In questi giorni gli agricoltori abruzzesi, in particolare gli allevatori, segnalano direttamente i danni subiti alle proprie associazioni di categoria o all'Istituto zooprofilattico di Teramo dove opera la struttura a sostegno della zootecnia e dove c'è un centro raccolta di mangime e fieno. «L'emergenza è in corso», dicono alla Coldiretti, «ed è difficile valutare già i danni». Infatti si è dato tempo agli imprenditori agricoli fino al 28 febbraio per segnalare i danni subiti e non più i canonici dieci giorni dall'evento. Finora l'associazione di categoria ha diffuso la cifra di due milioni di danni per il solo latte non ritirato. La situazione, peraltro, è aggravata in Abruzzo anche dal mancato funzionamento delle stalle mobili che erano state richieste dalle regioni colpite in seguito al terremoto del 24 agosto scorso: in Abruzzo, su 28 stalle richieste ne sono arrivate 16 ma non sono ancora funzionanti e, attualmente, in seguito alle calamità di gennaio, non sono certamente più sufficienti a coprire le esigenze delle aziende agricole. «Un ritardo», evidenzia Coldiretti «che incide certamente sugli allevatori che non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore». Intanto Coldiretti sta preparando un secondo centro di raccolta a L'Aquila in cui arriveranno le donazioni di fieno, foraggio e mangime. Per i rimborsi gli agricoltori guardano soprattutto all'Unione europea. Agli allevatori dei 14 comuni del cratere verrà inoltre erogato un sostegno per animale allevato per un importo stabilito in 400 euro a capo bovino e 60 euro per ogni pecora posseduta prima del sisma, ma aiuti sono previsti anche per il settore suinicolo e per quello equino grazie al via libera dell'Ue alla proposta del ministero delle politiche agricole. Una boccata d'ossigeno per le aziende zootecniche che si trovano nei 14 Comuni abruzzesi inseriti nel decreto sul terremoto (Campli, Castelli, Civitella del Tronto, Torricella Sicura, Tossicia, Teramo, Campotosto, Capitignano, Montereale, Rocca Santa Maria, Valle Castellana, Cortino, Crognaleto, Montorio al Vomano) e colpiti pesantemente anche dal maltempo dei giorni scorsi.
Sindacati e associazioni di categoria. Trentamila imprese in affanno:
«Ammortizzatori e stop tasse»
PESCARA «Trentamila imprese con danni, tra tutti i settori. E diciamo che, come stima, per quanto riguarda soltanto l’artigianato, per mancato fatturato, si sono avuti, come danni, dai 25 ai 30 milioni di euro». È la stima effettuata dalla Cna, la confederazione nazionale degli artigiani, attraverso il direttore, Graziano Di Costanzo, successivamente ai giorni che hanno colpito la regione, tra maltempo e terremoto. «Per le imprese non si tratta soltanto di essere rimaste chiuse. Ci sono stati dei veri e propri danni», fa sapere Di Costanzo, «in quanto, per dirne una, per gli sbalzi di tensione, in una lavanderia di Teramo si sono bruciati i macchinari. Poi», continua Di Costanzo, il quale annuncia che la Cna ha inviato ai propri associati una scheda da riempire su cui indicare quale sia la situazione di ciascuna attività, dopo le calamità che si sono susseguite, «per far fronte alla crisi, chiediamo la sospensione delle imposte». L’allarme arriva anche dai sindacati e da Confindustria - dopo quello lanciato dagli operatori del turismo nei giorni scorsi, visto il crollo delle prenotazioni che hanno denunciato - con i primi che chiedono l’attivazione degli ammortizzatori in deroga per far fronte ai problemi dei lavoratori, mentre Confindustria Abruzzo, così come la Cna, chiede una sospensione delle tasse. L’auspicio, per tutti, è ora un rilancio immediato. «Noi avevamo bisogno che gennaio fosse il mese della ripartenza», sottolinea Maurizio Spina, segretario della Cisl Abruzzo e Molise, «ma, ovviamente, l’emergenza ha avuto l’effetto di spostare l’attenzione, e ha ritardato tutti i confronti che avevamo sollecitati, alla Regione, sugli investimenti. Ora abbiamo necessità», precisa Spina, «di far ripartire la fase delle intese con gli strumenti di programmazione, mentre abbiamo chiesto che vengano proposti gli ammortizzatori in deroga». Per i sindacati, dunque, occorrerebbe che la cassa integrazione fosse estesa anche alle piccole aziende. La spinta a ripartire, con i sindacati che hanno già chiesto ai parlamentari abruzzesi un incontro che dovrebbe tenersi il primo lunedì di febbraio, arriva anche dalla Uil, con il segretario regionale Roberto Campo. «Ora occorre una massiccia partenza con i bandi», esorta il sindacalista riferendosi al reperimento dei finanziamenti regionali, «i quali sarebbero dovuti partire in gennaio. Io credo che con questi investimenti», ha proseguito Campo, «si possa creare una reazione positiva». E se la Cgil, con il segretario regionale Carmine Ranieri, chiede di ripartire subito «senza intoppi burocratici», il presidente di Confindustria, Agostino Ballone, nel sottolineare che i danni maggiori si sono registrati soprattutto «nella provincia di Teramo, ma anche nell’entroterra pescarese, nell’aquilano, nel sulmonese e nell’avezzanese», chiede anche che il governo «prenda atto del disagio diffuso, con strumenti adeguati: la sospensione di tasse e contributi».