PESCARA E' durato circa tre ore l'interrogatorio da parte dei carabinieri del sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. Il primo cittadino rappresenta un pezzo importante del mosaico che stanno ricostruendo gli inquirenti attorno al disastro dell'hotel Rigopiano: una sorta di snodo per comprendere dove sia avvenuto il corto circuito delle informazioni che hanno impedito di evacuare l'albergo e di mantenere sgombra l'unica strada che portava alla struttura nei giorni di intense nevicate. A Lacchetta, ascoltato come persona informata dei fatti, i carabinieri hanno chiesto conto di quelle che erano le sue competenze in quella circostanza, di cosa fece in quelle ore e di quali iniziative prese per affrontare quella emergenza che poi si è trasformata in tragedia. Lacchetta avrebbe detto di aver attivato le forze che aveva per affrontare il problema della neve e di non aver mai ricevuto l'allerta meteo che innalzava il pericolo valanghe.
Intanto con i sigilli posti dalla procura sul corpo del reato, scatta la seconda fase delle indagini sulla strage dell'hotel Rigopiano dove hanno perso la vita 29 persone fra ospiti e personale dell'albergo. La zona posta sotto sequestro, anche se fortemente «inquinata» dal prezioso e indispensabile lavoro svolto dai soccorritori che sono riusciti a trarre in salvo 11 persone, è piuttosto ampia e non riguarda soltanto la struttura alberghiera, ma anche il canalone da dove si è staccata la valanga che ha sommerso e distrutto il resort di lusso. I tre esperti nominati dal procuratore Cristina Tedeschini e dal sostituto Andrea Papalia (due ingegneri del Politecnico di Torino e un geologo di Trento) avranno da svolgere un lavoro piuttosto complesso e non solo per come è ridotta adesso la scena del crimine. Il loro incarico - spiegano fonti della Procura - è ad ampio raggio: studiare il perché della valanga e l'incidenza che potrebbero avere avuto lo scosse di terremoto, capire come è stata realizzata la struttura, e dunque l'analisi sui materiali utilizzati e quant'altro a riguardo, e andare a verificare anche tutte le questioni tecniche legate alla sua realizzazione. Le autorizzazioni necessarie per la sua costruzione, se ci fossero dei vincoli ambientali, insomma tutto ciò che serve anche per stabilire se poteva essere realizzate in quel punto.
Al vaglio della magistratura anche tutte le relazioni dei medici legali che hanno effettuato le autopsie sui corpi delle 29 vittime. Verrà vagliata ogni singola morte: tempi, cause e circostanze. Ognuno dei 29 eventi luttuosi sarà considerata una storia autonoma. Continua anche l'acquisizione di tutte le dichiarazioni delle persone che hanno avuto un ruolo nella vicenda. La polizia di Stato è impegnata sul fronte Prefettura e sta ultimando l'acquisizione delle carte relative al centro di coordinamento dei soccorsi e dei servizi di emergenza: carte che riguardano sul funzionamento del centro, partendo dalla sua costituzione.