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Data: 28/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Riaprite le scuole» Ma c’è chi dice no. D’Alfonso promette ai sindaci soldi per effettuare le verifiche sismiche. La risposta da Montorio e Crognaleto: «Qui le lezioni non ricominciano». A Teramo si tornerà in aula a scaglioni. Brucchi: «Per ora saranno riutilizzati gli edifici “A”». Alcuni studenti si trasferiscono sulla costa

TERAMO «Riaprite le scuole». Così il governatore della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso si è rivolto ieri ai sindaci del Teramano, convocati al Parco della scienza. Un incontro a porte chiuse, con i giornalisti tenuti alla larga, a cui hanno partecipato tanti sindaci e qualche dirigente scolastico. «Noi vogliamo che la comunità scolastica non perda tempo e qualità dell'insegnamento e non patisca l'interruzione dell'attività educativa», ha detto il presidente della Regione ai sindaci presenti, ai quali ha assicurato che verranno verificati i piani comunali di protezione civile e ha riferito che il Governo sta varando «una norma che servirà a ricoprire tutti i danni patiti attraverso questa incredibile ed epocale nevicata. Danni riguardanti il suolo, il sistema viario, le attività economiche, del turismo, del commercio e le attività zootecniche». I MODULI. Per quanto concerne le richieste dei Musp, i moduli provvisori ad uso scolastico, D'Alfonso ha detto che verranno analizzate singolarmente, «caso per caso, sapendo che è materia molto delicata che genera un comportamento emulativo da parte di tutti. Quindi ci pensiamo. Il prefetto ci aiuta, accanto alle persone di maggiore responsabilità di ruolo, per individuare dove è indispensabilmente necessario. Ne parliamo accuratamente in altra sede». Mentre a lungo termine, il governatore ha prospettato un piano di investimenti per le verifiche sismiche «finanziato dalla Regione, con un mutuo di cassa depositi e prestiti. Di questo investimento ho parlato ieri col presidente Gentiloni, con l'onorevole Boschi e con i vertici del Governo che stanno seguendo questo dossier». L'obiettivo per D'Alfonso è quello di fare in modo che «ogni edificio scolastico venga svelato nella sua resistenza sismica e poi se ce n'è bisogno faremo gli interventi coerenti e conseguenti». I SINDACI. Il primo a parlare dei sindaci presenti è stato il primo cittadino di Teramo Maurizio Brucchi, che ha accolto l'invito di D'Alfonso, dichiarando: «Io voglio riaprire le scuole, perché è importante, però devono riaprire in sicurezza. Quando finiranno le verifiche sismiche della Protezione civile, tireremo la linea e stabiliremo quando riaprirle e soprattutto dove andare a sistemare quelle dichiarate inagibili». Di avviso contrario i sindaci di Montorio e Crognaleto, rispettivamente Gianni Di Centa e Giuseppe D'Alonzo, che hanno ribadito la volontà di tenerle chiuse a tempo indeterminato. «Da noi stanno andando via le persone», ha detto il primo cittadino di Montorio, «dobbiamo accelerare e trovare soluzioni. Abbiamo la scuola primaria e la secondaria con indici di vulnerabilità bassi. Così non è possibile riaprire». Dello stesso avviso D'Alonzo: «Alla luce dell'ultima scossa di qualche ora fa con epicentro Campotosto, la scuola del mio comprensorio io non la apro, fin quando qualcuno di competenza mi dica che quello stabile possa resistere alle scosse, così come annunciato dalla Commissione grandi rischi». Per il momento anche i sindaci della Valle Siciliana (Tossicia, Colledara, Isola, Castelli e Castel Castagna), che si incontreranno lunedì mattina per fare il punto, terranno le scuole chiuse in attesa degli esiti di agibilità.

A Teramo si tornerà in aula a scaglioni. Brucchi: «Per ora saranno riutilizzati gli edifici “A”». Alcuni studenti si trasferiscono sulla costa

TERAMO Riapertura a scaglioni per le scuole cittadine. E' questa la soluzione al vaglio del Comune per far ripartire anche solo in parte l'attività didattica dopo l'ennesima sospensione seguita ai terremoti di mercoledì scorso. Per il momento il bilancio dei danni rilevati dai tecnici della Protezione civile nazionale impegnati nei controlli è fermo all'inagibilità totale dell'elementare Risorgimento, classificata E, a quella parziale della De Jacobis, indicata di categoria C, e a lesioni non gravi in altri cinque edifici che sono stati catalogati come B. Il resto delle strutture verificate sono state dichiarate agibili, ma l'operazione non è stata ancora completata. Il sindaco Maurizio Brucchi aspetta per oggi l'esito definitivo dei controlli e la relazione che accerterà nei dettagli lo stato delle scuole cittadine. Una volta esaminato il documento, il primo cittadino adotterà i provvedimenti necessari. Di sicuro oggi prolungherà la sospensione delle lezioni per le giornate di lunedì e martedì e nel frattempo valuterà come riorganizzare le attività. «Le scuole prima o poi devono riaprire», sottolinea Brucchi, «ma bisognerà farlo avendo la maggiore sicurezza possibile per gli studenti». Il report della Protezione civile, dunque, sarà determinante per stabilire quali strutture potranno essere ancora utilizzate. Per questo l'amministrazione potrebbe ricorrere anche alla ripresa scaglionata delle attività, riaprendo gli edifici che saranno dichiarati sicuri. C'è da dirimere anche la questione relativa all'arrivo dei Musp, i moduli provvisori a uso scolastico, che il Comune di Teramo ha chiesto ufficialmente due giorni fa. Non è ancora certo che saranno messi a disposizione e in ogni caso potranno compensare solo il mancato utilizzo delle scuole con certificato d'inagibilità. Nel frattempo, in città alcuni genitori che hanno figli alle superiori avrebbero chiesto ai dirigenti scolastici il nullaosta per trasferirli in scuole di uguale indirizzo con sede sulla costa. Un simile esodo potrebbe verificarsi anche in sede di iscrizione alle prime classi, il cui termine scade il 6 febbraio, anche se il Miur per le zone terremotate ha previsto nella domanda d’iscrizione la possibilità di scegliere più scuole e solo in un secondo momento decidere quella definitiva.

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