Data: 14/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, un manager su due con il super stipendio: «Compensi fuori mercato»

Ancora prima di beneficiare dei bonus da 2,5 milioni di euro distribuiti dall'Atac subito prima di Natale, i dirigenti della municipalizzata dei trasporti di Roma avrebbero già potuto dirsi soddisfatti. Soltanto pochi mesi fa, infatti, una due diligence interna sulla «razionalizzazione del costo del lavoro del personale dirigenziale», ha scoperto che per 20 manager su 50 i compensi sono ampiamente al di sopra dei valori di mercato. Super-stipendi, se confrontati con quelli dei colleghi delle altre aziende dei trasporti che operano in Italia, sia pubbliche che private.
L'indagine, richiesta dalla vecchia governance con l'ordine di servizio numero 12 del 25 maggio scorso, ha elaborato un rapporto dettagliato sulle retribuzioni delle figure apicali di Atac. La task force, guidata dall'ex direttore del Personale Francesca Rango, aveva il compito di «rilevare la situazione attuale e individuare azioni di riduzione dei costi aziendali», come si legge nel documento di cui Il Messaggero è venuto in possesso.

L'ATTO RITIRATO DAL M5S Il secondo step la sforbiciata ai maxi-stipendi - è andato a vuoto, anche perché il 1 settembre i vecchi vertici, a partire dal diggì Marco Rettighieri, sono stati messi alla porta dalla giunta M5S. Ma la prima parte del benchmark, quella sull'analisi dei costi, è stata terminata. Portando a galla numeri significativi: dall'indagine è emerso infatti che quasi 1 dirigente su 2 percepisce emolumenti superiori ai valori di mercato. Fino 20-30 mila euro in più rispetto ai livelli retributivi che si registrano nelle altre municipalizzate del Paese.
Altro che bonus. Anche per questo l'Atac, nel giugno scorso, aveva presentato un provvedimento per non saldare i premi di produzione, i cosiddetti Mbo, previsti dal 2012 al 2016. Il motivo è semplice: quei gettoni extra erano legati al raggiungimento di obiettivi che però l'azienda non ha mai fissato. Quella proposta, che prevedeva una «transazione a zero», è stata ritirata dal nuovo amministratore unico, Manuel Fantasia, che il 12 dicembre ha firmato un accordo per pagare tutti i premi, tra il 30% e il 40% del totale.

ESPOSTO ALL'ANTICORRUZIONE Una decisione che ha suscitato reazioni polemiche su più fronti. Il Condacons ha deciso di presentare un esposto all'Anticorruzione e alla Corte dei Conti. I sindacati chiedono nuovi bonus «per tutti i dipendenti» (Cisl e Uil) e hanno già proclamato un nuovo «sciopero politico» entro il mese, come spiega Claudio De Francesco della Faisa Confail. Critica anche l'opposizione. Per Michela Di Biase del Pd, «i premi sono uno stop al risanamento», mentre per Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia, «i bonus arrivano mentre Atac rischia il default».
L'assessore Linda Meleo ha riconosciuto che per quei premi «gli obiettivi non sono mai stati fissati», ma che «per portare i conti in ordine» e «per evitare contenziosi», si è deciso di pagare «un terzo di ciò che i manager avrebbero dovuto avere». In tutto le indennità sbloccate ammontano in realtà a 15 milioni di euro: oltre ai 2,5 milioni per i dirigenti, la partecipata ha pagato 4,5 milioni per i bonus dei quadri e ha riconosciuto gli scatti di anzianità a 3mila dipendenti, per 7,7 milioni. Costo totale dell'operazione: 14,8 milioni di euro.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it