PESCARA Undici sopravvissuti, estratti vivi dalle macerie dell'hotel Rigopiano; cinque vittime, di cui tre identificate; ventitre dispersi se sarà confermata la cifra di 39 presenze complessive all'interno della struttura. E' incredibile il balletto di cifre e di nomi che aumenta l'angoscia e rende ancora indefiniti i confini di questa incredibile tragedia. Tra la sera e l'altra notte sono state estratte vive altre quattro persone: la giovane Francesca Bronzi, fidanzata di Stefano Feniello; la coppia di giuliesi composta da Vincenzo Forti e Giorgia Galassi; Giampaolo Matrone, 34 anni, proprietario della pasticceria La Deliziosa di Monterotondo, alle porte di Roma. Purtroppo risultavano ancora dispersi, a ieri sera, sia Feniello che la compagna di Matrone, Valentina Cicioni, di 32 anni. Alla gioia per i superstiti fa da contraltare il dolore per il bilancio delle vittime, salite ufficialmente a cinque. Dopo Alessandro Giancaterino e Gabriele D'Angelo, dipendenti del resort, ieri è arrivata l'ufficialità della scomparsa di Nadia Acconciamessa, 48 enne di Loreto. Una morte che getta davvero nello sconforto perché la donna sembrava, il giorno prima, essere tra gli scampati. E soprattutto perché non potrà riabbracciare il piccolo Edoardo, il figlio di 10 anni salvato dal disastro. All'appello manca anche il papà, Sebastiano Di Carlo. Anche in questo caso l'iniziale fiducia sulla sua sorte ha lasciato spazio ieri a una crescente preoccupazione. Quarta e quinta vittima sono un'altra donna e un uomo. Trovata morta la moglie di mister Di Piero. Si spera che la stessa sorte dei Di Carlo non sia toccata ai Di Michelangelo. Anche in questo caso, infatti, le notizie erano piuttosto rassicuranti. Invece i genitori del piccolo Samuel, estratto vivo, sono ancora ufficialmente dispersi. Si tratta di Domenico poliziotto teatino in servizio a Osimo e Marina Serraiocco, sua moglie. Si è scavato ancora ieri, nella speranza di ricomporre questo nucleo familiare. Dunque gli undici scampati sono, ufficialmente: l'intera famiglia Parete (Giampiero, sua moglie Adriana e due figli), i piccoli Samuel ed Edoardo, il manutentore dell'hotel Fabio Salzetta, la coppia giuliese Vincenzo Forti Giorgia Galassi, Francesca Bronzi e Giampaolo Matrone.
LA LISTA Risultano ancora dispersi, invece, Claudio Baldini e la moglie Sara Angelozzi di Atri; Marco Vagnarelli di Castignano (Ascoli) e Paola Tomassini di Pedaso; Valentina Ciconi, 32 anni, di Monterotondo; il gestore dell'hotel, Roberto Del Rosso; Domenico Di Michelangelo, 40 anni, Marina Serraiocco, 36 anni; Luciano Caporale, 54 anni e la moglie Silvana Angelucci, 46 anni, di Castel Frentano; i loretesi Piero Di Piero, 55 anni, impiegato e allenatore di calcio, oltre al pizzaiolo Sebastiano Di Carlo; i fidanzati Marco Tanda, 25 anni, pilota d'aereo di Macerata e Jessica Tinari, 24 estetista di Vasto; Ilaria Di Biase, 22 anni, di Archi; Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco (Macerata), dipendente dell'hotel; Alessandro Riccetti, 33 anni, receptionist ternano dell'hotel e altre due dipendenti, Cecilia Martella di Atri e Luana Biferi di Bisenti.
