L'AQUILA Su un totale di poco meno di 1.300 scuole esistenti sul territorio abruzzese, le strutture sulle quali sono state eseguite le verifiche sulla vulnerabilità sismica sono appena 280. La sicurezza sismica, nell'Abruzzo definito dalla Commissione Grandi Rischi particolarmente attivo sul fronte terremoti e con tante recenti tragedie alle spalle, fa ben poco per la sicurezza dei suoi edifici, sia strategici (quelli pubblici, come l'ospedale, le prefetture, i Comuni e così via) che rilevanti. Come può essere, ad esempio, una scuola: “rilevante” perché in caso di crollo per una scossa di terremoto comporterebbero la perdita di molte vite umane. Eppure lo Stato aveva stabilito, con un decreto emesso all'indomani del sisma nel 2009, il termine massimo per procedere alle ricognizioni sulle condizioni degli edifici scolastici al 2013. Oggi, a ridosso di uno degli sciami sismici più preoccupanti, con quattro scosse superiori a magnitudo 5.0 avvenute il 18 gennaio, l'Abruzzo si scopre molto indietro e cerca di correre ai ripari, nella speranza che altro di tragico non avvenga nel frattempo. Un passaggio propedeutico fondamentale, quello delle verifiche sulla vulnerabilità, per poter fornire poi alla Regione un quadro preciso degli interventi da fare in termini di adeguamento sismico. Invece, dilaga la psicosi sisma, soprattutto nell'Aquilano, dove le scosse non lasciano tregua. E dove la prima risposta, dettata dall'esigenza di tranquillizzare le famiglie, è stata quella di sospendere le attività didattiche e chiudere l'università. Ora si deve fare sul serio, perché il terremoto non aspetta che le casse dei Comuni siano piene. Uno dei motivi per cui, infatti, non si è proceduto con le verifiche è che i Comuni non hanno i fondi per farlo. Il costo dipende dal volume dell'edificio: possono servire anche sino a 10mila euro, ad esempio, per una scuola di tremila metri cubi che possa ospitare 80-100 bambini, a partire da un parametro di 3 euro a metro cubo. «Eseguire le verifiche su 1.300 edifici è un lavoro immane», fa notare il direttore regionale delle Opere pubbliche Emidio Primavera. «Per ciascun edificio occorre l'impegno di 4-5 persone tra ingegneri, geometri, architetti e uno o due mesi di lavoro per eseguire analisi geologiche, prove conoscitive sui materiali e sulle strutture, verifiche con modelli matematici, prove di carico», aggiunge Primavera, «si sta lavorando anche per cercare di mettere a punto una procedura sdandardizzata nazionale insieme agli organi professionali e ReLuis (la rete delle facoltà d'Ingegneria, ndr) per arrivare a un valore omogeneo dal punto di vista procedurale, in quanto sinora le verifiche sono state fatte con criteri diversi», spiega. Lo Stato eroga ogni anno 10 milioni per gli interventi da fare in base alle risultanze delle verifiche. «A oggi abbiamo a disposizione 20 milioni, 10 sono dell'anno passato», aggiunge Primavera. In realtà servirebbero, a conti fatti, quasi due miliardi per portare a termine l’adeguamento sismico dei 1.300 edifici scolastici. Intanto un punto di partenza per ora c'è: la Regione ha attivato presso la Cassa Depositi e Prestiti un mutuo di 30 milioni per i Comuni che devono eseguire le verifiche strutturali e per un primo piano d'interventi. Ieri è emerso anche che «sono 313 i plessi scolastici segnalati dai Comuni per i quali è richiesta una urgente verifica strutturale di vulnerabilità». Che cosa vuol dire verificare la vulnerabilità sismica di un edificio? «Vuol dire vedere come reagisce la struttura dell'edificio al sisma, cosa diversa dall'agibilità», precisa Primavera. «L'agibilità sismica post-terremoto è la verifica dei danni, per cui si deve verificare se hanno pregiudicato o meno il grado di sicurezza sismica del fabbricato tramite le schede Aedes. La vulnerabilità sismica, invece», chiarisce, «fa capire come si comporta un edificio in caso di terremoto. Esiste un indice di vulnerabilità che va da 0 a 1. Se è zero, vuol dire che la vulnerabilità è massima, se è 1 è invece minima». E se è tra lo zero e l'uno? «Sotto lo zero gli edifici sono vulnerabili». Parola di tecnico.