Iscriviti OnLine
 

Pescara, 25/11/2024
Visitatore n. 740.949



Data: 30/01/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
La figlia di Piero e Barbara Di Pietro «Le istituzioni hanno fatto ridere»

LORETO APRUTINO «Le istituzioni? Mi fanno ridere. Chi le rappresenta non dovrebbe occupare solo poltrone, ma lavorare per i cittadini ed essere sempre a disposizione. Io ho ricoperto un ruolo nel cda della Sapienza, sono stata eletta dagli studenti ed ero pronta a rispondere al telefono anche di notte perché sentivo la responsabilità di quel ruolo. Oggi invece la politica è solo occupazione di poltrone. Tutti cercano di passarsi una mano sulla coscienza, ma la verità è una sola: io e mia sorella, Riccardo, Piergiovanni ed Edoardo, domattina ci sveglieremo e non avremo più con noi i nostri genitori». Le parole di Federica Di Pietro, la figlia di Piero e Barbara, ieri mattina al palatenda di via Roma gremito dentro e fuori da oltre tremila persone, sono macigni su tutti coloro che hanno responsabilità dirette o indirette nella catastrofe che ha spazzato via l’Hotel Rigopiano e ha portato via il funzionario della Tua (era presente il direttore Montanaro, che ha ricordato il suo attaccamento all’azienda) e allenatore di calcio, 53 anni, e la moglie, 51. La strigliata della coraggiosa Federica, neo dottoressa in legge da due giorni, la sua tesi di laurea esposta tra le due salme è lì a ricordarlo, è stata ascoltata dal sindaco di Loreto Starinieri e dal presidente del consiglio regionale Di Pangrazio. Per i loretesi, che avevano già salutato Nadia e Sebastiano mercoledì scorso, è stata un’altra giornata straziante. Piena di lacrime, ma anche di rabbia. C’erano i bambini della scuola calcio che Piero allenava quest’anno a Loreto. Poi le vecchie glorie del calcio abruzzese. C’era il presidente regionale della Figc, Daniele Ortolano, e Riccardo Nerone, ex compagno di squadra e rappresentante dell’Associazione allenatori. Sulla bara di Piero tante maglie, comprese quelle dell’Aquila, di cui era stato capitano, e del Pescara, di cui era tifoso. Lo hanno ricordato su tutti i campi d’Abruzzo con un minuto di raccoglimento, lo ha ricordato l’Ussi e altrettanto hanno fatto le sue ex società. «Piero e Barbara, i nostri genitori, hanno vissuto una vita dedicata interamente a me e a mia sorella Fabrizia – ha detto ancora Federica al termine della cerimonia funebre –. Siamo cresciuti insieme, perché quando sono diventati genitori erano ragazzi giovanissimi. Abbiamo condiviso tutto, anche le uscite al pub. Mio padre amava il proprio lavoro: quando è stato ritrovato, aveva in tasca il foglio con gli orari dei bus. Anche in quei giorni di relax era rimasto a disposizione dell’azienda».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it