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Data: 24/01/2017
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Grandi rischi: Boschi, «Prima pericolo Vajont poi ritrattano, non sono seri». Il geofisico: «Finanziamenti straordinari, Cialente li chieda a curcio»

L’AQUILA - “Alle 14 di ieri secondo la commissione Grandi rischi nell’Aquilano c’era l’effetto Vajont, una cosa pericolosissima che, se presa sul serio, richiederebbe di evacuare un numero considerevole di persone. Ma 4 ore dopo, il presidente ha smentito se stesso, dicendo che non è imminente. Non mi sembra una cosa seria, non è modo di comportarsi”.

Il commento ad AbruzzoWeb non certo tenero alle parole del presidente della commissione Grandi rischi, Sergio Bertolucci, è di Enzo Boschi, geofisico, ex presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e per tanti anni componente della commissione scientifica consultiva della presidenza del Consiglio.

Proprio in quella veste Boschi è stato processato, condannato in primo grado e assolto in Appello e Cassazione dalle accuse di omicidio e disastro per aver rassicurato gli aquilani nella riunione del 31 marzo 2009, a cinque giorni dalla scossa distruttiva del 6 aprile.

Boschi ricorda come, a norma di legge, “la Cgr individua i rischi, li comunica al capo della Protezione civile che li comunica al presidente del Consiglio, ovvero il massimo potere esecutivo, che prende eventuali decisioni. Qui invece - sbotta - piovono interviste a destra e a manca non si capisce come questa commissione faccia le proprie considerazioni”.

Entrando nel suo campo, “che la zona sia altamente sismica non c’è bisogno di dirlo agli abruzzesi, lo sappiamo tutti. Dal punto di vista strettamente sismologico si sono fatti ragionamenti che andavano fatti mesi, anzi, anni prima delle scosse del 24 agosto”, denuncia il prof.

“Ci fu una lunga sequenza sismica molto energetica in Umbria e Marche nel 1997, ce n’è stata una all’Aquila nel 2009, c’era assolutamente da aspettarsi, anche se non sapevamo quando, che si sarebbe attivato anche il segmento intermedio tra queste due zone epicentrali”, fa notare.

“Queste chiacchiere andavano fatte allora, e andavano individuate le misure di prevenzione per ridurre drasticamente il numero vittime, che sono state 300 e ora sono di più con quelle dell’albergo di Rigopiano - continua ancora - La Grandi rischi ha anche una sezione che si occupa di eventi meteo estremi, i terremoti non si prevedono, ma della grandissima nevicata in arrivo si sapeva”.

Boschi non risponde alla domanda se il nuovo stile di “esternazioni” della Commissione possa essere figlio del processo cui la “vecchia” commissione è stata sottoposta.

“Bisogna chiederlo a loro, la Cassazione ha dimostrato che le nostre condanne in primo grado erano sbagliate - risponde - In quella riunione evidenziai l’alta pericolosità della zona con mappe e considerazioni. Tanto è vero che il sindaco, Massimo Cialente, sulla base di questo chiese lo stato d’emergenza”.

Dovrebbe farlo anche oggi? “Vista la nota della Grandi rischi, io l’avrei fatto: se si rischia effetto Vajont sul più grande invaso d’Europa nella zona sismica più pericolosa d’Europa, lo avrei chiesto. Certo, se hanno ritrattato, magari allora no...”.

Sulla figura del presidente Bertolucci, Boschi spiega di non averlo “mai conosciuto né visto. So che non è un geofisico o un sismologo, ma un fisico delle particelle elementari - rileva - Non so che cosa abbia in mente”.

Gli indici sono puntati anche sulla Protezione civile, con cui Boschi ha lavorato fianco a fianco negli anni di Guido Bertolaso al comando.

E secondo il professore, l’attuale presidente, Fabrizio Curcio, “ha meno potere di Bertolaso, senz’altro. Lui poteva agire in deroga e aveva il suo stile e la sua personalità. Se c’era bisogno di uno spazzaneve, ne faceva arrivare 4, dalle Alpi, dalla Spagna o dalla Svezia”.

“Dal punto di vista della gestione dell’emergenza, Bertolaso non si discute - taglia corto - Curcio sarà bravo uguale, ma non credo abbia le stesse possibilità. Anche il suo predecessore, Giuseppe Zamberletti era così”.

All’Aquila è polemica per delle scuole che hanno un indice di vulnerabilità del 20% dove il 100% è il massimo della sicurezza sismica.

“Male. Le scuole dovrebbero essere sacre, i bambini dovrebbero andare nel posto più sicuro - dice Boschi - Se la Cgr ha ritrattato alle 18 il pericolo delle 14, forse sarei più tranquillo, ma chiederei comunque finanziamenti straordinari per renderle sicure: non è che il sindaco Cialente può trovare i soldi dalla mattina alla sera! E se Curcio se non vuole occuparsene, allora non mandi gli allarmi”.

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