LANCIANO Si chiude con tre condanne e due assoluzioni il processo sui telepass della Sangritana, utilizzati per 6 mesi su auto private piuttosto che su auto aziendali. A giudizio erano finiti Aurelio Giovannelli, 56 anni di Rocca San Giovanni, Stefania Ciarelli, 49 anni di Treglio, Antonio Martelli, 54anni, di Rocca San Giovanni, Angela La Farciola, 55 anni, di Lanciano, e Gabriele Maddestra, 64 anni, di Lanciano, e un anziano deceduto nelle more del processo. Giovannelli rispondeva del reato di peculato, mentre gli altri di utilizzo indebito dei due telepass. Secondo l’accusa i pedaggi autostradali, non solo al casello di Lanciano, ma anche a quelli di Francavilla, Chieti, Vasto, Val di Sangro e persino Aosta, sarebbero stati pagati dalla Sangritana, nonostante i dipendenti avessero utilizzato le rispettive auto per scopi privati. Diverse le udienze che si sono susseguite per districare la vicenda dell’utilizzo dei telepass, inchiesta nata da un’indagine dei carabinieri di Lanciano. Per l’accusa, sostenuta in aula dal sostituto procuratore Andrea Papalia, a rispondere di peculato era il solo Giovannelli, rappresentato dall’avvocato Alessandro Troilo. Secondo la tesi della Procura si sarebbe appropriato indebitamente di due apparecchi telepass il 14 dicembre 2010. Avrebbe utilizzato più volte, indebitamente, un telepass dell’azienda su un Ducato, da lui noleggiato, e su una Bmw intesta alla madre, effettuando più pedaggi autostradali tra il 30 marzo 2011 e il 21 maggio 2011. Papalia aveva chiesto una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione. Il collegio (presidente Andrea Belli a latere i giudici Giovanni Nappi e Stefania Cantelmi) ha derubricato il reato da peculato a furto, e lo ha condannato a un anno e 3 mesi di reclusione, 600euro di multa e risarcimento danni alla Sangritana di mille euro. La Sangritana si era costituita parte civile e aveva chiesto risarcimenti fino a 20.000 euro per ogni imputato. Giovannelli è stato però assolto per il furto del secondo telepass. Rispondevano di appropriazione indebita Ciarelli, Martelli, La Farciola e Maddestra che, sempre secondo l’accusa, avrebbero usato gli apparecchi su auto proprie. Si tratta di una Panda, una Audi A6, una Lancia delta, una Renalut Master e una Fiat 500. In realtà Giovannelli stesso, quando è stato ascoltato in udienza, aveva scagionato alcuni di loro dicendo che si era fatto prestare le auto, perché lui non l’aveva. Martelli è stato condannato a 9 mesi di reclusione e 300 euro di multa pena sospesa. Maddestra, difeso dall’avvocato Diana Peschi, è stato condannato a un anno e 2 mesi di reclusione e 500 euro di multa. Ciarelli rappresentata dall’avvocato Consuelo Di Martino e La Farciola, difesa dal legale Sandro Sala, sono state assolte.