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Data: 20/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Un’altra notte tra gli sfollati «Stessa paura di otto anni fa». Palestra e corridoi della media Mazzini accolgono 200 persone che lasciano casa per paura del sisma

Brandine e anche materassi a terra. Il Comune: in 2.500 sono stati assistiti nelle strutture pubbliche

L’AQUILA La palestra non è stata sufficiente. A sera le richieste per passare la notte all’interno della scuola media Mazzini sono aumentate. Per garantire la massima assistenza, sono stati allestiti con brandine e materassi anche i corridoi e gli spogliatoi, oltre ai servizi igienici riservati ai disabili. In tutto 200 ospiti, a cui è stata distribuita anche la cena, oltre a coperte e sorrisi. DORMIRE A SCUOLA. La Mazzini, ospitata dal 2009 in un Musp, è una delle tante scuole provvisorie che il Comune ha deciso di aprire per chi, con ancora addosso la paura delle forti scosse, a casa proprio non voleva starci. Ieri mattina, facendo un po’ di conti, la dirigente del settore comunale della Protezione civile Enrica De Paulis ha confermato che nelle strutture, una ventina, hanno dormito quasi 2500 persone, rispetto alle 2000 stimate inizialmente. A gestirle, Protezione civile, Croce Rossa ed Esercito. In altre, si sono dati da fare volontari e Pro loco. SEICENTO PASTI. Dopo la notte da sfollati, ieri mattina tanti aquilani sono tornati a casa, ma sono stati comunque serviti circa 600 pasti. I Musp saranno aperti fino a domenica, salvo nuove emergenze. Almeno in 160 hanno deciso di passare anche la seconda notte nella scuola Mazzini di Pile, affidata alla Croce Rossa Italiana con l’ausilio dell’Esercito. «La prima notte è trascorsa abbastanza tranquilla», spiega il dirigente scolastico Antonio Lattanzi, che fino a tardi ha coordinato l’allestimento della struttura, «e abbiamo già 160 prenotazioni per la seconda. Inizialmente si era pensato di utilizzare solo la palestra, ma poi, per far fronte alle tante richieste, abbiamo aperto anche i due corridoi, gli spazi verso le uscite e gli spogliatoi, dove sono state sistemate le persone anziane e con patologie, per garantire maggiore riservatezza. C’è stata qualche difficoltà per riscaldare la palestra, trattandosi di un ambiente molto grande, risolto poi dai tecnici del Comune. Colgo l’occasione per un appello: chi vuole dare un contributo, può portare rotoloni, carta igienica e sapone liquido, che scarseggiano». ACCAMPATI. Come raccomandato dal sindaco Massimo Cialente, che con l’assessore all’Assistenza alla popolazione Fabio Pelini ha visitato le strutture di accoglienza, in tanti si sono muniti di brandine e coperte e chi non è riuscito ad attrezzarsi ha usato sedie, materassini gonfiabili buttati per terra o sacchi a pelo. Dopo la prima, prevedibile diffidenza, le tensioni si sono sciolte e ognuno si è preparato, anche psicologicamente, ad affrontare l’ennesima notte da accampati. «Siamo stati bene, al caldo e con la cena servita», racconta una signora ospitata nel Musp della Mazzini, «e io ho dormito per scelta su un materasso basso a terra. Ero lì soprattutto per mia madre di 87 anni, che ha riposato su una brandina vicino al bagno. A cena abbiamo mangiato penne al sugo, polpettone con fagiolini e frutta. Certo, chi si era registrato prima ha ottenuto di tutto e di più, mentre chi è arrivato tardi si è dovuto arrangiare. I ragazzini, in palestra, hanno dormito su un grosso materasso gonfiabile». Ma perché 2500 persone hanno preferito rivivere la triste esperienza da sfollato, in ricoveri improvvisati, piuttosto che restare a casa? Dopo una giornata da incubo e lo stillicidio delle scosse continue, anche chi abita in condomìni ristrutturati, o addirittura abbattuti e ricostruiti, e soprattutto ai piani alti, prova ancora un senso di impotenza e paura. E così tanti palazzi si sono svuotati.

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