TERAMO Mezza provincia senza luce, fragellata dalla neve, con interi paesi isolati. Una manciata di parole per descrivere una situazione di emergenza che non ha paragoni nel recente passato.
IL BLACK OUT. I disagi per la neve caduta ininterrottamente da lunedì sono stati amplificati dalla mancanza di energia elettrica, che è mancata fin dalla nottata fra lunedì e martedì in alcuni casi (come la zona interna della Val Vibrata e le aree montane fino a Montorio) per tutta la giornata fino a ieri notte.La mancanza di elettricità è stata causata da una serie di guasti – causati da manicotti di ghiaccio sui cavi – nella rete di alta tensione gestita da Terna. Sono andate fuori uso le cabine primarie di Teramo, Cellino, Isola del Gran Sasso e Sant’Omero. In totale in provincia sono rimaste disalimentate 90mila utenze, di cui 22mila a Teramo capoluogo. Circa 57mila utenze, delle 90mila, sono rimaste senza luce per i guasti all’alta tensione. Alle 19 erano ancora disalimentati 58mila clienti, di cui 9mila dipendenti dalla cabina di Sant’Omero che era in via di riparazione. Terna è intervenuta con 150 uomini, arrivati in rinforzo anche dal Lazio e dalle Marche. Poi l’Enel, che gestisce la media e bassa tensione – che rifornisce le abitazioni – ha dovuto rifasare la rete. Di conseguenza l’energia elettrica nel capoluogo è tornata nelle case a macchia di leopardo: intorno alle 15 a Teramo centro, alle 16,45 a Villa Mosca, ma lasciando altre aree della provincia al freddo e al buio. La mancanza di energia è stata gestita nei quattro ospedali con i gruppi elettrogeni e grossi disagi non ci sono stati. Gli uffici pubblici sono stati chiusi ma la mancanza di luce nei settori impegnati nell’emergenza neve ha creato indicibili disagi e ritardi, a causa della difficoltà di comunicazione: erano fuori uso computer e telefoni. Tanto che buona parte degli addetti della Provincia si è trasferita nel centro operativo in prefettura, dotata di un gruppo elettrogeno.
I SOCCORSI. Fondamentalmente la Provincia da ieri all’alba ha lavorato soprattutto per le emergenze, cioè per aprire strade in modo da portare soccorsi a persone da portare negli ospedali, a dializzati, a coloro, come i malati di Sla, a cui si erano scaricati i respiratori. Il 118 conta di aver fatto più di 200 interventi sanitari legati all’emergenza neve. Alcuni anche con l’elicottero. Molti interventi di questo tipo si sono verificati nella zona di Atri e della Val Fino, a Mosciano, Bellante. Altro fronte su cui hanno lavorato i mezzi di soccorso, anche dei vigili del fuoco, è stato quello degli allevamenti, rimasti isolati o con le stalle danneggiate. Un caso ad esempio si è verificato ad Atri.
L’ESERCITO. La prefettura ha chiesto l’intervento dell’esercito per gestire la situazione. Stanno arrivando in queste ore 60 uomini del Genio, che dovrebbero essere destinati soprattutto ad Atri, Cellino e in Val Fino. Ad Atri e Montorio arriverà il “bruco militare”, speciale mezzo antineve. «Da domenica sera siamo al lavoro sul territorio», commenta il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, «con operatori e ditte private, Ma per l’abbondanza e per la tipologia della neve il passaggio degli spazzaneve è spesso inutile: servono le turbine. Oltre alle nostre, ne abbiamo chieste altre: oltre a quelle che ci ha fornito l’Anas e Strada dei parchi, oggi ne arriveranno due da Trento e Bolzano, e altri mezzi dalla Lombardia». Ieri sera sono partiti tecnici della Provincia e volontari per soccorrere un centro di accoglienza che ospita immigrati a Rocche di Civitella, rimasto isolato e senza cibo.
