«Non esiste ad oggi la possibilità di prevedere deterministicamente i terremoti, ma la Commissione Grandi rischi ritiene suo dovere fornire alle autorità competenti e ai cittadini la sua valutazione scientifica dei possibili scenari legati all'evoluzione della sequenza sismica. Questo giudizio, che non deve essere in nessun caso interpretato come una previsione localizzata in tempo, luogo e magnitudo di un terremoto, è secondo la Commissione importante per mantenere alta la vigilanza, per stimolare l'attuazione delle misure di riduzione del rischio e della mitigazione della vulnerabilità delle strutture e al contempo per fornire ai cittadini una informazione corretta e trasparente». Di marcia indietro non si può parlare perché, nei fatti, viene confermato «l'impianto interpretativo scientifico» della sequenza sismica. Ma è certamente un fatto significativo che il presidente della Cgr, Sergio Bertolucci, ieri abbia avvertito la necessità di diffondere una sua dichiarazione stampa di chiarimento dopo la ridda di polemica, tensioni e allarmi scatenata dal precedente comunicato del 21 gennaio. «In questa ottica dice la nota - va anche letta la frase del comunicato in cui si afferma: I recenti eventi hanno prodotto importanti episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche quali le grandi dighe. Di nuovo, simile affermazione non implica alcuna dichiarazione di pericolo imminente, ma ribadisce l'esortazione a continuare e dove necessario a incrementare il monitoraggio già in atto delle dighe e, ove ritenuto necessario dalle autorità preposte, a metter in atto misure di mitigazione del rischio».
L'INTERVISTA La frase «effetto Vajont», riferita ai rischi per la diga di Campotosto (nella foto), secondo Bertolucci «non è ascrivibile alla Commissione»: «Essa è il risultato dice - di un improvvido uso del termine da parte del presidente della Cgr, nello spiegare i parametri da monitorare per l'integrità di un bacino artificiale durante un'intervista telefonica rilasciata la mattina del 22 gennaio a una rete tv pubblica. Un singolo minuto di questa intervista (originariamente di più di 10 minuti) è stato mandato in onda estraendo la frase dal contesto, con il risultato di stravolgerne totalmente il senso. Il presidente se ne assume comunque la responsabilità ed esprime tutto il suo rammarico per avere involontariamente contribuito ad aggravare lo stato di ansia delle popolazioni già così duramente colpite».
Dunque la Commissione vuole solo mettere in guardia, ammettendo di non poter effettuare previsioni deterministiche. Nella sostanza, però- e non potrebbe essere altrimenti- le cose non cambiano. La conferma dell'impianto interpretativo della sequenza significa ribadire le tre aree a rischio, contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). «Questi segmenti sono localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L'Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti».