PESCARA Il governatore Luciano D’Alfonso esce a tarda sera da una riunione del Comitato operativo regionale. Ed esprime subito «disistima verso l’articolo e il titolo di oggi del Centro: “L’Abruzzo si arrende”». Perché disistima, presidente? «Perché quel titolo dà luogo a inattività, mentre io sono processabile per abuso di attività. In questi giorni mi sono sostituito dovunque, compresa la filiera Enel, sapendo anche che si poteva sbagliare». Beh, sta dando un assist al nostro titolo: non ha funzionato il sistema-regione, cioè tutto quello che deve assicurare beni e servizi a questo territorio, come, appunto, Enel». «Oggi mi ha chiamato dalla Germania il presidente Paolo Gentiloni. Mi ha chiesto: che cosa posso fare per te? Gli ho detto: suona la sveglia ad Enel». E com’è la situazione dell’energia elettrica? «Secondo la comunicazione dei sindaci, dei presidenti delle Province, dei prefetti e di Enel regionale e nazionale, le utenze non servite sono 82 mila, che dovrebbero nell’arco della serata scendere a 60-40mila per poi nelle prossime ore raggiungere l’esercizio di tutte le utenze. Ci sono 450 generatori di energia e un terzo è stato già collocato al servizio dei comuni che hanno deficienze di alimentazione». Nel 2015 è successa la stessa cosa e l’Enel pagò ai suoi clienti 27 milioni di danni. «Nel 2015 la situazione è stata simile ma lì è stato dovuto a un fattore riconosciuto: la mancata manutenzione delle reti provinciali di Chieti. Qui il primo problema è stata la rottura delle cabine di alta tensione di Terna, a causa del ghiaccio attaccato ai manicotti. Ma Terna le sue cabine le ha risistemate, ora deve intervenire Rete Enel. Ma qualsiasi sia stata la caduta verticale del servizio, che non giustifico, e al di là della carta dei servizi, pagheranno molto di più dei 27 milioni dell’altra volta. Perché al di là dei danni, l’interruzione ha pesato anche sull’immagine economica dell’Abruzzo. I soldi che ora dovranno pagare potevano essere investiti nella modernizzazione della rete». Nel 2015 Enel aveva assicurato che lo avrebbe fatto. «Ci hanno comunicato che hanno investito ogni anno 40 milioni di euro. Quest’anno raddoppieranno la cifra con i risarcimenti». L’Abruzzo si è fermato anche per l’impraticabilità delle strade bloccate dalla neve. Non si poteva fare di più e con più rapidità? «Quello che è accaduto è che si è riversata su alcune realtà, come Atri, una quantità di neve imprevedibile. Se succede in altre località non mi meraviglio, ma ad Atri, così come a Chieti città, ha causato una forma di impedimento che ha richiesto risorse aggiuntive». I sindaci non potevano farsi promotori loro stessi di un intervento con i mezzi privati dei residenti? «Una ruspa all’interno del Comune anziché risolvere può creare un problema, così come una turbina. Dove la butta la neve la ruspa? E dove la sputa la turbina? Certo, se si trattasse di una necessità che ha bisogno di poco tempo, risorse volontarie possono essere in grado di fronteggiarla, ma con precipitazioni così straordinarie ci volevano risorse straordinarie». Che cosa la preoccupa di più ora? «Mi ha preoccupato quando ieri ho preso atto che ci sarebbe stata pioggia. I tetti carichi di neve più l’acqua creano una pesantezza da sfondare i tetti. Ero preoccupato soprattutto per Chieti, Atri, Cellino Attanasio, Castellalto, Civitella del Tronto. Su tre realtà abbiamo disposto le risorse aggiuntive dell’esercito, su altre due mezzi della Provincia e adesso le turbine». Ha incontrato o sentito i cittadini? «Ho ascoltato e seguito per due notti di seguito i cittadini anche su Facebook. Ho dato personalmente seimila risposte». Ma la gente è molto arrabbiata. Chiede certamente risposte da Enel, ma le vuole anche dalle istituzioni». «Ho passato il mio tempo a coordinare l’inesistente ufficio comunicazione di Enel. Esiste un tema in Enel periferica che andrebbe ripensata. Sembra a tratti che non ci sia luogo dove si decide. Una anomalia. Eppure sono così disponibili nei risarcimenti». Più che la comunicazione sta mettendo sotto accusa la gestione. «Faccio un esempio: i generatori elettrici devono essere collocati sui camion, altrimenti non servono. Io sono riuscito a farli dotare di camion, cosa che l’altra volta l’Enel non aveva». Cos’altro le ha insegnato questa eccezionale nevicata? «Questa situazione richiede un’ulteriore simulazione preparatoria all’interno di Enel, di cui ho visto una eccessiva trasformazione internazionale, che ha prodotto incertezze sul territorio. Invece ho visto una buona capacità di lavoro di Terna». Ieri al maltempo si è aggiunto il terremoto. Che cosa cambia rispetto ai piani che lei stesso sta seguendo con gli altri governatori per il cratere del 2016? «Niente. C’è un orco che non esce mai di scena. Bisogna avere sempre un’organizzazione all’altezza, a partire dal ricovero delle persone». I Comuni sono attrezzati per questa emergenza? «Ci siamo attivati in modo che chi vuole allontanarsi da casa possa trovare ospitalità in strutture già in essere. Abbiamo disposto che i comuni abbiano gli spazi occorrenti». Alla fine chiederete lo stato di calamità? «I danni sono in quantità estrema, perché coinvolgono i privati, le aziende, il bene pubblico, le strade. Chiederemo il riconoscimento dell’emergenza nazionale.