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Data: 31/01/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La Transiberiana d’Italia sarà Ferrovia turistica. Testo di legge alla Camera per valorizzare i binari da Sulmona a Castel di Sangro

CASTEL DI SANGRO C’è la tratta che collega la città di Ovidio con Castel di Sangro nell’elenco delle linee ferrate in disuso o in corso di dismissione che andranno a formare in Italia le “Ferrovie turistiche”. Tra le 18 linee italiane individuate dalla Camera dei deputati c’è infatti la Sulmona-Castel di Sangro, soprannominata “la Transiberiana d’Italia” per il panorama che si può ammirare percorrendola. Il testo di legge, che ora passa al Senato, crea e regolamenta la ferrovia turistica nazionale, mettendo a sistema attraverso la predisposizione di una serie di regole standard e mirate rispetto alla particolarità del viaggio, dei mezzi e delle infrastrutture utilizzate, una particolare e diffusa modalità di accesso e visita turistica dei territori di particolare valenza naturalistica, archeologica e culturale, quella attraverso linee ferroviarie secondarie costruite e attivate fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, molte delle quali vere e proprie opere di ingegneria ferroviaria. Si tratta di 130 chilometri di linea ferrata da tempo sospesi al servizio di trasporto ordinario, molti a scartamento ridotto, non elettrificati e quasi tutti a binario unico, su cui i treni, spesso trainati da locomotori a vapore, viaggiano tra i 30-50 chilometri orari e attraversano ampie porzioni di territori, anche montani, di diverse regioni italiane. «Spesso sono stati allestiti calendari di treni storici, noleggiati per gite su misura grazie a un’intesa con la Fondazione Fs Italiane», commenta Angelo Caruso, sindaco di Castel di Sangro, «ma le cose cambierebbero completamente se le stazioni di fermata e la tratta ferroviaria saranno utilizzate per le finalità previste dalla nuova legge. È un’occasione ulteriore di sviluppo. Sarà emozionante attraversare questi luoghi con treni d’epoca». Le linee al momento sono diciotto, diffuse in tutto il territorio nazionale. Su di esse potranno circolare anche i cosiddetti “ferrocicli”, ovvero i veicoli ferroviari a pedalata assistita. Nell’elenco approvato all’unanimità dall’aula della Camera vi sono le seguenti linee: Sulmona-Castel di Sangro; Cosenza-San Giovanni in Fiore; Avellino-Lioni-Rocchetta Sant’Antonio; Sacile-Gemona; Palazzolo-Paratico; Castel di Sangro-Carpinone; Ceva-Ormea; Mandas-Arbatax; Isili-Sorgono; Sassari-Palau Marina; Macomer-Bosa; Alcantara-Randazzo; Castelvetrano-Porto Palo di Menfi; Agrigento Bassa - Porto Empedocle; Noto-Pachino; Asciano-Monte Antico; Civitavecchia-Capranica-Orte; Fano-Urbino. Aperta nel 1892 fino a Cansano, poi per tappe successive fino a Isernia, la tratta Sulmona-Castel di Sangro subì pesanti danni durante il secondo conflitto mondiale, tanto che il suo ripristino si concluse solo nel 1960. La ferrovia attraversa il Parco nazionale della Majella e attraversa gli altipiani maggiori d’Abruzzo. Alla stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo la linea raggiunge 1.268 metri sul livello del mare che ne fanno la seconda stazione più alta della rete italiana Fs a scartamento ordinario dopo quella del Brennero. Per i passeggeri sarà l’occasione di attraversare sia d’estate che in inverno un percorso che si snoda attraverso boschi e panorami stupendi, dalla Majella al Gran Sasso d’Italia, con una varietà di climi e di vegetazione che sono valsi l’appellativo di “Transiberiana d’Italia”.


Si gira fino a marzo: dall’arrivo del principe di Savoia alle partenze di soldati ed emigranti
E la storia dell’antico treno diventa un film
ROCCARASO Un film-documentario sulla nascita e lo sviluppo della linea ferroviaria Sulmona-Carpinone-Isernia. Sono iniziate ieri per proseguire oggi e in altre date nel mese di febbraio e di marzo le riprese del docufilm “Il treno degli Altipiani maggiori”. Tra le scene più suggestive l’arrivo degli sciatori in abiti anni Trenta e l’arrivo del principe Umberto di Savoia nell’importante stazione sciistica di Roccaraso. Verranno anche ricostruite le partenze di giovani militari per la Prima guerra mondiale, di Alpini per il fronte russo, di emigranti degli anni ‘50 e altre ricostruzioni storiche sulle stazioni di Sulmona, Campo di Giove, Palena e Roccaraso. L’opera è ideata e diretta dai registi Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli e nasce dalla collaborazione fra Comune di Roccaraso e Fondazione Fsi. Alla sua realizzazione partecipano numerosi enti ed associazioni come la Base logistica e l’Istituto alberghiero e la scuola primaria di Roccaraso, il gruppo alpini Ana di Roccaraso e altri gruppi Ana degli Altipiani maggiori, il Dopolavoro ferroviario di Sulmona e un gran numero di volontari. Per raccontare la storia dell’importante tratta ferroviaria e dell’effetto estremamente positivo che ha avuto sul cambiamento culturale ed economico di tutta l’area danno il loro apporto tantissimi testimoni e addetti ai lavori e un contributo alla ricostruzione degli ambienti e delle atmosfere nelle stazioni della tratta Sulmona-Roccaraso viene anche da varie Pro loco del circondario, dalla ditta di confetti Pelino, di collezionisti e amatori. Il racconto partirà dalle prime idee sulla realizzazione della linea ferroviaria per ricordare poi che fu proprio un esponente politico di Roccaraso, il barone Giuseppe Angeloni, all’epoca segretario generale dei Lavori pubblici, a battersi per la costruzione di questa importante tratta ferroviaria.

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