TERAMO L'emergenza non è finita s'appresta a dichiarare il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino. Il vaso di Pandora che si sta aprendo sotto la coltre bianca fa presupporre ulteriori criticità, come frane e smottamenti che stanno cambiando l'orogenesi del territorio e le condutture idriche rotte, nonché la viabilità ridotta a pezzi. Da sommare alle seimila utenze senza luce (diecimila per altri, in un insolito balletto delle cifre), a gente che da nove giorni è senza corrente elettrica, e quindi senza riscaldamento, con anziani all'addiaccio e con abitazioni lesionate dal sisma la cui entità dei danni è ancora sconosciuta fino a quando il sole non scioglierà del tutto la neve, e per concludere con aziende agricole al collasso. E' un apocalisse rendono noto le istituzioni a Teramo che fanno la voce grossa a Roma. Per di più il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ha scritto al premier Gentiloni. Gli onorevoli stanno già alzando la voce: Il deputato di Scelta Civica, Giulio Sottanelli, che chiede l'intervento e la presenza di Gentiloni in Abruzzo, presenterà due interrogazioni alla Camera su blackout elettrico e su allarme terremoto: al Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, chiederà invece conto dei danni e della gestione dell'emergenza inoltre vorrà capire quali e quanti risarcimenti straordinari e investimenti si prevedano per la nostra Regione. Qui abbiamo mezza provincia di Teramo ancora al buio e generatori fermi, non allacciati oppure rimasti senza carburante. Lo stesso presidente dell'ordine di commercialisti ha scritto ai parlamentari affinché si sospendano gli adempimenti fiscali. Nulla sarà più lo stesso, fa sapere Renzo Di Sabatino che ripensa alle grandi opere: Come quelle del Masterplan, il IV lotto della TeramoMare o la funivia per l'Università; bisogna concentrare le risorse sulla messa in sicurezza del territorio, la manutenzione del paesaggio e gli investimenti sulla rete stradale. Così facciamo ripartire un'economia in ginocchio restituiamo una speranza alla conservazione dei luoghi. Si pensa pure a sgravi fiscali alle centinaia di aziende in ambasce, agli allevatori senza più la loro ricchezza, i capi bovini, e con i capannoni sfondati sotto il peso della neve. L'assessore regionale all'agricoltura, Dino Pepe, rivolge un appello accorato: A tutti gli allevatori che hanno capienza nelle stalle, ospitate gli animali di chi ha subito danni o addirittura crolli. Adotta una stalla crollata è il nome dato all'iniziativa. La prefettura segnala lo sciacallaggio dei furti di carburante ai danni dei gruppi elettrogeni e la sicurezza minata da alcuni ceffi che potrebbero fare man bassa nelle abitazioni vuote dei circa duemila sfollati A detta dei Vigili del Fuoco di Teramo che hanno impiegato 170 unità sul campo proseguono i crolli dei tetti di case e dei capannoni. Ieri i voli degli elicotteri sono rimasti pressoché al palo, si va avanti col mezzo dell'esercito italiano, il Bruco. A Fano Adriano si riscoprono altri valori che si pensavano dimenticati: i cittadini si riuniscono in una casa per mangiare e riscaldarsi assieme, condividendo le spese. A Bisenti torna la luce grazie ai volontari della Cri, chi può fa da sé in quest'emergenza, anche nove km a piedi sulla neve per avvisare la prefettura di Teramo, così come ha fatto l'assessore di Castelli, Faiani. «Abbiamo di fatto chiuso le operazioni con gli elicotteri per quanto riguarda le evacuazioni di persone, in particolare da Valle Castellana e dalle sue frazioni sono un centinaio le persone che abbiamo portato via». È quanto ha detto il direttore dell'Ufficio emergenze del Dipartimento della Protezione civile, Titti Postiglione.