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Data: 21/01/2017
Testata giornalistica: La Discussione
Asstra, crescita performance delle imprese tpl

Tra il 2013 e il 2015, a livello aggregato, le imprese di trasporto pubblico locale sia pubbliche che private registrano una crescita cumulata pari all’1,5%. Nel triennio le imprese mostrano un tendenziale miglioramento della loro performance economico-finanziaria: migliorano i margini, i risultati, il valore della produzione per addetto e gli indicatori di redditività. Il Mol mediano del campione considerato si colloca a circa il 7% del valore della produzione nel 2015 e arriva al 12% al 75° percentile. Gli investimenti, invece, sono di segno negativo, come indica la flessione degli ammortamenti. La posizione finanziaria evidenzia un modesto utilizzo della leva e un livello di indebitamento basso: le situazioni critiche sono limitate ad un numero molto ristretto di imprese. E' quanto emerge dalla ricerca curata da Intesa Sanpaolo, Ifel Fondazione Anci e Asstra sulle aziende del Tpl, con cui si inaugura il Convegno nazionale dell’Asstra su presente e futuro del trasporto pubblico locale italiano. La variabile dimensionale sembra influire sull’efficienza delle aziende di Tpl: in linea del tutto generale dall’analisi dei dati di bilancio del triennio 2013-2015, emerge il recupero delle imprese di medie-grandi dimensioni che migliorano sensibilmente la propria performance. L’incidenza del costo del lavoro delle grandi imprese risulta stabilmente superiore rispetto a quello delle piccole imprese, ma le maggiori dimensioni sembrano garantire anche una maggior tenuta degli investimenti e quindi dell’incidenza degli ammortamenti sul valore della produzione. Nel triennio d’analisi permangono le forti differenze tra Centro-Nord e Sud, che caratterizzano anche gli altri Servizi Pubblici Locali. Tutti gli indicatori evidenziano le difficoltà delle imprese localizzate nelle regioni del Sud. “Si tratta di dati che da soli bastano a sfatare due luoghi comuni che pesano sul nostro settore e sulle imprese Tpl participate dalle amministrazioni pubbliche. Queste, infatti, sono solo 117 sul totale di 1.000 imprese e hanno migliorato produttività ed efficienza proprio negli anni più difficili della crisi economica» ha detto Massimo Roncucci, presidente di Asstra nel suo intervento di apertura del convegno. Roncucci non ha avuto difficoltà ad ammettere che “siamo consapevoli che il trasporto pubblico, tra i servizi a rilevanza economica, è quello che mostra le maggiori difficoltà. Il Tpl e le imprese in questa situazione hanno prima di tutto un grande bisogno di riconquistare la fiducia dei interlocutori. Questo è un passaggio indispensabile per inquadrare il settore sotto una nuova prospettiva. Pertanto dobbiamo recuperare credibilità e completare il processo di miglioramento delle nostre performance economiche e gestionali, abbandonando la mentalità di aziende che erogano servizi e pensarci come imprese che producono servizi, mettendo al centro della nostra attività il cittadino-cliente e la qualità dei servizi». I dati sulle dinamiche del settore evidenziati nella ricerca mostrano che a fronte del miglioramento delle imprese persistono i problemi strutturali del settore. Nel 2015 c’è stata una riduzione della quota modale del Tpl rispetto al 2014 del 2,9%, attestando la quota degli spostamenti con mezzi pubblici sul totale dei mezzi motorizzati all’11,7%. Le tariffe del trasporto pubblico italiano si attestano tra le più basse d’Europa. La tariffa media dei biglietti in Italia è di circa 1,5 euro contro 1,7 euro e 1,8 euro rispettivamente in Spagna e Francia, 2,8 euro in Germania e 3,2 euro a Londra. Per quanto concerne la redditività delle aziende del settore, nonostante la crisi economica abbia prodotto in pochissimi anni un taglio alle risorse pubbliche destinate al settore del 15%, c’è un miglioramento delle performance aziendali. Il focus sulle società partecipate da amministrazioni pubbliche, mostra che le società di trasporto pubblico locale partecipate da almeno un’amministrazione pubblica (Stato, Regioni ed Enti Locali), sia direttamente che indirettamente, sono pari a 117 a cui si aggiungono 42 società, sempre partecipate, che svolgono servizi collegati al Tpl. Esse rappresentano dunque l’11,4% delle complessive 1.023 società che producono servizi di Tpl. Nel corso degli ultimi 8 anni (2010-2017), a seguito di alcune operazioni societarie (fusioni e aggregazioni), il numero delle società è passato da 160 a 117 (-27%). Sempre con esclusivo riferimento alle società partecipate si è assistito negli ultimi quattro anni (2012-2015) a un miglioramento generalizzato delle performance economiche produttive sia con riferimento alla ripartizione territoriale che alle dimensioni industriali. I costi operativi per km si riducono dal 2012 al 2015 del 2,9%, risultato trainato in particolare dalle aziende operanti nelle regioni del Centro (-4,9%) e del Sud (-3,3%). Nel 2015 l’81% delle società partecipate di Tpl chiude con il bilancio in utile. Per quanto riguarda i dati produttivi dal 2012 ad oggi si riducono sensibilmente le percorrenze km (-0,4%), i passeggeri trasportati (-0,7%) ed in particolare la forza lavoro -2,1% a riprova di un incremento della produttività del lavoro. “Di fronte a una strategia complessiva chiara, noi siamo pronti a fare la nostra parte, accettando le sfide che la situazione richiede assumendoci le nostre responsabilità. Più volte questa associazione ha detto che il Tpl può essere un'opportunità per la ripresa e per la crescita» ha concluso Roncucci.

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