FARINDOLA Il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli rompe il silenzio dell’ultima settimana, un silenzio «rispettoso delle vittime della valanga di Rigopiano e delle loro famiglie». In questi giorni, racconta, «sono stata in giro per la mia amata regione martoriata, a disposizione dei sindaci e degli amministratori alle prese con mille problemi ma mai persi d'animo e sempre sul pezzo». Nell’ultima settimana Chiavaroli ha trascorso «tanto tempo a Penne, al Centro Operativo che ha coordinato i soccorsi per Rigopiano. E lì», spiega, «venerdì ho pianto di gioia alla notizia che avevano individuato delle persone in vita». Quanto accaduto è servito a far capire che «le nostre infrastrutture energetiche sono inadeguate e l'Enel dovrà rendere conto del perché ha lasciato mezza regione senza luce per più di una settimana e cosa farà perché non accada mai più», essendo l’Italia «un paese civile». Tra l’emergenza del 2009 e quella dei giorni scorsi c’è stato il cambiamento dell'organizzazione della Protezione civile, «evidentemente in peggio, da parte del governo Monti. In entrambi i casi tutti hanno lavorato senza risparmiarsi e con grande competenza e dedizione: è l'organizzazione in discussione, non le persone». Chiavaroli ritiene che vadano «restituiti poteri a chi ha le competenze necessarie per gestirli oppure dobbiamo formare chi deve gestire processi così complessi ed eliminare la burocrazia che ostacola e rallenta. Anche sulle Province dobbiamo riflettere: le abbiamo lasciate a metà del guado senza soldi ma con compiti da svolgere. E soprattutto dobbiamo impegnarci perché in Abruzzo la parola futuro possa ancora avere senso, prima di tutto pensando alle scuole e, dove serve, bisogna pensare ai moduli provvisori per evitare che le aree a rischio sismico si spopolino». Il suo impegno, conclude, sarà per le famiglie delle vittime di Rigopiano. «Saranno accertate tutte le responsabilità e se qualcuno deve pagare pagherà».