TERAMO Ora è emergenza valanghe su tutto l'arco appenninico della provincia di Teramo, dai Monti della Laga fino al Monte Camicia. Evacuata la stazione sciistica dei Prati di Tivo, dove una slavina qualche giorno fa ha sfondato delle finestre ed una porta di un residence, e si apprestano a seguire la stessa sorte i paesini attorno. Secondo la prefettura di Teramo sono 2.000 le persone fatte evacuare per il maltempo, gente che ha dovuto abbandonare casa per gli hotel della costa o per altre autonome sistemazioni, cui vanno sommate purtroppo anche gli sfollati per i terremoti di questi mesi, un cocktail micidiale. Gli stessi operatori del Cnas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), dei Carabinieri, della Protezione civile, dei Vigili del Fuoco, e di tutti gli altri corpi, «stanno rischiando grosso in alcuni punti», come riferisce un preoccupato Gaetano Di Blasio, vice presidente regionale del Cnas, «visto che ieri le operazioni di salvataggio hanno dovuto fare a meno degli elicotteri per le avverse condizioni meteo». «Il tipo di neve bagnata, dunque pesante per le piogge di queste ore, e le temperature che non si sono rivelate così fredde hanno fatto sì che il cristallino si rompesse causando appunto questi fenomeni che sono molto preoccupanti».
Il livello di pericolo è a 5, il massimo: si segnala comunque in queste ore l'arrivo di una colonna mobile per il monitoraggio valanghe. Nel centro del Parco della Scienza, a Teramo, dove si snodano tutte le operazioni di soccorso, sono presenti studiosi della materia giunti dal Nord Italia. L'allerta valanghe è stato esteso anche nella fascia collinare. «L'ordinanza di evacuazione del centro di Prati di Tivo ricorda Mauro Scarpantonio, facente funzione del consigliere delegato alla viabilità della Provincia di Teramo - è stata emanata sabato sera dal sindaco di Pietracamela, Michele Petraccia: già arrivare nel sito è molto difficile perché lungo i bordi della Sp 43 si sono formati notevoli cumuli di neve». In aiuto è giunto un gruppo svizzero di Bellinzona composto da 16 persone che stanno continuando a liberare l'area. E appunto tra gli elvetici si è contraddistinto un privato, volontario, del Canton Ticino che ha letteralmente liberato le vie di Castelli fino poche ore fa isolata.
RECUPERI Si sta lavorando alacremente anche attendendo l'arrivo di 160 soccorritori specializzati (Soccorso alpino, Guardia di finanza, Vigili del Fuoco, Croce Rossa Italiana, Carabinieri Forestale) per il recupero in alta quota e anche Carabinieri forestali dal Friuli Venezia Giulia. Sono a disposizione 9 elicotteri la Provincia è riuscita a riaprire una linea di rifornimento costante per carburante. Per l'altro grave vulnus, la mancanza di elettricità che ancora pesa su 10 mila utenze, circa 500 a Teramo, la polemica è rovente, anche sui numeri: i Teramani sono a dir poco inviperiti per il disservizio che ha tenuto per 4-5-6 giorni senza luce e riscaldamento anziani e malati, inoltre per Scarpantonio l'Enel non è nemmeno precisa nei suoi report laddove infatti riferisce di zero utenze disalimentate quando invece, ad esempio in alcune zone della Vibrata, ce ne sono una trentina ancora in attesa del Fiat lux, e così in altri comuni. Si sono registrati diverse criticità in molti comuni alle prese con la bassa tensione e con tralicci caduti: In alcuni punti anche se la linea è servita, la linea elettrica non raggiunge il giusto voltaggio, essendo sufficiente per alimentare solo alcune lampadine. A Pagannoni di Campli si registra il caso di blackout da molti giorni con cabine che, segnalano dei cittadini del posto, non supportano il voltaggio dei tralicci che in qualche caso sono addirittura posizionati in mezzo al fiume, tutto ciò mentre a pochi metri, nello stadio di Piano d'Accio, si ammassano i generatori. La popolazione è a dir poco molto infuriata - prosegue Scarpantonio ; questa è un'emergenza la cui gravità sarebbe stata ridotta se non fosse intervenuto il problema Enel. La neve qui c'è sempre stata, anche importante, ma lo stress delle famiglie teramane è stato dovuto in principal modo al blackout perché ha creato assieme al terremoto molta insicurezza e stato d'ansia.