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Pescara, 25/11/2024
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Data: 30/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
D’Alfonso: strumenti fiscali per attrarre nuove imprese. Il presidente della Regione incontra oggi i parlamentari abruzzesi in vista del decreto del governo. Tancredi (Ncd): interventi selettivi e non generalisti. Pelino (Fi): ammortizzatori per le piccole aziende

PESCARA Una norma per l’Appennino centrale interessato da terremoti e da altre calamità. Di questo si parlerà nel pomeriggio in una riunione convocata dal presidente della regione Abruzzo Luciano D’Alfonso con tutti i parlamentari eletti in regione. L’idea è quella di creare una Zona economica speciale per avere, spiega D’Alfonso «non solo il riconoscimento e la riparazione dei danni diretti e indiretti, ma anche condizioni favorevoli agli investimenti con incentivi di natura fiscale a favore di chi investe in queste zone entro un lasso di tempo». D’Alfonso nei giorni scorsi ne ha parlato con il premier Paolo Gentiloni, con il sottosegretario Maria Elena Boschi, con il commissario alla ricostruzione Vasco Errani, con il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, e con i presidenti delle regioni Umbria e Lazio. «Ci sono le condizioni non solo politiche ma anche istituzionali per verificare la sostenibilità del provvedimento rispetto all’Europa», aggiunge il governatore, «vista l’eccezionalità degli eventi». Ma bisognerà superare non solo gli occhiuti funzionari di Bruxelles ma anche i prevedibili rilievi della Ragioneria di Stato, che chiederà conto delle coperture finanziarie. Per adesso la trama che la Regione ha intenzione di tessere assieme ai parlamentari abruzzesi (e di concretizzare in sede di conversione del decreto) sarà limitata al cratere sismico, ma non ci si potrà fermare a quello. Perché gli effetti di calamità così importanti e mediaticamente pervasivi vanno al di là delle aree colpite. «Qui non c’è solo un problema di danni materiali», spiega D’Alfonso, «ma c’è la dimensione della paura che si è stabilita e che fa riferimento alla fragilità del suolo e del clima, che nei fatti sta spaventando gli investori». Quali potranno essere i provvedimenti? Ieri il vicepresidente della camera Luigi Di Maio (M5s), in visita a Tolentino, ha avanzato l’ipotesi di una no tax area per le popolazioni colpite e di una zona franca per le imprese (vedi servizio di lato). Un’ipotesi che il deputato dell’Ncd Paolo Tancredi, definisce «fuorviante». «Non sono entusiasta per provvedimenti che vanno a tagliare le tasse a tutti, perché le risorse sono infinite. Sono invece d’accordo con provvedimenti come quelli anticipati da D’Alfonso che parla di “zona economicamente vantaggiosa”, piuttosto che di zona franca, perché in Italia le zone franche non sono mai andate a buon fine. Per me», continua Tancredi, «le misure più efficaci sono quelle che tolgono tasse in maniera selettiva, come l’Ires o l’Iva. Chiaramente tutti questi provvedimenti vanno contrattati con l’Europa». Concorda la senatrice aquilana Pd Stefania Pezzopane: «È assolutamente demagogico dire, come fa Di Maio, di non voler concertare con l'Europa, perché poi ti ritrovi a pagare le sanzioni. E l'Italia, ad esempio, sta ancora pagando gli errori di altri governi sulle quote latte. Già in occasione del terremoto del 2009», continua Pezzopane, «proponemmo una no tax area, ma fu impossibile da realizzare, perché non rientrava tra le opportunità previste per le zone disastrate. Adottammo altri strumenti, come la sospensione delle tasse e la zona franca. In occasione del maltempo, nel corso del dibattito in Senato di mercoledì scorso sono intervenuta, alla presenza di Gentiloni, e ho rilanciato questa necessità». Per il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, «Quello che è successo in Abruzzo, tra terremoti, nevicate, calamità varie, non è assolutamente paragonabile a quello che è successo altrove. L'idea di una zona franca è una delle richieste di D'Alfonso a Gentiloni, ma vanno seguite le procedure che l'Europa prevede. Dire me ne frego è una stupidaggine, perché poi arrivano le sanzioni. Una delle idee che stiamo valutando è la possibilità di chiedere il cosiddetto “danno indiretto”. Si misura il fatturato dell'impresa prima degli eventi calamitosi, lo si paragona a quello successivo, e la differenza è il rimborso che si andrà a chiedere. Un'idea che vorremmo estendere anche alle imprese del settore turistico dell'intera regione, ma bisogna valutarla bene». Sull’urgenza degli interventi insiste la senatrice di Forza Italia Paola Pelino: «Gli ultimi terremoti hanno fatto cessare l’attività di tantissime piccole imprese, per lo più artigianali, in un territorio compreso tra 4 regioni e dieci province. Un territorio che conta 370mila imprese che producono 75 miliardi di Pil. Voglio augurarmi che il governo voglia prorogare anche la cassa integrazione in deroga». Per il deputato forzista Fabrizio Di Stefano «È fuori di dubbio che servano misure straordinarie. Non servono dichiarazioni di intenti, ma un progetto complessivo per uscire dall’emergenza e poi per rilanciare i territori colpiti, e mi pare che non ci siamo. All’Europa dobbiamo chiedere interventi strutturali, e fin quando siamo nel sistema europeo, dobbiamo muoverci all’interno di questo contesto. Poi si può lavorare per uscirne, ma chi fa politica non può non tenere conto del contesto in cui si muove».

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