LA MONTAGNA. I disagi maggiori, ovviamente, si sono verificati in montagna. La neve in alcuni punti ha raggiunto oltre un metro e mezzo. Rocca Santa Maria e Valle Castellana non sono raggiungibili perchè sulle due provinciali si sono abbattute cinque slavine bloccando il passaggio, persino degli spazzaneve. Il sindaco di Valle Castellana ha chiesto alla Regione l'intervento della Protezione civile e una famiglia è bloccata a Basto. Una decina di frazioni sono irraggiungibili a Rocca Santa Maria. Pietracamela è rimasta isolata fino a ieri pomeriggio. E’ rimasto bloccato anche il personale a bordo di uno spazzaneve. A Isola sindaco parla di «situazione irraccontabile, ci sono molte frazioni isolate», precisando che hanno chiesto il supporto di Regione e Provincia ma a vuoto. A Cortino sta finendo il carburante per i mezzi di soccorso e quel che c'è non si riesce a prendere perchè manca la luce, tanto che il sindaco è sceso a Teramo a comprarne. E’ questo un problema comune in molti centri in cui è mancata la luce.
Teramo diventa una città fantasma
Frazioni e quartieri collinari sepolti dalla neve, strade del centro allagate, tutte le attività azzerate dai blackout
TERAMO Niente luce, frazioni isolate e allagamenti in città. La nevicata da record che si è abbattuta su tutto il territorio comunale di Teramo ha lasciato uno strascico pesante di danni e disagi che per tanti cittadini non sono ancora finiti. Dalla notte al tardo pomeriggio di ieri il centro e le zone periferiche sono rimaste senza corrente elettrica e riscaldamento, il che ha reso Teramo una specie di città fantasma con la chiusura di negozi ed esercizi pubblici che si è aggiunta a quella delle scuole e degli uffici pubblici, rendendo le strade deserte. Quartieri e frazioni collinari sono rimasti a lungo isolati, sommersi da una coltre bianca di oltre mezzo metro. Nelle aree raggiunte in giornata dai mezzi delle ditte incaricate dal Comune di liberare le strade la neve è stata ammucchiata ai lati delle carreggiate bloccando le auto parcheggiate, che non è stato possibile spostare. Ruspe e spazzaneve hanno girato senza sosta ma diverse zone non sono state raggiunte. E' il caso di alcune frazioni più lontane dalla città, come Villa Romita, dove le strade sono rimaste invase dalla neve. Per liberare la cosiddetta viabilità secondaria in nottata sono arrivati una ruspa e quindici militari dell'esercito come stabilito nel corso della riunione tenuta nel tardo pomeriggio di ieri in prefettura per la gestione dell'emergenza e alla quale ha partecipato il sindaco Maurizio Brucchi. I soldati saranno impegnati da questa mattina negli interventi coordinati dal'assessore alla protezione civile Franco Fracassa per liberare le strade che ancora sono bloccate dagli accumuli di neve. «Li impiegheremo nelle situazione più critiche», spiega il primo cittadino, «a cominciare dalle frazioni». Nonostante l'attività dei mezzi comunali, infatti, ieri sono arrivate tante segnalazioni e proteste dalle frazioni che si trovano più in alto nel territorio comunale per il mancato passaggio degli spazzaneve. «In città il grosso del lavoro è stato fatto», spiega Brucchi, «ma i problemi non sono ancora finiti». La pioggia ha contribuito ad accelerare lo scioglimento della neve mandando però in tilt il sistema di smaltimento delle acque reflue. Tombini e griglie stradali in molte zone sono state ostruite dai detriti creando ampi allagamenti. Difficoltà di questo tipo sono state riscontrate in particolare su ponte San Ferdinando e nei pressi della rotonda davanti al bar Promenade dove l'acqua stagnante ha coperto la carreggiata creando problemi alla viabilità, comunque molto scarsa. I problemi maggiori sono stati comunque creati dall'assenza di elettricità. Con qualche breve intervallo in mattinata, la luce è mancata fino alle 17, quando gli interventi delle squadre di Terna arrivate anche da fuori regione hanno permesso di riattivare la corrente in centro e in alcune zone periferiche. «I lavori sono ostacolati dal maltempo e dagli accumuli di neve che rendono complicato il raggiungimento delle cabine principali», evidenzia il sindaco, «per cui non è stato possibile riattivare l'elettricità su tutto il territorio». Restano danni soprattutto lungo la linea della media tensione e per ovviare alla mancanza di energia durante la notte appena trascorsa sono stati posizionati venti gruppi elettrogeni nelle zone che risultavano ancora al buio. Solo oggi, però, sarà possibile tracciare un quadro esatto della situazione che indichi le aree in cui è necessario far tornare l'elettricità.