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Data: 25/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Lungo il Vomano, 20mila persone in ansia per la diga

TERAMO Ventimila persone. Lungo il corso del fiume Vomano, dalla montagna al mare. Tutte alle prese, dopo il terremoto, il maltempo e i blackout elettrici, con l’allarme lanciato dalla Commissioni grandi rischi, sulla tenuta della diga di Rio Fucino, a Campotosto. Che, in caso di nuove forti scosse di terremoto potrebbe rivelarsi un grande pericolo. Cosa succederebbe se la diga dovesse cedere? E come stanno vivendo questa ennesima allerta i Comuni a valle del bacino artificiale? Non mancano le preoccupazioni, soprattutto nei territori più interni, i più vicini alla diga. CROGNALETO. A gridare il proprio disappunto sono Gianni Di Centa e Giuseppe D'Alonzo, rispettivamente sindaci di Montorio e Crognaleto. «L'annuncio di ieri (lunedì, ndr) ha messo in crisi un'intera vallata», ha esordito D'Alonzo, «anche se poi hanno ridimensionato l'allarme. Tutto questo per noi sindaci è ingestibile. Chi ha lanciato l'allarme si deve preoccupare di tutta la vallata del Vomano, fino a Roseto. Non possiamo essere lasciati in balia di noi stessi». Crognaleto, che è il primo dei centri che si incontrano sotto la diga di Campotosto, 1.300 abitanti appena, con questa notizia ha avuto «il colpo di grazia», come lo ha definito il primo cittadino, che ha già dovuto evacuare in questi giorni a seguito del terremoto, della neve e del pericolo frane gran parte del suo territorio. E D'Alonzo ieri ha incontrato il prefetto, al quale ha ricordato dell'incontro dei sindaci all'indomani del terremoto del 30 ottobre. «In quell'occasione», ha sottolineato, «sollevai il problema della diga di Campotosto a Curcio, ma lui mi rispose che quello era un problema locale, non della Protezione civile. E il prefetto non proferì parola». MONTORIO. Subito dopo Crognaleto, scendendo a valle, sorge l'abitato di Montorio che è il più grande sul Vomano con 8.300 abitanti. Con non poca preoccupazione, il primo cittadino Di Centa ha immediatamente scritto una Pec alla Regione e al prefetto per «conoscere quali misure deve adottare a salvaguardia della popolazione locale, in considerazione delle difficoltà di valutazione degli eventuali scenari e della loro portata che potrebbero presentarsi al verificarsi di tale calamità, vista la scarsità di dati e informazioni resi disponibili per tale evenienza, sia da parte dell'Enel gestore del bacino, che degli organi di controllo dell'invaso». Di Centa, che raccoglie incessanti richieste di aiuto da parte della popolazione letteralmente nel panico, ha detto: «Con un allarme di questo tipo è chiaro che i cittadini se ne vogliono andare. Qui arriva gente piangendo. Ma certamente non possiamo con le nostre poche forze evacuare un comune come Montorio. Voglio sapere cosa devo fare». BASCIANO E PENNA. Più cauti i sindaci di Penna Sant'Andrea Severino Serrani e di Basciano Alessandro Frattaroli. «Non vedo la mia popolazione preoccupata», dice il primo cittadino di Penna, «anzi molti sono scesi da Penna a Val Vomano, che conta 1.000 abitanti ed una cinquantina di attività commerciali». Dello stesso avviso il collega Frattaroli, che ha una frazione intera lungo gli argini del Vomano, Zampitto, che con 900 abitanti ed un'ampia zona industriale rappresenta un po' il cuore economico del comune. «Siamo meno spaventati di Montorio», ha detto, «perché c'è qualche km in più che ci distanzia dal lago. Comunque valuteremo strada facendo». Poca preoccupazione anche per il Comune di Teramo, che sul fiume ha i 1.200 abitanti di Villa Vomano. «L’abitato della frazione non dovrebbe correre rischi», dice il sindaco Brucchi, «ma comunque stiamo monitorando la situazione». LA BASSA VALLATA. Scendendo verso il mare, nel comune di Castellalto ad essere interessata è la frazione di Castelnuovo Vomano, dove risiedono 3.800 persone, con la vicina zona industriale, che costeggia il lungofiume e ospita una ventina di aziende. Nel territorio comunale di Notaresco, invece, l’area che si trova vicino al corso fluviale è la fascia pianeggiante, con circa 1.500 abitanti in totale, compresa tra Pianura Vomano e la frazione collinare di Guardia Vomano. Inoltre, sono più di trenta le imprese nella zona industriale a ridosso del Vomano. In entrambi i comuni, in collaborazione con i vigili urbani e la Protezione civile, è in corso un monitoraggio continuo di 24 ore per verificare i livelli di portata del fiume con controlli ripetuti ogni mezz’ora in alcuni punti precisi, come il ponte di Castelnuovo Vomano. LA FOCE. Anche nella parte più a ridosso della foce i Comuni stanno monitorando il corso del Vomano. Per quanto riguarda Morro D’Oro, il sindaco Michele Poliandri ha già provveduto a far avvertire dai vigili urbani le famiglie, sette-otto in tutto, che hanno la propria abitazione vicino al fiume. Per quanto riguarda Roseto a essere interessate sono le frazioni che si trovano sul lato sud della Statale 150, San Giovanni e Santa Lucia, il che significa circa 700 abitanti. Per Pineto - la più colpita nel passato dallo straripamento del Vomano, limitatamente alla frazione di Scerne con i suoi 1.500 abitanti - il piano di emergenza comunale contiene già l’ipotesi di eventuale esondazione del fiume. Sono previste zone di ammassamento per la popolazione.

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