L’AQUILA Incontro con gli alleati per scrivere il programma e primarie di coalizione. Questa la ricetta del Pd per uscire dal pasticcio della riunione segreta che avrebbe dato il via libera alla candidatura a sindaco del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. Una ricetta lanciata dal segretario Stefano Albano e “ratificata” ieri sera dal Pd nel corso di una riunione non facile. Per il centrosinistra, in pieno caos per la scelta del nome, una lunga giornata, quella di ieri, cominciata con le dichiarazioni del sindaco Massimo Cialente che ha parlato di continuità e di coalizione ulivista, senza nascondere di vedere bene a capo del cartello Giovanni Lolli. Un nome, quello del vicepresidente della Regione, che il sindaco uscente ha da mesi lanciato come suo possibile “successore”, «la figura politica forte, per poter dialogare alla pari con Roma e garantire ai più giovani di crescere». Un’uscita, quella di Cialente, che non ha aiutato a riportare il sereno in casa del Pd. Poi nel pomeriggio, tra malumori, imbarazzi e veti incrociati, è andata in scena la riunione del gruppo dirigente allargata agli amministratori comunali. Forse il modo per sfatare l’idea che «certe decisioni vengono prese dai soliti noti davanti a un caminetto». Al centro dell’incontro proprio la questione delle primarie di coalizione. Una proposta arrivata per alcuni troppo tardi, ma comunque in tempo per evitare altre fibrillazioni interne ed “archiviare”, se possibile, l’idea delle primarie di partito, caldeggiata da chi evidentemente non vuole più recitare il ruolo di gregario. Primarie di coalizione, dunque, è questa la strada indicata dal Pd che stasera incontrerà gli alleati con i quali ha condiviso l’esperienza dell’amministrazione Cialente. Un incontro allargato anche ad altri, a quei gruppi – quali Territorio Collettivo – con i quali poter provare a scrivere un programma comune. Ma che ne pensano i diretti interessati? Ecco il viaggio del Centro tra le varie componenti del centrosinistra. «Il nostro obiettivo», ha chiarito ancora Albano, «è di costruire un’alleanza di centrosinistra il più possibile ampia, guardando anche a tutte le forze civiche e progressiste che non hanno governato con noi, ma non alle liste personali che rappresentano la morte della politica». In quanto al candidato sindaco del Pd, Albano taglia corto: «Non siamo in ritardo e non ci sono salvatori della patria ma persone autorevoli su cui il partito può contare». Ora la parola passa però agli alleati con i quali il Pd intende costruire il percorso. «Siamo pronti a sottoporre il nostro programma agli amici del centrosinistra», ha commentato Giancarlo Vicini che, con Giuliano Di Nicola e Adriano Durante, ha dato vita al gruppo Democratici e socialisti per L’Aquila. «Abbiamo chiesto primarie vere di coalizione, alle quali parteciperemo. Per noi il punto forte del programma dovrà essere il lavoro». Per Luca D’Innocenzo (Territorio Collettivo) va verificata la possibilità di costruire un’alleanza civica-progressista che ponga al centro dei suoi interessi i problemi della povertà e della crisi urbana» In quanto alle primarie, sempre che si realizzi l’ampia coalizione a cui il Pd sta lavorando, per D’Innocenzo «è questo lo strumento giusto. Non può funzionare l’idea di tre persone che benedicono un candidato». Critico su come il Pd sta gestendo la partita delle elezioni, è Giustino Masciocco di Sinistra Italiana che guarda sempre più convinto alla “cosa rossa”, ovvero alla possibilità «di una coalizione di sinistra non alleata con il Pd». E in tal senso domani ci sarà una riunione per verificare come poter andare avanti su questa strada. «La proposta delle primarie», ha aggiunto, «avrebbe avuto valore quattro mesi fa, oggi no. Albano è stato costretto a farla dopo la rivolta interna capeggiata da esponenti di peso del suo partito». Rifondazione si chiama fuori dal gioco delle primarie. «Noi non parteciperemo», ha spiegato Enrico Perilli, «aspettiamo, però, di poter discutere sui programmi. Poi vedremo il da farsi. La situazione è sfuggita di mano al Pd e l’unico modo per uscirne, per evitare clamorosi addii, ora sono le primarie di partito, prima ancora che quelle di coalizione». Rifondazione, così come Sinistra Italiana parteci perà all’incontro convocato dal Pd, «perché siamo parte della coalizione di governo della città». Il tutto guardando all’altro appuntamento, quello per l’eventuale nascita a sinistra di una nuova aggregazione. E per tornare nel Pd, il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti, avrebbe confermato la sua contrarietà alle primarie di partito. Pierpaolo Pietrucci, al centro suo malgrado di polemiche e diatribe e ieri impegnato altrove così come Lolli e Pezzopane,, ha confermato il suo «sì, alle primarie di coalizione e al dialogo con tutti, anche con i gruppi che fanno capo in consiglio a Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini. Rappresentano una risorsa per noi importantissima». In quanto alle primarie di partito, per Pietrucci «la cosa non esiste. Esiste invece la possibilità di fare una consultazione tra gli iscritti». A questo punto resta da capire cosa accadrà all’incontro di questa sera con le altre forze politiche. Cosa certa è che i tempi sono stringenti e che forse bisognerà pensare anche a una soluzione alternativa se dal tavolo non usciranno dei sì convinti alle primarie.