LORETO APRUTINO Ancora un giorno di dolore e rabbia, a Loreto Aprutino. Ieri mattina il palatenda della scuola Rasetta di via Roma si è riempito per l'ultimo saluto a Piero Di Pietro, 53 anni, e Barbara Nobilio, 50 anni, due delle 29 vittime della valanga che il 18 gennaio ha distrutto l'hotel Rigopiano. Nella stessa struttura c’era stato, solo pochi giorni fa, l’addio a Sebastiano Di Carlo e alla moglie Nadia Acconciamessa, altre due vittime della tragedia a cui è scampato il figlio della coppia, il piccolo Edoardo, di appena 9 anni. Circa tremila persone hanno preso parte alle esequie di Piero e Barbara. Anche il piazzale antistante il palatenda è stato gremito da chi ha voluto esserci. Un paese intero si è ritrovato per l’addio a una coppia amata e ben voluta da tutti: Piero, un nome del calcio loretese, e Barbara, donna amorevole e apprezzata da chiunque l’abbia conosciuta. Attorno alle due figlie, Fabrizia e Federica, neo laureata in legge, che ieri ha portato con sé la tesi di laurea discussa venerdì scorso a Roma, c’erano gli amici, i dirigenti della Tua, dove il padre lavorava come funzionario, e tutto il mondo sportivo abruzzese. Tanti giovani calciatori, cresciuti sotto gli insegnamenti di Di Pietro, così come tanti colleghi allenatori, e poi semplici cittadini, hanno voluto rendere omaggio al tecnico loretese e a sua moglie. Sulla bara di Di Pietro anche una maglia biancazzurra donata dalla Pescara Calcio. Al termine della messa, celebrata dal parroco, don Cesare Krzyzyk, ha preso la parola una delle figlie della coppia, Federica, per ricordare che i suoi genitori non hanno mai fatto mancare nulla a lei e alla sorella. Non sono mancate, da parte sua, considerazioni sulle istituzioni: «Spesso», ha detto, «chi fa politica pensa solo alla poltrona, mentre la politica è lavoro», ha aggiunto facendo riferimento al «senso di responsabilità» che dovrebbero avere «per i cittadini». La coppia è stata ricordata anche dal dirigente Tua Antonio Montanaro, dal presidente della Figc Abruzzo Daniele Ortolano e dall'ex calciatore, ora membro Aiac, Riccardo Nerone. «È stato un grande funzionario per Tua. Uno che andava al sodo e trovava sempre la soluzione giusta. È stato, poi, un gran capitano prima ed un grande allenatore poi. E ha sempre trasferito la sua tenacia sportiva anche nel lavoro. La Tua ha perso un grande dirigente e molti di noi hanno perso un grande amico», ha sottolineato Montanaro. Parole d’affetto anche del presidente della Figc Abruzzo. «È stato amato da tutti gli appassionati del calcio abruzzese», ha detto Ortolano. «Se ne va un pezzo di storia del calcio dilettantistico abruzzese. La pagina più importante del Lauretum è stata scritta proprio con Piero al timone. Sicuramente la Federazione troverà il modo di ricordarlo come merita», ha aggiunto commosso. Alla fine della cerimonia i ragazzini della scuola calcio del Loreto, che Piero aveva ripreso ad allenare, hanno lasciato volare in cielo dei palloncini biancazzurri. Con Di Pietro in panchina, il Lauretum ha raggiunto il miglior risultato della storia, nel 2003, sfiorando la promozione in serie D dopo un testa a testa con il Celano. Un amore viscerale per il calcio, il suo, come quello per la famiglia e per la moglie Barbara. La tragedia che ha colpito l'hotel Rigopiano ha riservato un triste destino alla comunità loretese che ha perso due coppie. Anche ieri è stato giorno di lutto cittadino, in segno di rispetto e cordoglio per le famiglie dei defunti, ma soprattutto un segno della profonda ferita che la tragedia di Rigopiano ha inferto a tutta l’area vestina.