I parenti esasperati «Verità su mio figlio»
PESCARA «È da questa mattina che non ci danno notizie, dov'è finito il prefetto? Dopo il Pokemon Go facciamo il gioco Prefetto Go. È vergognoso, venga a dirci come stanno le cose». Sono le 19 di ieri quando, nell'atrio dell'ospedale Santo Spirito di Pescara, Riccardo Ciferni dà sfogo alla rabbia e all'esasperazione dei parenti dei dispersi sotto le macerie gonfie di neve dell'hotel Rigopiano. Ciferni venerdì sera aspettava con fiducia di riabbracciare i cognati Sebastiano Di Carlo e la moglie Nadia, genitori del piccolo Edoardo salvato per miracolo. Dall'euforia è ripiombato nell'incubo perché Nadia non ce l'ha fatta, da ieri di Sebastiano non si sa più nulla e ci sono tre figli che vivono nell'angoscia. «Rispettiamo lo straordinario lavoro che i soccorritori portano avanti in condizioni proibitive, siamo preparati anche al peggio ma vogliamo chiarezza e soprattutto certezze» ha detto ad alta voce Ciferni davanti a un nugolo di giornalisti.
CRITICHE AL GOVERNO La protesta era già esplosa con forza l'altra sera quando i parenti hanno fatto irruzione nella conferenza stampa dei medici. Ieri mattina nel mirino è finito il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, contestato da Alessio Feniello, papà di Stefano - circondato da amici e parenti - in disperata attesa di novità sul figlio, fidanzato di Francesca che è già salva in ospedale. «Non sappiamo niente, nessuno ci ascolta, ieri mi hanno detto che mio figlio era vivo e oggi nessuno ci fa più sapere niente, apprendiamo le notizie solo dai giornalisti senza avere certezze su nulla». Poi l'affondo ai politici: «Ci sono trenta persone sotto le macerie dell'hotel Rigopiano e voi venite qui a fare passerella».
Lo sfogo serale di Ciferni ha avuto effetto perché di lì a poco in ospedale si è materializzato il viceministro Bubbico, accompagnato dal prefetto Francesco Provolo e dal questore Francesco Misiti. Stavolta la loro non era una passerella istituzionale: il faccia a faccia con i parenti si è consumato in un clima da resa dei conti, «la verità, solo la verità» ha chiesto il drappello di disperati in una sala convegni off-limits per i giornalisti. Dal viceministro sono arrivate risposte che non sono servite a placare la rabbia - anche perché ieri, a differenza del miracolo del giorno prima, non sono arrivate buone notizie da dare. I parenti sono usciti dall'incontro delusi e mareggiati, ma con una conquista: tre comunicazioni al giorno sul bilancio dei soccorsi all'hotel Rigopiano finché questo calvario non cesserà. È stato lo stesso Ciferni a chiederlo direttamente al viceministro: «Se ci fosse sua figlia là sotto lei vorrebbe essere tempestivamente informato proprio come vogliamo esserlo noi» gli ha detto.
LA REPLICA Nella bolgia di quell'aula, Bubbico ha cercato di dare segnali rassicuranti: «Le attività di ricerca continuano con tecniche appropriate - ha spiegato il viceministro -. Abbiamo fatto sondaggi palmo a palmo e si procede con molta cautela perché l'edificio crollato presenta situazioni di pericolo. Uno sforzo eccezionale nella speranza di salvare vite. Pur in assenza di segnali - ha detto in sala e ripetuto più tardi di fronte ai giornalisti - sono state trovate persone e il fatto che non ci siano rumori non significa nulla, le squadre di soccorso hanno raccontato di aver rotto muri che impedivano l'accesso, operano in condizioni di pericolo». Poi ha rivolto ai parenti dei dispersi una preghiera: «Non si discuta di chi siano eventuali responsabilità, ora serve solo uno sforzo per tentare di salvare le persone. Concentriamoci su questo» è stato il suo appello.
TRE COMUNICAZIONI Notizie certe, tre comunicati al giorno, rispetto per chi soffre in un momento tanto doloroso: questo hanno chiesto alla politica quelle famiglie che da tre giorni sono accampate in ospedale in attesa di un segno di speranza. Bubbico si è schierato dalla loro parte: «Hanno ragione ad essere arrabbiati, perché soffrono - ha commentato il viceministro -. Vivono una condizione di ansia che merita comprensione da parte di tutti. Dobbiamo imparare a rispettarli».