La giornata più lunga, la più difficile per l'Abruzzo è iniziata nelle aree interne con tanta neve e qualche polemica. Sulle scuole innanzitutto, perché tra ordinanze pubblicate in ritardo, annunci spot su Facebook e inutili viaggi della speranza, sin dalle prime ore della mattina di ieri ha regnato il caos nel Centro Abruzzo. Le scuole alla fine sono rimaste chiuse dovunque in Valle Peligna (ma molti sono andati lo stesso davanti ai cancelli, specie a Sulmona, perché avvertiti praticamente mezz'ora prima dell'ingresso con un post su Facebook del sindaco Annamaria Casini), mentre in Alto Sangro sono state aperte con tutto il disappunto degli insegnanti pendolari costretti a viaggi improbabili. Poi ci si è messa la luce, con continui blackout nelle zone periferiche e in particolare a Pratola Peligna dove l'energia elettrica è mancata per diverse ore. Infine il terremoto, con quelle scosse continue e forti che hanno scatenato il panico in molti. L'effetto è stato quello di un domino, perché se fino a quel momento il piano neve aveva tutto sommato garantito gli spostamenti più importanti, il sisma ha portato inevitabilmente molte persone ad uscire di casa e in auto per evitare il freddo. Il risultato è stato che le strade, nonostante lo sforzo dei mezzi spazzaneve attivi sin dalle quattro di ieri mattina, si sono trasformate in un percorso di guerra. I vigili del fuoco, già sotto pressione per rimuovere alberi caduti e garantire trasporti di emergenza (come il trasporto dei dializzati), hanno effettuato decine e decine di interventi per il recupero di auto e tir usciti di strada o rimasti intrappolati. Non ha aiutato la mobilità cittadina a Sulmona la decisione del sindaco di sospendere il trasporto pubblico urbano: file di persone lungo un viale della stazione già martoriato dalle buche e dalla neve, oltre che dai rami caduti dagli alberi sovraccarichi, hanno raggiunto a piedi e con difficoltà la stazione ferroviaria. Qui, poi, l'ennesima sorpresa, con i treni della linea per L'Aquila e Roma sospesi (in alcuni casi sostituiti con autobus) e quelli per e da Pescara con ritardi considerevoli. I mezzi spazzaneve, d'altronde, dopo le scosse di terremoto, sono stati dirottati a ripulire le aree di attesa del piano di emergenza sismica, mentre l'amministrazione comunale sta valutando, nel caso dovessero continuare le scosse, l'ipotesi di aprire il palazzetto per ricoverare le persone più a rischio. Si spera ora in una tregua, almeno del maltempo: all'avviso della prefettura che ha disposto la chiusura di tutti gli uffici pubblici anche oggi, si aggiunge l'ordinanza emessa dal sindaco di Sulmona che prevede i cancelli delle scuole chiusi fino a sabato. E se in Valle Peligna si cerca di rimettere insieme i cocci, in Alto Sangro è l'allarmismo creato dai media a scatenare le polemiche: gli albergatori, in particolare, lamentano l'annullamento delle prenotazioni proprio a causa dei bollettini generalizzati di terremoto e neve «che qui non hanno creato disagi - spiega Ernesto Paolo Alba - Il risultato di questa enfatizzazione delle notizia, unita a una scarsa definizione della localizzazione degli eventi produce una grave perdita economica alle popolazioni locali che vivono attendendo la neve e i turisti». Neve e terremoto non hanno mancato poi di suscitare qualche riflessione politica: «La doppia emergenza - commenta il consigliere di Forza Italia, Elisabetta Bianchi - ci sta dimostrando con sempre maggiore evidenza che l'accentramento amministrativo in Regione Abruzzo non paga». Il pensiero va soprattutto al prezioso ruolo svolto dall'ospedale.