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Pescara, 25/11/2024
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Data: 19/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Terrore per le scosse. È fuga verso la costa. Il Comune riapre il centro di accoglienza del PalaBinchi, subito riempito. Si mobilita anche la Tua: si può dormire nei bus fermi nel deposito

TERAMO Quattro, cinque, sei scosse. A un certo punto si è perso il conto. Un paio di queste fortissime, tali da rinnovare il ricorso di quelle del 24 agosto e del 30 ottobre e da scatenare il panico nei tanti teramani che al terremoto non riescono proprio ad abituarsi. Tra le 10.24 e le 14.35 di ieri nella nostra provincia, come in tante altre del centro Italia, si è vissuta una situazione surreale. Uno psicodramma al quale sono seguite, con un rapidissimo effetto domino, le scene di un film già visto in autunno: la fuga di massa verso la costa di buona parte della popolazione dell’interno, a cominciare dai teramani del capoluogo, e provvedimenti presi dalle istituzioni per cercare di accogliere in strutture pubbliche i cittadini che non volevano dormire in casa e che, visto il freddo intenso, non potevano passare la notte nelle automobili. IL MISTERO DANNI. Per quanto riguarda i danni che i terremoti in serie di ieri hanno provocato nel Teramano, è impossibile fare ora una quantificazione anche approssimativa con mezza provincia isolata dalla neve e senza telefoni né fissi né mobili. Ovvero: nei paesini dell’interno potrebbero esserci anche dei feriti o addirittura dei morti, ma nessuno sarebbe in grado di comunicarlo. Il poco che si è saputo ieri riguarda: il crollo del tetto dell’antica abbazia civitellese di Montesanto, comunicato dal vescovo di San Benedetto-Ripatransone Carlo Bresciani in una lettera in cui cercava di rincuorare i fedeli dopo le scosse; dei crolli in abitazioni già lesionate nelle frazioni teramane di Rapino e Spiano, riferiti dal sindaco Brucchi; i danni a quanto sembra gravi riportati da una casa popolare a Valle Castellana, come ha detto il sindaco Vincenzo Esposito. Per il resto, buio fitto e non resta che incrociare le dita e sperare che non ci sia altro. LE SCUOLE. Le scuole a Teramo resteranno chiuse fino a sabato compreso per l’emergenza maltempo, ma le scosse di ieri hanno riaperto il fronte dei controlli da fare negli edifici per la sicurezza antisismica ed è possibile dunque che si vada verso un ulteriore periodo di chiusura. L’attività didattica di quest’anno scolastico è massacrata e il Comune sta valutando che tipo di soluzione adottare; il sindaco Maurizio Brucchi dice: «Dobbiamo fare una riflessione su come risolvere l’emergenza scuole alla luce degli ultimi fatti, vista la precarietà della situazione non escludiamo il ricorso a moduli provvisori che finora avevamo escluso». Sempre in tema scuole, ieri erano aperte ad Alba e Martinsicuro ma dopo le prime scosse sono state evacuate e i Comuni di competenza hanno disposto chiusure per i prossimi giorni: Martinsicuro chiude le scuole di ogni ordine e grado oggi per effettuare le verifiche post-terremoto, Alba chiude fino a domani compreso le medie mentre scuole primarie e dell’infanzia riapriranno lunedì. Anche il sindaco di Giulianova Mastromauro ha emanato un’ordinanza che sospende le attività didattiche nel suo comune fino a sabato compreso sia per la situazione climatica avversa, sia per effettuare le verifiche sismiche. L’ACCOGLIENZA. Mentre Teramo si svuotava, il Comune riapriva il centro di accoglienza per sfollati del PalaBinchi. I 120 posti disponibili nella struttura sportiva sono stati subito occupati tutti e all’ingresso si è creata una fila di cittadini ma all’amministrazione cittadina è venuta in aiuto la Tua, la società di trasporto pubblico regionale, che ha messo a disposizione dieci pullman fermi nella rimessa della Cona e utilizzabili come improvvisati dormitori. La Tua ha anche fornito un bus navetta per raggiungere il deposito con partenza da piazzale San Francesco. Iniziativa analoga la società presieduta da Luciano D’Amico l’ha presa nel deposito di Bisenti con altri cinque pullman. Caserme dei carabinieri aperte ai cittadini che non volevano dormire in casa a Nerito e Valle Castellana .

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