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Pescara, 25/07/2024
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Data: 20/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Caserme e bus per passare la notte. A Teramo sfollati anche nell’ospedale veterinario. Continua la fuga sulla costa

TERAMO Terremoto, neve e black out. Una cocktail letale per molti abitati della provincia di Teramo che ieri notte e la notte scorsa hanno passato la notte fuori casa. A Teramo tre i centri di accoglienza. Il Palabinchi, che si è subito saturato, l’ospedale veterinario e il deposito della Tua alla Cona. L’ospedale veterinario a Piano d’Accio ha ospitato l’altroieri dalle 20 un centinaio di persone: 74 studenti, di cui 16 stranieri, 14 dipendenti e i loro familiari. E ieri sono stati garantiti pasti caldi: sono infatti stati portati dalla mensa di Colleparco pasti caldi per tutti gli sfollati (nella foto). C’è poi chi ha dormito sugli autobus della Tua nel deposito della Cona a Teramo e a Bisenti. A Teramo ieri notte hanno usufruito della possibilità un centinaio di persone. Gli autobus sono stati parcheggiati sul piazzale e sono rimasti accesi tutta la notte, con il riscaldamento acceso. All’interno del deposito gli sfollati hanno potuto usufruire di servizi igienici. L’operazione a Teramo è stata ripetuta anche la notte scorsa e per consentire l’afflusso più comodo verso l’impianto, la società ha istituito delle navette fino alle ore 22 da piazza San Francesco. In provincia alcune caserme dei carabinieri sono rimaste aperte per ospitare persone che non se la sentivano a dormire in casa dopo le scosse ma erano intrappolati in paese dalla neve. A Nerito e Valle Castellana ieri notte sono state ospitate una cinquantina di persone e le porte delle caserme sono rimaste aperte anche la notte scorsa. Poi ci sono tutti quelli che sono andati dall’entroterra verso il mare. C’è stato in sostanza un nuovo esodo. Chi dopo la scossa del 30 ottobre era fuggito sulla costa, nelle case al mare o negli alberghi, e dopo qualche giorno però aveva fatto rientro nelle proprie abitazioni ancora agibili, è tornato in fretta e furia sulla costa. Teramo si è svuotata, più di quanto non lo fosse, ma anche molti da Montorio sono andati verso il mare, anche per sfuggire al gelo causato da quattro giorni di black out.

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