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Pescara, 24/07/2024
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Data: 28/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Marco: «Lasciato solo a fronteggiare il disastro»

PESCARA Poi ci sono loro, i presidenti delle Province del centro Italia, che non ce la fanno più a prendersi gli insulti («anche dei sindaci che rappresentiamo») restando in silenzio. Perché, dicono - appellandosi come ultima sponda al presidente Mattarella - se si spendono 103mila euro a chilometro per le autostrade, 22mila per le strade statali e solo 6mila euro per quelle regionali e provinciali, non potete chiedere a noi di fare miracoli. Soprattutto in questa fetta d'Italia, nel cuore dell'Appennino, dove, ai terremoti che si sono succeduti dal 24 agosto, si è unita come ospite non gradito una nevicata mai vista prima negli ultimi 60 anni, i black out elettrici dell'Enel, la situazione di incertezza che governa gli enti intermedi, riferimento sul territorio fino a ieri per la viabilità e l'edilizia scolastica, prima della riforma che avrebbe dovuto cancellarli e poi ridotto su un lettino di rianimazione con le flebo alle vene.
Lo sfogo è amaro: «Le risorse per i servizi essenziali, come la manutenzione e la messa in sicurezza dei 130mila chilometri di strade provinciali e delle 5.100 scuole superiori italiane, sono ormai ridotte al minimo». Una cifra su tutte: -571milioni la differenza tra entrate e uscite delle Province italiane nel 2016. Poi ci sono i casi estremi, certo, come la vicenda ancora tutta da scrivere di Rigopiano. Ed è per questo che il presidente dell'Unione delle Province italiane, il vicentino Achille Variati, ha convocato ieri i colleghi del centro Italia nella sede della Provincia di Pescara.

SOLIDARIETÀ Non tanto per esprimere solidarietà al presidente Antonio Di Marco: «Ma è proprio il rispetto verso le vittime di questi giorni ad imporci di chiedere risposte con schiettezza, per evitare che tragedie simili si ripetano». Accanto a Variati siede proprio Di Marco e ci sono anche i presidenti della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino; di Chieti, Mario Pupillo, il consigliere delegato della Provincia dell'Aquila, Emilio Cipollone, a raccontare come si fa a fronteggiare l'emergenza neve e terremoto quando in cassa hai poche decine migliaia di euro per la viabilità, soldi che non bastano nemmeno a riparare i mezzi fermi in officina. Ci sono i colleghi di Ancona, Rieti (il territorio di Amatrice e Accumoli), Ascoli, Macerata, Urbino, Perugia, Fermo, a ribadire gli stessi concetti.
Così, per restare in Abruzzo, si scopre che nel 2011 la Provincia di Pescara aveva a disposizione 90mila euro per sgomberare le strade dalla neve, ridotti a 20mila nel 2016. «La lezione di questa terra è emblematica - insiste il presidente dell'Upi -. Qualcuno può dire non lo sapevo?». Si sfoga Pupillo: «Siamo diventati il bancomat del Governo». Di Marco torna su Rigopiano: «Quell'hotel doveva essere il posto più sicuro se non ci fosse stata la slavina. Avevano da mangiare, erano al caldo, c'era la corrente. Contemporaneamente sul mio territorio, da Villa Celiera a Brittoli, dove ci sono stati anche due morti, ci siamo trovati a fronteggiare l'emergenza con i pochi mezzi a disposizione in quel momento. Sono stato io, la mattina del 18, a chiedere l'intervento dell'esercito per l'invio di una turbina, a chiamare al telefono Gentiloni. La verità è che in certe situazioni non puoi essere lasciato solo, occorre assumersi le responsabilità ad ogni livello. Credetemi, se le Province restano queste ci troveremo a parlare di altre tragedie».

BILANCI Cipollone (L'Aquila) allarga le braccia: «Nel 2016 abbiamo restituito allo Stato 21milioni a fronte di entrate presunte per 49». E poi c'è Teramo: «Abbiamo avuto anche noi 4 morti - si sfoga Di Sabatino -, e non è possibile, nel 2017, che questo evento sia stato accompagnato dal distacco dell'energia elettrica per 70mila utenze. Credetemi, chi ha sbagliato davvero non sta seduto a questo tavolo».

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