PESCARA - L'hotel Rigopiano si è trasformato in una tomba di ghiaccio. Con il passare dei giorni e delle ore, purtroppo, il bilancio dell'apocalisse bianca si aggrava sempre di più. Tuttavia la fiammella della speranza non si è spenta del tutto nell'animo dei soccorritori, che scavano senza sosta anche nel buio della notte. E dalle macerie escono corpi, e ancora corpi, tra cui quello dell'allenatore di Loreto Aprutino Piero Di Pietro e del salernitano Stefano Feniello, inizialmente dato per sopravvissuto. Eppoi una bambola, un pochino malconcia, che forse appartiene a una delle bambine scampate al disastro. E ancora giochi, tanti giochi, un tempo custoditi nella sala di intrattenimento per i più piccoli.
Sono diciassette le vittime al momento identificate: dieci uomini e sette donne. Ma ieri sera areno annunciate altre quattro salme in arrivo all'ospedale di Pescara. Il numero dei dispersi è sceso a dodici. Undici, invece le persone salvate. C'erano quaranta persone nell'hotel Rigopiano il giorno della sciagura, ventotto gli ospiti, tra cui quattro bambini. Dodici i dipendenti, compreso il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane. Nel tardo pomeriggio di ieri i vigili del fuoco hanno recuperato all'interno della struttura, il corpo senza vita di una donna. In serata, altre due donne e altre ancora. Nella notte precedente, erano stati estratti dalle macerie tre uomini. Poco dopo le 9, altre due donne. Quasi tutte le vittime, indossavano abbigliamento sportivo da montagna, tranne alcune che probabilmente lavoravano in cucina. Altre, invece, sono state estratte senza indumenti.
LA PROCEDURA Come da procedura, dopo il recupero, le salme vengono condotte all'ospedale di Pescara per gli accertamenti medico legali e l'identificazione. Poi segue la restituzione ai familiari, la fase più delicata. A presidiare la sala in cui è stato allestito il punto di raccolta dei parenti, ci sono le forze dell'ordine. Nella prima fase di recupero, i soccorritori si stanno avvalendo della collaborazione di una persona del luogo che conosce bene i dipendenti dell'hotel, al fine di semplificare il riconoscimento dei corpi estratti, poiché privi di documenti.
«Non ci fermeremo fino a quando non avremo la certezza che non ci sia più nessuno vivo sotto le macerie o sotto la neve. Dobbiamo continuare a cercare fino alla fine» ha detto il funzionario del Dipartimento della Protezione civile Luigi D'Angelo. Si scava nel cuore della struttura, nella zona tra le cucine, il bar, la hall e la sala biliardo. Stanno lavorando da ormai sette giorni gli uomini del Soccorso alpino della guardia di finanza, i militari del 9° Reggimento Alpini dell'Aquila, vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, uomini del Soccorso alpino medici, paramedici e volontari della Protezione civile. Sono tutti sul teatro delle ricerche. La loro opera adesso è diventata più veloce e incisiva. Le ricerche procedono anche con le unità cinofile Gdf dell'Aquila, dal fiuto quasi infallibile. I vigili del fuoco stanno effettuando opere a dir poco chirurgiche nel tagliare le travi che hanno imprigionato i diversi corpi. Si impiegano ore ed ore, ogni qualvolta bisogna liberare le persone sepolte. Sì, perché, molte di loro, sono state crudelmente schiacciate dalle macerie.
Si continua su tutto il fronte del cantiere. Un impegno complesso. Si sta smontando pezzo per pezzo l'albergo, per poter arrivare dove potrebbero essere nascoste altre persone. Le tre squadre del 9° Reggimento Alpini dell'Aquila, da giorni impegnate nelle operazioni di soccorso alle persone travolte da valanga sul monte Siella, continuano la loro attività di ripulitura della struttura dell'hotel dall'enorme quantitativo di neve e detriti trasportati a valle. Lo spessore delle neve depositato sul tetto della struttura, in alcuni punti, supera anche gli otto metri. Le operazioni di sgombero sono necessariamente condotte manualmente, con pale e picconi. Tuttavia gran parte del manto nevoso è stato rimosso migliorando così le possibilità dei vigili del fuoco di raggiungere i punti di accesso ai locali del resort.
L'Esercito, sul luogo del disastro, ha predisposto un punto di controllo all'interno di una tenda pneumatica. E' un supporto logistico dove di impartiscono gli ordini e dove si controlla anche lo stato di salute di tutti i soccorritori che partecipano alle ricerche. Al termine di ogni turno di lavoro, si contato le persone rientrate alla base e quelle assenti. Si continua a sondare il terreno. Nello stesso tempo, si controllano anche i movimenti di eventuali valanghe o slavine. E ci si ferisce anche, quando si incontra la presenza di rottami, schegge di vetro, rocce appuntite trasportate a valle dalla massa nevosa. Una condizione, che costringe i soccorritori a procedere con la massima cautela.
