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Pescara, 25/11/2024
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Data: 24/01/2017
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Grillo filo-Donald agita il M5S. Fico dà voce al malessere: «Né con lui, né con Salvini». Statisti forti? Non basta mai uno solo, serve un gruppo. E no al muro anti immigrati. Non facciamo alleanze con nessuno. E la Lega non sarebbe neanche la più probabile

Il giorno dopo l’intervista di Beppe Grillo al Journal du Dimanche, dal blog a Luigi Di Maio, tutti smentiscono l’ipotesi di alleanze con Lega e Fratelli d’Italia. Ma dietro le rettifiche e le dichiarazioni che ripetono il «no a tutte le alleanze», c’è un forte malessere per la svolta a destra del Movimento, che esalta gli «statisti forti» Putin e Trump e invoca la mano dura contro gli immigrati clandestini. A dare voce al malessere è Roberto Fico. Che smentisce virate destrorse e parla chiaro: «Non siamo né trumpiani né salviniani, Dio ce ne scampi». Su Trump l’entusiasmo è ai minimi, a differenza di Grillo: «Io non gli do nessuna apertura di credito. Di certo non vado contro il voto popolare ed è sbagliato il coro dei media che non ha fatto che favorirlo. Ma se mi chiede se sono d’accordo sul muro per gli immigrati, le dico: assolutamente no. Sugli immigrati ci vuole apertura».

Non sono bastati né Che Guevara né Fidel Castro

Apertura? Eppure non sembrerebbe a leggere certi post sul blog e le parole di Grillo: «Quello che conta è il programma, che sarà messo on line e votato. Noi non facciamo alleanze con nessuno, né prima né dopo. E la Lega non sarebbe neanche l’alleanza più probabile». A conferma di questo, spiega che «quando la Lega vedrà il programma sugli immigrati ci manderà al diavolo». Più facile che altri concordino con loro: «Perché non Sel?». Insomma, un Fico decisamente distante dalla linea ufficiale che prende piede nel Movimento 5 Stelle. Tanto che anche sugli «statisti forti» è cauto: «Non basta mai una persona sola, serve un gruppo. Non sono bastati né Che Guevara né Fidel Castro». Anche il giudizio su Obama, «un disastro in politica estera», non è condiviso: «L’errore di Obama è che non ha costruito una classe dirigente, vedi Clinton. Sulla politica estera, ci sono luci e ombre: tra queste ultime, la guerra in Afghanistan. Ma condivido totalmente l’Obamacare. Sanità e scuola pubblica sono i pilastri su cui si regge la civiltà».

«Ben venga se saltano le sanzioni alla Russia»

Prima di Fico aveva parlato, anzi scritto, Paola Nugnes. Che in mattinata su Facebook aveva espresso tutto il suo sconcerto: «Mi sono svegliata nazionalista e leghista. Ma quando ne abbiamo discusso?». Post durato pochi minuti, con spiegazione della cancellazione: «Mi è stato detto che ci sarà un chiarimento e aspetto. Ho cancellato perché qui la discussione poteva diventare uno strumentale punto di polemica. Ne riparleremo». Luigi Di Maio, in Transatlantico, spiega senza problemi: «A Paola risponderò di persona, come sempre. Quanto alla storia dell’alleanza con la Lega, qualcuno ha bevuto e ha scritto che facciamo alleanze con Salvini. È una cosa ciclica, torna sempre: loro lo scrivono noi lo smentiamo. Ormai è tradizione». Su Trump, invece, i punti di contatto, almeno su alcuni temi, sono confermati: «Ben venga se saltano le sanzioni alla Russia. E ben venga se saltano trattati come quelli su Tunisia e Marocco, perché aiutano i nostri agricoltori».

«Si voti subito con il nostro Legalicum»

Il blog di Grillo ci era andato giù più pesante, con un post-gogna violentissimo contro Repubblica, citando un suo cronista e pubblicando la foto di un gabinetto. Immediata la protesta dell’Associazione stampa parlamentare. La conclusione del post smentisce alleanze: «Salvini e Meloni, mangiate tranquilli. Il Movimento non fa alleanze con quelli che da decenni sono complici della distruzione del Paese». A Grillo risponde Giorgia Meloni: «Caro Grillo, sei la guardia bianca del Palazzo: sappiamo che ti consideri l’argine contro le destre». Ma i 5 Stelle si concentrano anche sui temi più vicini. Il vicepresidente della Camera Di Maio riprende la battaglia contro i «voltagabbana» e dice «sì al vincolo di mandato». E mentre i sindaci mandano un ultimatum all’Anci prima di uscire — «arrivano tre decreti del governo, dimostrino di non essere un organo politico» —, Grillo ribadisce: «Si voti subito con il nostro Legalicum: questo Parlamento non si azzardi a mettere mano alla legge elettorale».

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