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Pescara, 25/07/2024
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Data: 22/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Si cercano 23 persone. 2 famiglie nel dramma. E i familiari di Stefano Feniello, dato per salvo venerdì sera ma invece ancora disperso, a colloquio a porte chiuse con il vice ministro: «Preparati al peggio, ma speriamo»

PESCARA Non ce l’hanno fatta i genitori del piccolo Edoardo che tante speranze aveva riacceso appena due giorni fa, quando era stato estratto dalle macerie di Rigopiano. Ieri sera è arrivata la conferma che nessuno voleva sentire: Nadia Acconciamessa e Sebastiano Di Carlo, 48 anni entrambi, di Loreto, sono tra le vittime (finora cinque quelle accertate) di questo maledetto disastro. Oltre a loro, è stata estratta senza vita e riconosciuta dalle due figlie ieri sera, anche l’amica che con il marito era partita da Loreto con i Di Carlo per rimanere a Rigopiano insieme soltanto una notte. È Barbara Nobilio, 51 anni, moglie del dirigente Tua Piero Di Pietro, 54 anni da compiere, bandiera del Lauretum calcio ancora disperso. Una tragedia che arriva dopo quelle dei due camerieri Gabriele D’Angelo e Alessandro Giancaterino, rispettivamente di Penne e di Farindola, e che spazza via la gioia dei primi salvataggi. Perché adesso il timore di tutti, ma soprattutto dei familiari degli altri 23 dispersi è che si possa aprire la serie nera e che non ci sia più spazio per l’ottimismo. Anche se ieri in ospedale è arrivato il vice ministro degli Interni Filippo Bubbico che ai familiari prostrati dall’attesa ha garantito: «Continueremo a cercare, continueremo a scavare». Ma la giornata che si è conclusa con il riconoscimento delle tre salme arrivate da Rigopiano con l’ambulanza militare ieri pomeriggio, e riconosciute in serata, è stata una giornata piena di dolore e stanchezza. Quella dei parenti arrivati dalle Marche, dalla Campania, dal Lazio e poi dalle varie province abruzzesi, che vagano nell’ospedale messo a disposizione dalla Asl con psicologi e aula magna completa di collegamento Internet e che non trovano pace. Perché le notizie si rincorrono e si smentiscono travolte dal circo mediatico che a fatica riesce a fare il suo mestiere. Perché la Prefettura non comunica fino a quando, è storia di ieri pomeriggio, arriva il vice ministro e ammette: «È vero c’è stato un difetto di comunicazione ma d’ora in avanti vi aggiorneremo in modo puntuale». Lo stesso vice ministro che poco prima di incontrare le famiglie, accolto dalle critiche di chi, come Riccardo Ciferni aveva contestato pubblicamente il cortocircuito informativo, aveva incontrato a porte chiuse la famiglia di Stefano Feniello, il fidanzato ancora disperso di Francesca Bronzi. Fino a venerdì sera annunciato tra i sopravvissuti e poi il silenzio, senza più nessuna conferma. Un colloquio da cui alcuni familiari sono usciti in lacrime, pur conservando la speranza: «Siamo pronti al peggio», ha dichiarato il padre, «ma continuiamo a sperare». È in questo clima che a fine serata alle famiglie di Nadia e Sebastiano che oltre a Edoardo lasciano i figli Riccardo, venti anni e Piergiovanni, 17, è arrivata la comunicazione che nessuno avrebbe voluto sentire. Così come quella di Barbara che dimezza le speranze per la sorte del marito. Due coppie, Di Carlo e Di Pietro, che si conoscevano da una vita, vicini di casa con i figli cresciuti insieme e tanti viaggi condivisi in giro per il mondo. La trasferta a Rigopiano di martedì era solo un diversivo, una piccola parentesi nella routine lavorativa e di famiglia di tutti e quattro. Ma già martedì, mentre salivano per Rigopiano, Nadia l’aveva detto, «c’è troppa neve, torniamo indietro», ma poi ormai erano quasi su e peggio era tornare indietro. Poi il giorno dopo il terremoto e l’angoscia di andarsene. Sebastiano che chiama la sorella Simona dicendole di sollecitare anche lei lo spazzaneve, perché non li fanno andare via. Ma lo spazzaneve non arriva. E poi Nadia che alla sorella dice: «Ho paura, vedrai che finisco sui giornali».


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