ROMA Un colpo alle generazioni future, un regalo a chi sta già bene e uno schiaffo ai poveri. Non è la prima volta che Tito Boeri critica le scelte di politica previdenziale del governo. Ma forse mai come stavolta il presidente dell’Inps va dritto al bersaglio prendendo di mira la riforma delle pensioni. «Questa - ha spiegato Boeri riferendosi alle norme inserite in legge di Bilancio - è una manovra che fa aumentare il debito implicito e ogni manovra che lo fa scarica oneri sulle generazioni future. E questa è una manovra che lo fa in modo non irrilevante». Entrando nello specifico Boeri ha fatto riferimento «alla generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi di chi ne fruirà in futuro». Bersaglio della critica, l’aumento e l’estensione della quattordicesima «che non tiene conto delle condizioni delle famiglie. Così le quattordicesime possono andare al marito della ricca manager ad esempio». Insomma, ha spiegato Boeri, «l’intervento sulla quattordicesima può premiare persone in famiglie con altre persone con alti redditi o patrimoni ingenti». Un elemento ingiusto, se confrontato con il poco o nulla messo sul piatto per le fasce più povere. «Siamo usciti da questa crisi - ha avvertito il numero uno dell’Inps - con un raddoppio della povertà nel Paese che è avvenuta tutta al di sotto dei 65 anni». Così Boeri, che ha sollecitato la rapida approvazione della legge delega sulla povertà che giace da due anni in parlamento, si è lamentato del fatto che sulla povertà si continua non intervenire in modo sistematico. «È stridente - ha ammonito Boeri - il contrasto tra la lentezza con cui si affronta il tema della povertà e l’immediatezza con cui si sono volute ridurre di 6 euro le pensioni per recuperare quanto dato in più di adeguamento all’inflazione nel 2014». Estendendo il campo di osservazione, l’economista ha spiegato che nell’ambito del sistema pensionistico permangono forti iniquità, differenze di trattamento macroscopiche anche alla stessa generazione, e su questo «fin qui non si è intervenuti». Per questo, secondo Boeri, «bisogna sempre guardare al debito implicito, su cui ho visto tanto scetticismo. Il debito implicito è l’insieme degli impegni presi dallo Stato nei confronti degli attuali contribuenti, pensionati e contribuenti futuri». Conoscere l’entità del debito implicito in ogni riforma del sistema pensionistico è fondamentale per l’equità intergenerazionale ha avvertito Boeri ricordando che «se avessimo avuto calcoli del debito implicito negli anni ’60, ’70 e ’80 le baby pensioni non sarebbero state introdotte perché ci si sarebbe resi conto degli oneri pesantissimi che introducevano». Il duro affondo ha provocato la replica del governo. «Il miglioramento dei trattamenti pensionistici varato con la legge di Bilancio è del tutto sostenibile per la finanza pubblica sia nell’immediato che in prospettiva» ha puntualizzato il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.