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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Aspettando la filovia sulla strada parco tra buche e degrado. Angiolelli: «Quell'asfalto non è in grado di accogliere filobus di 28 tonnellate»

Metti una pedalata lungo la strada parco, l'ex tracciato ferroviario che dall'inizio degli anni '90 del secolo scorso attende una sistemazione definitiva. E che continua ad animare il dibattito fra chi chiede che rimanga così com'è e chi sprona per proseguire con il progetto iniziale, quello della filovia. Due visioni che, seppur con aperture reciproche e con motivazioni supportare da carte e studi vari, vanno però verso il destino delle rette parallele, sembrano cioè destinate a non incontrarsi mai.
Una sferzata importante è arrivata di recente dall'assessore alla Mobilità del Comune di Pescara, Stefano Civitarese, che guardando ad una Pescara città della conoscenza e del benessere punta deciso ad una mobilità sostenibile che abbia come cardine, spiega, un «nuovo sistema dei trasporti urbani, con la messa in opera e il completamento del percorso di trasporto metropolitano veloce con l'individuazione di un tracciato su sede protetta all'interno della città e la creazione di un circuito di piste ciclabili come sistema metropolitano di mobilità alternativa». Ma Ivano Angiolelli, portavoce del comitato Strada parco, e Claudio Ferrante, presidente dell'associazione Carrozzine determinate, fanno notare che le stesse condizioni attuali dell'ex tracciato, dal manto stradale alle barriere architettoniche, non sono in generale accettabili, tantomeno per un eventuale passaggio del filobus.
LE CRITICITA' Percorrendo in bici la strada parco, saltano in effetti all'occhio evidenti criticità che andranno sicuramente affrontate. Non mancano in ogni caso soluzioni recenti. Dispiace che ci sia poca cura generale del verde, in alcuni punti le piante invadono il marciapiede già stretto, anche se lo stesso è ben poco utilizzato dai pedoni che - come del resto i ciclisti - usufruiscono dell'intero spazio della strada. Vanno sicuramente segnalati alcuni passaggi sulla ciclabile attuale con i rigonfiamenti dell'asfalto determinati dalle radici che, di tanto in tanto, creano difficoltà anche al marciapiede lato monti. Sulla ciclabile poi è scomparsa del tutto la segnaletica orizzontale. Sull'asfalto si scorre abbastanza, sebbene ci siano passaggi che richiedono attenzione per via di buche importanti. Singolare la situazione all'altezza del cartello che segna il passaggio fra Pescara e Montesilvano: qui inizia un tratto di asfalto nuovissimo e in ottime condizioni, anche se la sede ciclabile è ostruita spesso da blocchi in cemento o cassonetti.
Sull'intero tratto pescarese, agli incroci, rimangono ancora i dossi (forse pensati per far rallentare gli automobilisti) che per chi va in bici sono sempre stati degli ostacoli fastidiosi e tali rimangono, mentre nella parte di Montesilvano sono stati eliminati. L'arredo urbano ad uso filovia, vedi le pensiline, è già stato preso di mira, fra vetri rotti e scritte varie, come anche alcuni pali, già imbrattatissimi.


Angiolelli: «Quell'asfalto non è in grado di accogliere filobus di 28 tonnellate»

«Lungimiranza zero. Riportare su quel tracciato una nuova ferrovia è un grave errore storico, imperdonabile». Tuona così Ivano Angiolelli, portavoce del comitato Strada parco che si oppone al progetto filovia. «Uno spazio urbano unico e insostituibile come questo - aggiunge - libero dal traffico e dai rumori, ideale per la qualità della vita della popolazione di un quartiere eccessivamente e disordinatamente antropizzato, è un valore aggiunto inconcepibile e inaccettabile per una classe dirigente miope e improvvisata come la nostra». Una critica sonora supportata, sottolinea lo stesso Ivano Angiolelli, anche dal parere dei consulenti «che hanno decretato la bocciatura del sistema di trasporto pubblico locale simile alla filovia, il cosiddetto Civis di Bologna». «Sulla carreggiata non c'è spazio per due corsie, i mezzi non passerebbero senza un vincolo di assistenza alla guida a terra - sottolinea il portavoce -. Il filobus, poi, pesa ventotto tonnellate: l'asfalto è malmesso, si rischia la formazione di ormaie, di tracce insomma».

LA PROPOSTA L'opposizione è pesante, ma ci sono anche aperture: «Se proprio la politica decide per la filovia, chiediamo che almeno la si faccia bene. Proponiamo un senso unico alternato con punti di scambio, con il solo passaggio lato monti di un mezzo non elettrificato, alimentato a batterie di ultima generazione, spostando quindi la ciclabile lato mare. Rimane il fatto che si perderebbe comunque la funzione sociale di questo spazio».
Alle rimostranze del comitato fanno eco le parole di Claudio Ferrante, presidente di Carrozzine determinate, associazione nata per garantire il godimento dei diritti e delle libertà da parte delle persone con disabilità. «Siamo alle bugie e alla demagogia. Aspettiamo da quasi un anno di essere convocati, dopo aver ricevuto questa promessa dalla Regione Abruzzo e dalla società Tua, per visionare il progetto relativo all'abbattimento di tutte le barriere architettoniche relative alla filovia. Un'opera faraonica esclusa a determinate categorie di persone. Ci sono centinaia di barriere: pendenze impossibili per una carrozzina, marciapiedi di sessanta centimetri, è tutto pericoloso... non può essere collaudabile! Siamo pronti anche a rivolgerci alla Corte europea dei diritti dell'uomo. E sono imminenti manifestazioni clamorose».

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