PESCARA «Presto si scioglieranno 20 milioni di tonnellate di neve. La metà del carico idrico che Enel vorrebbe togliere gradualmente dall’invaso di Campotosto. Questo fenomeno non sarà innocuo nè sul suolo nè sulla capacità idraulica dei nostri fiumi». È un vero e proprio allarme quello lanciato ieri dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso, in occasione dell’illustrazione del provvedimento che distribuisce 66 milioni di euro ai comuni abruzzesi per fronteggiare il dissesto idrogeologico. Un allarme che pesa su un territorio tra i più fragili in Italia: circa 2.500 chilometri quadrati, un quarto dell’intera area regionale (dati 2015 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale-Ispra), la gran parte dei comuni (301 su 305), e circa 80mila cittadini esposti direttamente al rischio frana. A questi si aggiungono 250 chilometri quadrati di territorio ad elevata e media pericolosità per esondazione, con 100mila cittadini esposti, dei quali 25 mila residenti in aree a pericolosità elevata. Dei comuni interessati alcuni hanno oltre la metà del territorio a rischio frane, come Colledimacine, Roccamontepiano, San Martino Sulla Marrucina, Civitella Roveto, Castelguidone. A questi numeri vanno aggiunte, secondo Ispra, le 15mila imprese direttamente esposte al dissesto idrogeologico, per un totale di 40mila addetti. Numeri che pongono l’Abruzzo tra le prime sei regioni italiane a rischio idrogeologico (le altre sono Valle d'Aosta, Campania, Molise, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana) e che giustificano l’allarme e la richiesta che sarà avanzata dalla Regione, dal suo presidente e dai parlamentari abruzzesi, a governo e Parlamento, per un intervento urgente su tutto il problematico tessuto dell’Appennino centrale (vedi servizio nella pagina accanto). A tutto questo si aggiunge anche il problema degli invasi idrici, che, ha detto D’Alfonso, «stiamo controllando uno ad uno». In Abruzzo sono ovviamente tanti vista l’elevata quota di produzione idroelettrica: 48 gli invasi di interesse regionale e tre di interesse nazionale. Campotosto è il più importante ed è quello monitorato con più attenzione in questi giorni, anche in relazione all’allarme (molto criticato) lanciato dal presidente della Grandi Rischi di un possibile forte terremoto. Anche la diga di Penne è sotto osservazione («ha bisogno di un intervento urgente», ha detto D’Alfonso). Mentre altri invasi, come lo stesso Campotosto, sono sottoposti a un programma di riduzione della quantita d’acqua. «Un tema», ha detto il governatore, «che c’è anche per l’ invaso di Bomba». Nel frattempo la Regione ha messo in campo altri 66 milioni di fondi per gli interventi più urgenti. Nel dettaglio, le risorse pari a 57milioni 824mila euro serviranno a finanziare 63 interventi per il rischio frane, 1milione 250mila euro saranno impiegati per finanziare un intervento necessario per scongiurare il rischio valanghe, 2milioni 25mila euro per realizzare i tre interventi previsti per fronteggiare il rischio alluvioni e 4milioni 900 mila euro per sostenere i 7 interventi previsti per la difesa della costa. Per un totale di 74 interventi. «Non si tratta di un provvedimento di natura emotiva» ha tenuto a precisare D'Alfonso riferendosi alle vicende di Rigopiano e dell’emergenza neve, «visto che siamo già al terzo elenco di interventi sulla mitigazione del rischio idrogeologico e che l’istruttoria è durata 80 giorni. Sono ben 66 milioni di euro che andiamo ad investire e che si aggiungono ai circa 25 milioni di euro di cui abbiamo già dato notizia il mese scorso». I tempi per l’apertura dei cantieri potrebbero essere brevi: 40 giorni di tempo per attivare le procedure di gara e 60 giorni per avere l'aggiudicazione della gara stessa. «Tutti i ribassi verranno trattenuti dalla Regione per finanziare ulteriori interventi. Per cui è ipotizzabile che circa 10 milioni di euro verranno utilizzati per allungare l'elenco. Tuttavia bisognerà continuare a drenare risorse (la stima della regione per mettere in sicurezza l’intero territorio regionale è di 1 miliardo e mezzzo). E D’Alfonso annuncia «importanti incontri istituzionali» per oggi a Roma, mentre il 9 febbraio sarà a Napoli per incontrare il Commissario europeo per gli Affari regionali. «Per fare in modo che anche l'Europa corrisponda a questa fragilità del centro dell'Appennino sia sotto il profilo idrogeologico, sia sotto l'aspetto idraulico che di una modifica del clima che sta colpendo questa specifica piattaforma territoriale».