ROMA Nessun pericolo imminente, ma le grandi dighe del Centro Italia restano sotto sorveglianza speciale. Il giorno dopo l’allarme lanciato dal presidente della Commissione Grandi rischi, Sergio Bertolucci, che domenica aveva evocato, per poi correggersi, un possibile «rischio Vajont» in caso di terremoti violenti, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio tira le somme con queste parole del vertice convocato in fretta e furia per fare il punto sui rischi. «I gestori hanno segnalato l’assenza di criticità rilevanti, ma sono stati invitati a tenere sempre alta la guardia vista la frequenza degli eventi sismici» ha detto il ministro, spiegando che l’attività di monitoraggio, in questa fase, sarà intensificata. «Le verifiche si fanno ogni due anni per legge, ma in caso di scosse saranno fatte con più frequenza». I controlli d’emergenza sono scattati dopo le scosse del 24 agosto, del 30 ottobre e del 18 gennaio, ha chiarito il ministero, ma gli enti gestori hanno escluso criticità; in particolare Enel per quanto riguarda Campotosto, il secondo bacino d’Europa, a cui aveva fatto riferimento due giorni fa Bertolucci: «Uno dei tre bacini si trova su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice - aveva concluso l’esperto - è l’effetto Vajont». «Questo esempio se lo poteva risparmiare, specie per Campotosto - commenta Delrio - Il presidente stesso si è corretto, questo allarme è rientrato da parte sua per primo». E mentre comuni come Leonessa, Campotosto e Montereale, allarmati, chiudono le scuole per precauzione, Delrio chiede a tutti i partecipanti all’incontro - il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il vice presidente della Commissione Grandi rischi Gabriele Scarascia Mugnozza, i presidenti delle Regioni e i concessionari delle dighe, di «condividere le informazioni, con un aggiornamento puntuale con il territorio», per evitare il corto circuito nella comunicazione tra enti che potrebbe aver portato alla tragedia dell’hotel Rigopiano. «Abbiamo deciso di attivare un gruppo di lavoro per fare controlli ripetuti» sulle dighe del centro Italia, spiega al termine dell’incontro il governatore abruzzese Luciano D'Alfonso. Dall’unità di emergenza della Protezione civile (Dicomac) di Rieti, la responsabile Immacolata Postiglione ribadisce che Campotosto è sotto osservazione. «Già dopo il terremoto del 2009 è stata oggetto di valutazioni - spiega - esiste una procedura che dopo ogni sisma richiede controlli, ed è avvenuto ogni volta». Dopo l’allarme di lunedì, nonostante non si rilevi alcun danno l’Enel ha deciso «come misura cautelare estrema di procedere a una ulteriore progressiva riduzione del bacino», che ha il 40% del volume invaso. «In linea teorica - sottolinea Postiglione - se si dovesse svuotare velocemente questo comporterebbe effetti importanti (per non rompere l’equilibrio della faglia in tensione, ndr), ma questo è uno scenario di riferimento e non si tratta di un allarme immediato». Il presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, Claudio Netti, ha rassicurato: «Le dighe sono costantemente sotto controllo del Ministero e degli enti gestori: abbiamo un disciplinare da rispettare, non c’è nessuna struttura che venga monitorata così costantemente come una diga».