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Data: 17/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Manutenzioni fantasma, truffa al Cotral

Bandi truccati, manutenzioni mai effettuate, pezzi di ricambio non sostituiti, nascosti nei magazzini e poi rivenduti. Autobus pericolanti, carichi di pendolari che viaggiano su strada. E' la maxi truffa che si è consumata tra le mura delle officine convenzionate con la Cotral, l'azienda di trasporto regionale. Un raggiro che, oltre ad aver scavato un buco nelle casse della municipalizzata, per i pm Maria Letizia Golfieri e Stefano Fava avrebbe anche messo a repentaglio l'incolumità dei passeggeri. Ieri, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno stretto le manette intorno ai polsi del titolare di una società affidataria dell'appalto per la manutenzione dei bus. Si tratta di Mauro Valentini, 55 anni, pizzicato dalle cimici dei militari mentre pronuncia al telefono una frase eloquente: «Dobbiamo rubà nei modi giusti», dice a un collega quando l'inchiesta inizia a venire a galla e scattano le prime perquisizioni. Accusato di truffa e frode nelle pubbliche forniture, Valentini è ai domiciliari. Gli indagati, in tutto, sono 50, tra meccanici, titolari di officine convenzionate e, soprattutto, dipendenti e addirittura dirigenti della Cotral. I pm procedono anche per falso, rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. Tra gli indagati eccellenti, l'allora direttore della Divisione Ingegneria, Giuseppe Cherubini, accusato di abuso d'ufficio, e il responsabile del servizio di manutenzione Pasqualino Siggillino. L'inchiesta è scattata nel 2014, dopo l'esposto presentato dall'allora ad Vincenzo Surace. A insospettirlo, la sfilza di guasti che ogni giorno intralciavano le corse.
Le condizioni dei mezzi erano talmente precarie che spesso le vetture si incendiavano durante il tragitto. Tra le accuse contestate ai meccanici e ad alcuni dipendenti, anche l'attentato alla sicurezza dei trasporti e la turbata libertà degli incanti. Come si legge nelle carte della Procura, infatti, nel maggio 2009 Renato De Santis, in qualità di Presidente, Antonella Pucci e Sabrina Scornavacchi in qualità di componenti della commissione di gara, in violazione di legge «aggiudicavano all'Ati composta dalle imprese Polimar e Pelliccia, l'appalto per la fornitura, installazione e prima taratura di 1.380 cronotachigrafi digitali a bordo dei bus». La commessa, valeva 618.240.
DICHIARAZIONI FALSE
Gli indagati avrebbero poi attestato con dichiarazioni false di aver tarato la strumentazione. Perciò, il gip ha anche disposto il sequestro di 91mila euro, pari al valore degli interventi non effettuati. Nell'indagine è coinvolto un ufficiale di polizia giudiziaria, interno a Cotral, accusato di aver spifferato informazioni agli indagati. Fondamentale la denuncia sporta dal dipendente di una ditta coinvolta. Ha raccontato di aver assistito «alla rigenerazione di pezzi smontati dalle vetture Cotral per poi essere rimontati sulle stesse. Le parti meccaniche venivano sottoposte a procedure di contraffazione».
IL DIPENDENTE
A detta del lavoratore, «gli stessi illeciti venivano perpetrati in danno di altre amministrazioni pubbliche, come nel caso di un automezzo dell'Esercito: vennero smontate le pasticche dei freni, riverniciate e rimontate sullo stesso mezzo». Al denunciate era rimasta impressa una frase pronunciata di continuo dal capo a proposito dei lavori da effettuare per Cotral: «Su sta cosa qua nun ce magnamo gnente?». Per gli indagati la situazione è precipitata a fine 2013, quando i finanzieri hanno trovato pezzi di ricambio rubati nascosti nel magazzino di un indagatp. I colleghi si aspettavano controlli e hanno tentato di nascondere le prove del reato. «Me rode perché avevamo messo a posto tutto... tre cose solo hanno trovato», dice un meccanico pizzicato con alcuni pezzi riciclati. Per il gip, è provata l'esistenza di «uno scenario di diffusa illegalità comportante grave danno per la collettività». «Bene vertici #Cotral. Collaborazione e sostegno a inquirenti. Controllo e rinnovamento in azienda. Il Lazio cambia». Così in un tweet il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

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