I NOMI Al momento le vittime identificate sono Sebastiano Di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa, i genitori di Edoardo, il piccolo di 10 anni rimasto orfano, e poi il maitre dell'hotel, Alessandro Giancaterino, fratello dell'ex sindaco Massimiliano, anch'egli dipendente della struttura; il cameriere Gabriele D'Angelo, Linda Salzetta, sorella di Fabio Salzetta, il manutentore scampato alla morte poiché si trovava fuori dall'hotel, e Barbara Nobilio. Ieri sera alla lista si sono aggiunti i nomi di Stefano Feniello e di Piero Di Pietro.
Loreto piange anche Di Pietro papà Feniello colto da malore
PESCARA «Quando lo saprò io lo saprete anche voi» aveva detto in mattinata. Ma quando intorno alle 18,30 è arrivato il momento per lui più temuto e più doloroso, Alessio Feniello non ha retto: quando gli è stato detto che suo figlio Stefano risultava tra le vittime dell'inferno dell'hotel Rigopiano, l'uomo ha gridato al cielo tutta la sua rabbia e ha ceduto, accusando un malore. Le sue urla da brivido sono riecheggiate al primo piano dell'ospedale. Feniello si è accasciato di colpo, barella e operatore del 118 hanno attraversato con frenetico affanno l'atrio del Santo Spirito annunciando il dramma in corso. I tanti giorni di speranza che poi s'è trasformata in rassegnazione gli hanno presentato il conto. Uno choc anche per gli altri parenti dei dispersi, in angosciosa attesa di notizie dei propri cari. Al Pronto soccorso al papà di Stefano è stato riscontrato un forte stato d'ansia per il quale è stato sedato. Per un po' è rimasto in osservazione nel reparto, assistito dalla moglie. Nel frattempo, altre famiglie, altri genitori venivano chiamati in quella stanza da cui si esce solo con gli occhi gonfi di lacrime. E' toccato ai carabinieri del maggiore Claudio Scarponi il mesto compito di informare i parenti delle vittime identificate.
Il cordone di protezione alzato da agenti di polizia, finanza, Digos e guardie giurate della Asl è servito a evitare l'assalto dei giornalisti. Ma non c'era molto più da chiedere a chi in questa tragedia ha perso figli, fratelli e sorelle o anche genitori. Il piccolo Edoardo Di Carlo è stato dimesso ieri e come lui Samuel Di Michelangelo, suo compagnetto in questa atroce sventura. I funerali di Sebastiano e Nadia Di Carlo si svolgono alle 10,30 di oggi a Loreto Aprutino e Edoardo avrà la protezione del fratello Piergiovanni, al quale è stato affidato, e di tutta la sua grande e generosa famiglia. Samuel sarà seguito dal nonno e a differenza di Edoardo non sa ancora che i suoi genitori non ci sono più. Loreto Aprutino sempre più città simbolo di questa tragedia: dopo Barbara Nobilio ieri sera è stata confermata anche la scomparsa del marito Piero Di Pietro, oltre ai coniugi Di Carlo.
I senegalesi Muhamed Mar e Khadim erano in ospedale per un lieto evento, l'arrivo di un bebè, ed hanno chiesto di Faye Dame, il senegalese di cui nessuno sapeva nulla: «Un ragazzo generoso e gran lavoratore, non sapevamo lavorasse all'hotel Rigopiano - hanno detto -. Due suoi fratelli sono andati in Senegal dalla famiglia, lì vivono i suoi due figli e Faye, se come sembra non ce l'ha fatta, sarà volato in cielo senza aver mai conosciuto il suo secondogenito nato da poco».
La contabilità della tragedia è stata aggiornata a più riprese: era stata già confermata la scomparsa di Linda Salzetta, sorella di Fabio (il manutentore dell'hotel scampato al disastro), che proprio l'altro ieri avrebbe compiuto gli anni. Ieri in serata si contavano circa venti vittime, i cui nomi risultano già accertati ma che sarà possibile diffondere solo dopo la comunicazione ufficiale ai parenti. Da quanto trapelato, una moltitudine di cadaveri è stata trovata nella sala garden, tutti travolti dalla spaventosa ondata di detriti, oltre ai corpi senza vita recuperati nella sala camino. Quella da cui sono usciti vivi i fidanzatini Giorgia Galassi e Vincenzo Forti, e anche Francesca Bronzi, che lì sotto ha tenuto fino all'ultimo la mano del suo Stefano Feniello.