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Pescara, 24/07/2024
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Data: 26/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Bocciato il ballottaggio «Italicum applicabile». La Consulta non ammette il secondo turno, restano le pluricandidature. Legittimo il premio di maggioranza al partito che supera il 40% dei voti

ROMA No al ballottaggio, sì al premio di maggioranza alla lista che raggiunge il 40 per cento e sì ai capilista eletti in più collegi ma da adesso in poi sarà un sorteggio a decidere quale collegio assegnare. La Corte costituzionale smonta a metà l’Italicum e dopo 15 ore di Camera di consiglio consegna al Paese una legge elettorale «immediatamente applicabile», un concetto che la Corte ha voluto esplicitare nel comunicato con il quale ha reso note le sue decisioni. Parole che hanno scatenato le reazioni di Grillo e Salvini che hanno chiesto di andare a votare subito, con i sistemi elettorali che la Consulta ha stabilito per Camera e Senato. E poco importa se non sono omogenei del tutto. Una tentazione forte anche nel Pd dove Matteo Renzi frena l’entusiamo dei suoi ma avverte le altre forze politiche: basta con la melina. «Noi non ci faremo prendere in giro; o entro tre settimane esce un’intesa in parlamento oppure si vota con l’Italicum corretto dalla Consulta e con il Consultellum al Senato», spiega un renziano di ferro anticipando che in questo caso al Senato il Pd si presenterà con una coalizione visto che c’è uno sbarramento all’8% per le liste che non si alleano. Sia chiaro, ribadisce Lorenzo Guerini, il vicesegretario democratico, che il Pd non ha paura del voto. Concetto ribadito anche da Grillo che dal suo blog conferma che il M5S non farà alleanze con nessuno puntando a conquistare il 40 per cento dei voti. L’Italia torna al proporzionale. Chiamata a decidere su ricorsi presentati dai tribunali di Messina, Torino, Perugia Trieste e Genova, illustrati dagli stessi avvocati che avevano demolito il Porcellum, la Corte consegna al Paese una legge di impianto proporzionale ma salva il premio di maggioranza (340 seggi) al singolo partito o alla lista che raggiunga almeno il 40% dei voti. I togati hanno invece bocciato il ballottaggio perché ritenuto incostituzionale. La motivazioni arriveranno a febbraio. Da registrare intanto le reazioni dei legali che hanno impugnato l’Italicum. «Abbiamo ottenuto il minimo indispensabile del massimo che sarebbe stato possibile», dice Vincenzo Palumbo, soddisfatto però perché si è messa una pietra miliare contro una futura legge «che mettesse in discussione il diritto costituzionale al voto». «Siamo soddisfatti, il governo è stato battuto», dicono invece Felice Besotri, Michele Ricciardi e Michele Pennino, convinti che non sia possibile andare a votare subito con due leggi disomogenee su soglie di accesso e coalizioni. Se si dovesse andare a votare con l’attuale sistema elettorale risultante dalla sentenza della Corte si avrebbe un modello proporzionale ma corretto alla Camera e del tutto proporzionale al Senato, il cosiddetto Consultellum. Due leggi elettorali che difficilmente consentirebbero di avere un unico vincitore certo la sera delle elezioni. A Palazzo Madama il Consultellum favorisce le coalizioni mentre alla Camera l’Italicum rivisto e corretto premia il singolo partito o lista purché arrivi al 40%. Dunque ci si potrebbe trovare di fronte a due maggioranze diverse nelle due Camere. Sono infatti diverse anche le soglie di accesso per Camera e Senato. Con il restante Italicum per la Camera la soglia resta al 3% mentre a Palazzo Madama la soglia varia a seconda che i partiti si presentino da soli (8%) o in coalizione (3%). Motivo per il quale nel Pd anche la minoranza spinge per abbandonare la linea del partito a vocazione maggioritaria, in favore di un Pd perno di una coalizione, sul modello dell’Ulivo. L’idea di allineare i due sistemi elettorali, chiesta per altro anche da Sergio Mattarella, non è stata esaminata dalla Consulta se non per un punto: il ballottaggio. È stato questo il tema che più a diviso i togati che alla fine hanno deciso di abolirlo principalmente perché, non è prevista una soglia minima di voti per accedervi e questo può alterare la reale rappresentanza.

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