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Data: 26/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il giallo del bollettino mancante. Le morti? Non solo ipotermia

PESCARA Per la tragedia dell'hotel Rigopiano, dal punto di vista dell'inchiesta resta in primo piano la cronologia e la filiera dell'allerta meteo valanghe che il 17 gennaio indicava un pericolo molto alto: gravità 4 su 5. La ricostruzione che sta facendo la procura riguarda proprio questo allarme lanciato sia dalla Centrale Operativa Abruzzo del corpo forestale, con mail delle 13,42, sia quello diramato dalla centrale di Roma-L'Aquila della protezione civile. Mentre il primo messaggio è stato recapitato alla Prefettura e al centro funzionale regione Abruzzo, quello appena successivo sarebbe stato inviato anche ai vari Comuni, compreso Farindola: questo almeno è quanto documentalmente gli investigatori di carabinieri e forestali hanno acquisito nelle scorse ore. In diverse interviste di questi giorni, il sindaco di Farindola, Lacchetta, ha invece sempre smentito di aver ricevuto comunicazioni in questo senso, aggiungendo che la causa potrebbe addebitarsi al black-out di energia elettrica che c'era. Ieri gli inquirenti sono andati negli uffici comunali di Farindola per acquisire, oltre a tutta la documentazione relativa alle commissioni comunali valanghe e il carteggio relativo alle autorizzazioni edilizie del resort, anche questa comunicazione che risulta regolarmente inviata e ricevuta dall'ente comunale. Cosa è allora venuto meno? Il sindaco di Farindola, secondo precise regole, si sarebbe dovuto sentire con la Prefettura e decidere sul da farsi: anche sull'eventuale chiusura dell'hotel e sull'allontanamento di tutti gli ospiti.

VIE DI FUGA Nulla è stato però fatto, neppure per cercare di mantenere percorribile l'unica strada di collegamento con il Rigopiano: e in questa direzione la procura ha ascoltato anche un cantoniere, registrando elementi molto utili all'indagine. Tutto questo riguarda però quella parte dell'inchiesta sull'ipotesi del disastro colposo, per i fatti accaduti prima della valanga. Per quanto riguarda il capitolo autopsie, importante per stabilire eventuali responsabilità nei ritardi dei soccorsi, e le falle nella catena di comando della Prefettura con le telefonate di allarme sottovalutate, argomenti correlati all'ipotesi di omicidio colposo plurimo, il procuratore Cristina Tedeschini, nel confermare l'interrogatorio della funzionaria che ricevette la telefonata del 118 prima e di Quintino Marcella poi, è stato chiaro. «Momenti di forte incomprensione sulle notizie fornite dal cuoco Parete e da Marcella ci sono state e sono evidenti dall'ascolto che abbiamo fatto delle telefonate. La funzionalità della centrale operativa della Prefettura è un pezzo della ricostruzione degli accadimenti ed è stato tutto già acquisito agli atti».
Sulle autopsie il procuratore ha detto: «Al momento abbiamo il risultato di sei esami autoptici che sono ognuno diverso dall'altro: ci sono morti immediate per schiacciamento e altre non immediate per la concausa di schiacciamento, ipotermia e asfissia, ma nessuna solo per ipotermia. Il medico legale ha anche determinato il tempo di sopravvivenza». Elemento utile per stabilire eventuali responsabilità nei ritardi dei soccorsi. «La situazione complessiva percepita dagli ospiti come criticità - ha poi aggiunto il procuratore - è ormai provata. Vi era la diffusa determinazione di lasciare l'albergo la mattina del 18 e anche il giorno prima altre criticità erano state prese in carico dal gestore che, per questo motivo, nel pomeriggio precedente la tragedia si era allontanato per cercare soluzioni in questo senso. E' tutto agli atti».

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