PESCARA C’è un messaggio whatsapp che potrebbe definire con una certa precisione il momento in cui si è abbattuta la spaventosa valanga sul resort di Rigopiano. È quello delle 16,48 quando Roberto Del Rosso, il gestore dell’hotel impegnato a mettere in sicurezza i clienti, terrorizzati dalle precedenti scosse di terremoto e in attesa della turbina che gli liberasse la strada per andarsene, comunica via whatsapp con la moglie. Uno scambio di comunicazione che si svolge in una manciata di secondi, con lei che gli chiede se aveva sentito il terremoto, lui che le risponde che non se n’era quasi reso conto preso com’era a risolvere il problema della strada bloccata dalla neve, e poi lui che chiede ancora alla moglie dell’epicentro e della scala dell’ultima scossa. Sono le 16,48 quando la moglie di Del Rosso risponde con due messaggi brevissimi, che hanno la doppia spunta grigia e dunque risultano consegnati ma non letti. E poi un terzo, inviato nel giro di pochi secondi, che ha solo una spunta grigia e dunque risulta neanche consegnato al destinatario. Il quale, da allora, dopo che il telefonino suona per un po’ a vuoto, non sarà più raggiungibile. Un orario, questo delle 16,48 che avvalorerebbe la prima ipotesi fatta dalla Procura secondo cui, appunto, in base a una serie di riscontri, l’orario del disastro è comunque da fissare tra le 16,30 e le 17, in netto anticipo rispetto alle 17,40 che dice di ricordare il testimone indiretto Quintino Marcella che ha dato l’allarme per conto dell’amico appena avvenuta la valanga. Dunque un tassello importante per la ricostruzione precisa della dinamica e delle presunte cause e responsabilità per quanto avvenuto, e su cui il sostituto procuratore Cristina Tedeschini, con il pm Andrea Papalia ha ipotizzato i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo a carico di ignoti. Decisivi, per individuare e calibrare eventuali responsabilità, sono gli esiti delle autopsie disposte dalla Procura. Le prime due, sui corpi di Gabriele D’Angelo e Alessandro Giancaterino sono state eseguite dal dottor Ildo Polidoro sabato, mentre già ieri ha iniziato il dottor Cristian D’Ovidio per Nadia Acconciamessa, il marito Sebastiano Di Carlo e l’amica Barbara Nobilio, tutti di Loreto. Da una prima analisi sui primi due, non emergerebbero segni evidenti mentre si tratta di capire quali sono le condizioni in cui sono stati recuperati i corpi e, ancora, se siano morti per ipotermia. Nel qual caso il ritardo dei soccorsi potrebbe aver avuto un peso decisivo. Ma per questo occorrono gli esami istologici con risposte nei prossimi 60 giorni. Quanto all’allarme valanghe lanciato dalla Forestale di Rigopiano e rilanciato dal comando regionale dell’Aquila attraverso il servizio Meteomont, che la Prefettura non avrebbe diffuso secondo quanto dichiarato dal sindaco Lacchetta che non l’ha mai ricevuto, questo il commento del prefetto Provolo che ieri è stato al Centro operativo multicomunale di Penne. Riferisce Lacchetta: «Il prefetto ha espresso la propria solidarietà perché con l'emergenza ancora in atto, il nostro obiettivo è di salvare quante più vite possibili, è quello di essere coesi ed efficienti per organizzare al meglio la macchina dei soccorsi. Ogni critica, ogni considerazione fuori luogo è solo fuorviante e ci fa distogliere l'attenzione dal vero obiettivo che in questo momento è quello di salvare tutti».