Due aspetti inquietanti, due grossi punti interrogativi sui quali ora la Procura dovrà fare luce. La strage dell’hotel Rigopiano si poteva evitare? La risposta è in due filoni di inchiesta molto importanti.
Il primo riguarda l’allarme valanghe: la Prefettura e la Regione sapevano che di lì a poco la situazione sarebbe precipitata ma non l’hanno detto a nessuno. Il 16, il 17 e anche il 18 gennaio, il giorno della tragedia, la prefettura di Pescara e la Regione Abruzzo hanno ricevuto i bollettini Meteomont che segnalavano il pericolo crescente di slavine anche nella zona dell’Hotel Rigopiano a Farindola, ma dai computer non è partita alcuna allerta. Nessuna mail, niente di niente: né al Comune di Farindola né all’albergo.
La Regione sostiene che in realtà il bollettino Meteomont viene pubblicato sul sito della Protezione civile regionale, che è una sezione del sito della stessa Regione Abruzzo. Che funziona così e che lo prescrive la legge. Ma il fatto è che la pubblicazione viene fatta proprio perché qualcuno poi se ne faccia carico, diramando l’allerta in caso di necessità, e questo non è accaduto. E una volta pubblicato sul sito, è chiaro che qualcuno deve averlo letto, visto, inserito. Qualcuno che risponde direttamente al sottosegretario delegato Mario Mazzocca e al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che gestisce la delega alla Protezione civile col potere di firma.
No, nessuna allerta: lo ha accertato la procura che ha sequestrato le mail. Il dispaccio con l’allarme slavine non è mai arrivato al Comune di Farindola, né all’hotel Rigopiano. La pm Cristina Tedeschini che conduce l’inchiesta insieme ad Andrea Papalia, ha sottolineato per ben due volte che il servizio Meteomont “ha funzionato regolarmente”: le informazioni quindi c’erano e potevano essere divulgate. Dovevano, anzi: il rischio valanghe quel giorno era di 4 su un massimo di 5, era quindi altissimo.
“I bollettini Meteomont sono stati regolarmente redatti, trasmessi e ricevuti dai destinatari istituzionali. Questo è un fatto certo”, ha liquidato la Tedeschini.
Ma non è tutto. E il resto è ancora più inquietante: due ore e mezza prima della tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola, a pochi chilometri di distanza da lì, c’erano due turbine disponibili che avrebbero potuto salvare la vita alle 29 vittime bloccate nell’albergo e poi travolte della valanga. Si tratta di due mezzi dell’Anas che erano in servizio nella zona di Penne, rivela Giuseppe Caporale su Tiscali. E la Provincia di Pescara – che insieme alla Prefettura e alla Regione Abruzzo aveva ricevuto alle 13.40 il messaggio d’aiuto del direttore dell’albergo – ne era pienamente a conoscenza.
Lo dimostra un sms che ora è agli atti dell’inchiesta sull’omissione di soccorso, disastro colposo e omicidio colposo plurimo portata avanti dalla Procura di Pescara. Un messaggino partito dal telefonino di un operaio della Provincia e inviato ad un dirigente del settore viabilità dello stesso ente. “Ci sono due turbine disponibili dell’Anas a Penne”, questo il testo del messaggio. Quindi i soldi che non c’erano c ‘entrano fino a un certo punto. Anzi, non c’entrano nulla. Una delle due turbine è rimasta per alcune ore “in pausa” fino a quando poi non è scattato il tam tam.
E ieri sera l’Ansa ha chiarito meglio questo aspetto: erano fermi a prendere un caffè dopo 8 ore di lavoro continuato gli operatori della turbina dell’Anas notata ai bordi della statale 81 dal cantoniere della Provincia che ha segnalato la presenza del mezzo ai dirigenti della sala operativa. L’sms inviato alle 15.00 ai superiori è già stato acquisito e valutato dagli inquirenti. La turbina aveva liberato dalla neve anche la strada da Guardiagrele (Chieti) a Penne (Pescara), 63 chilometri di Ss 81. Alle 17.00 l’operatore dell’Anas dopo 10 ore di lavoro aveva terminato il turno e riportato il mezzo nel parcheggio vicino Penne. Quando dopo le 19,34 viene dato l’allarme sull’hotel Rigopiano, un nuovo operatore Anas viene allertato su richiesta della Provincia per andare a liberare la strada verso Rigopiano. Quanto tempo prezioso perso.
ps1: di fronte a questo scenario di omissioni, negligenze, inadeguatezze, di fronte alle 29 vittime, bisognerebbe avere il coraggio di dire: ho sbagliato. E togliere il disturbo.
ps2: Regione, Provincia di Pescara, Prefettura: l’inchiesta ruota qui intorno.