PESCARA Il bello è che all'Aquila, la regina dell'Appennino, i primi fiocchi sono arrivati ieri sera. Prima, la perturbazione artica si era limitata a regalare temperature così polari da aver trasformato in un ghiacciolo gigante la fontana luminosa fresca di restauro, da giorni set obbligato per migliaia di selfie. Ma tutt'intorno, nel resto dell'Abruzzo, è un inferno bianco, come ben riassume l'arrivo dell'Esercito per liberare le strade di Chieti, sepolta da un manto di oltre un metro e mezzo, e di due centri teramani, Atri e Cellino Attanasio. In lista d'attesa ci sono Teramo città e Lanciano. Parla come in guerra il sindaco di Chieti Umberto Di Primio: «Ho sentito il generale Sergio Santamaria, sono in arrivo da Foggia trenta militari muniti di pale e un mezzo meccanico per le operazioni di rimozione neve. L'emergenza più grande sono le 10.000 persone ancora senza corrente elettrica e le grandi difficoltà che i mezzi hanno nel pulire le strade per la mole di neve accumulata: dovremmo spostarne migliaia di metri cubi nei punti di raccolta nelle principali piazze e poi trasportarla fuori città». Il conto dell'operazione sarà salatissimo. È peggio del 1956, l'inverno della mitica nevicata, peggio del 2012 quando pure ne fece tanta.
IN 400 MILA SENZA LUCE
È come aver messo le lancette indietro di un secolo. Da due giorni quattrocentomila residenti in Abruzzo, un terzo del totale, sono senza elettricità, che vuol dire anche niente riscaldamento; in provincia di Pescara duemila famiglie non hanno acqua potabile, per colpa del gelo e del black out. L'interruzione dell'energia elettrica è un capitolo che non si chiuderà a breve: l'assessore regionale alla Protezione civile Mario Mazzocca tuona contro le compagnie, che si difendono elencando riattivazioni parziali, e annuncia la richiesta di uno stato di calamità nazionale. L'autostrada A-14 è rimasta paralizzata per ventiquattr'ore a causa della caduta dei cavi dell'alta tensione tra Pescara e Ortona, su gran parte della A-24 Teramo-Roma non circolano mezzi pesanti per ordine del prefetto. Chiusa anche la Statale 80, dalla fondovalle Liri al raccordo Chieti-Pescara si circola poco e male sulle altre grandi arterie; segno della croce obbligatorio per chi si avventura sulle provinciali. I treni regionali viaggiano a singhiozzo da ieri e Trenitalia non esclude altre cancellazioni alla luce delle previsioni meteo aggiornate.
In vista, se il tempo non migliorerà, come purtroppo le previsioni confermano, c'è la paralisi dei rifornimenti alimentari, colpo di coda puntualmente annunciato dai mercati rionali deserti e dalla lievitazione dei prezzi nei negozi grandi e piccoli. In difficoltà, dalla Val di Sangro all'area di Pescara, anche le grandi industrie.
Non si va a scuola da giorni, in molti casi dall'inizio delle vacanze di Natale, e i sindaci rinnovano le ordinanze mattina dopo mattina. Chiusa l'università di Chieti, chiusi molti uffici pubblici. Può sembrare irrilevante per i non direttamente coinvolti, ma da Chieti a Teramo anche i funerali stanno diventando problematici e i sindaci consigliano rinvii dove possibile.
IL SINDACO CON LE CIASPOLE
Interi paesi e comprensori sono da 48 ore completamente isolati nell'Alto Sangro, nell'Alto Vastese e nella fascia pedemontana della Majella. Qui, nell'incantevole frazione di Roccacaramanico, un grappolo di case di pietra bianca abitate saltuariamente da una piccola elite di villeggianti italiani e stranieri, una storia da libro Cuore ha visto protagonista il giovane sindaco Rocco Crivelli. In piena notte ha calzato le ciaspole ed è partito da Sant'Eufemia, il Comune capoluogo, per andare a salvare una famiglia barese con bimba di due anni al seguito. «Hanno chiamato in preda al panico - racconta -, nevicava a bufera e la piccola era terrorizzata. Non c'era altra soluzione, ho preso le ciaspole e sono partito. La bimba me la sono caricata sulle spalle, ai genitori ho fatto strada fino in paese. Ma quale eroismo, la ricorderanno come un'avventura a lieto fine». In uno dei Comuni più alti della montagna pescarese, quando scatta l'emergenza ognuno fa quello che può. Con la pala, le ciaspole o la motoslitta, altro mezzo inforcato di frequente dal sindaco in persona: «In paese - spiega - dobbiamo organizzarci alla meglio senza fare troppo affidamento sui mezzi della Provincia. Il Comune ha un suo piccolo spazzaneve: l'unico operaio comunale e noi amministratori ci alterniamo alla guida».
Bruttissima, invece, l'avventura capitata l'altra notte all'autista di un trattore impegnato a liberare per conto del Comune di Pescara la strada che sale verso la collina di San Silvestro. Un automobilista rimasto bloccato ha chiesto di essere trainato e, di fronte al rifiuto, ha preso a sportellate il ruspista, mandandolo in ospedale. Episodio minore, che misura la tensione di intere popolazioni esasperate.
DUE I MORTI
Le vittime indirettamente collegate al maltempo sono per il momento due. Un anziano di Città Sant'Angelo, sulle colline pescaresi, uscito di casa per andare ad accudire il cane e caduto nel manto gelato senza possibilità di scampo. A Giulianova un diportista nautico di 67 anni, Roberto Zecca, è caduto dalla sua barca ed è morto nell'acqua gelata dell'Adriatico. Grave in ospedale un uomo di 45 anni di Città Sant'Angelo precipitato dal tetto mentre tentava di riparare l'antenna del televisore. Il paese è così ricoperto di neve che ieri mattina è crollata la pensilina della tribuna dello stadio. Per l'assistenza domiciliare dei malati e il trasporto dei dializzati la Protezione civile ha organizzato da ieri un ponte aereo con gli elicotteri del 118 e dei Vigili del fuoco.